venerdì 22 marzo 2013

ZYPREXA, ENTACT E MOGLIE ZOMBIE-STYLE

LETTERA

Salve, sono Gianluca, ho letto su disinformazione.it un articolo sul farmaco ziprexa e confermo che quello che ho letto è vero perché purtroppo lo sta sperimentando mia moglie che soffre di depressione da circa un anno
I medici del CSM che la seguono gli hanno ordinato lo ziprexa e l’entact , durante il trattamento con questa roba era diventata uno zombie e aveva  anche disturbi del linguaggio tanto che non riusciva neppure a comunicare in modo comprensibile così ho provato a eliminarli riducendoli gradatamente.
Ora gli sto dando della melatonina da circa 10 giorni , i disturbi del linguaggio e l’intontimento sono spariti parla e ragiona come  una persona assolutamente normale però continua a essere apatica e a non provare interesse per nulla.
Lei  ha la massima fiducia nei medici e in quello che gli prescrivono e non sa che gli sto dando solo melatonina, durante l’ultima visita di controllo gli hanno programmato un altro ricovero  così riprenderà a prendere quei farmaci.
A questo punto non so cosa fare e le chiedo un consiglio, mia moglie ha 56 anni.

Grazie e cordiali saluti
Gianluca

RISPOSTA

Buongiorno Gianluca,
e grazie per la sua mail e per aver voluto condividere la sua esperienza.
Scusatemi anzitutto nel ritardo nelle risposte, ma sto ricevendo moltissime email e faccio fatica a starci dietro.
Premetto come sempre che non sono un medico, non faccio diagnosi né prescrizioni, né tantomeno curo nessuno.
Ritengo che ognuno di noi abbia però il diritto di essere informato e di poter poi fare le proprie scelte di campo.
Veniamo a noi.
Non mi dilungo sui nefasti effetti dello Zyprexa, di cui ho ampiamente trattato nei miei precedenti articoli e ai quali rimando i lettori nuovi giunti.
E ormai non mi meraviglio più che un dottore, vedendo una persona trasformata in uno zombie, che biascica le parole senza nemmeno riuscire a esprimersi, possa pensare che la "cura" in atto stia producendo qualche risultato benefico.
E per giocare ancora di più con le a loro sconosciute sinapsi cerebrali, ecco che ci accoppiano un bell'antidepressivo appartenente alla famigerata categoria SSRI (selettore della ricaptazione della serotonina), di cui ho già ben parlato nei miei precedenti articoli.
In pratica giocano al piccolo chimico, e farebbe anche ridere se si trattasse di una partita in cui se si sbaglia si muore per finta.
Qui invece parliamo dell'integrità di un essere umano, che viene in pratica chimicamente lobotomizzato e trasformato in uno zombie.
Purtroppo questi farmaci hanno anche l'effetto di "addolcire", "addomesticare", rendere in pratica le persone molto meno o per nulla battagliere, rimanendo quindi in balia delle decisioni degli altri.
L'apatia è un degli effetti più marcati dati dallo Zyprexa, che agendo sui recettori della dopamina fa sparire le psicosi ma al tempo stesso distrugge la voglia di vivere, di incuriosirsi, la creatività etc...
Io seguo i principi dell'igienismo e quindi della "cura della non cura".
Cosa significa?
Significa che non bisogna cercare la soluzione al problema in un rimedio, sia esso allopatico, omeopatico, fitoterapico, stregonico o altro.
Bisogna mettersi nella testa che il corpo umano è nato per stare bene, e che quindi la salute non è frutto di questo piuttosto che di quel rimendio, sia esso chimico, naturale o venuto dal cielo.
Quindi niente veleno del cobra reale per curare il cancro, e nemmeno lo Zyprexa per curare la psicosi.
Niente lettini degli psicologi, niente ipnosi, niente di niente.
Avete mai visto una tribù indigena utilizzare psicofarmaci o passare del temp
o su di un lettino (di paglia) davanti a uno psicologo?
I farmaci oltretutto sono un'invenzione relativamente recente e sembra ormai che l'uomo non possa più farne a meno.
La salute, dicevo, e così anche quella mentale, è frutto della singeria di cosa mangiamo, e qui viene fuori il fattore alimentare, dove l'unico modo corretto di nutrirsi è quello conforme al nostro disegno, e cioè quello vegano il più crudista possibile.
Psicologico, e quindi più amore, meno stress e zero lettino dello psicologo.
Ambientali e tossiche, quindi via da tutto quello che può interferire con la delicata biochimica celebrale, come amalgame, denti devitalizzati e metalli pesanti.
Vediamo, ancora una volta, i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell'uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti. 
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall'aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all'organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l'Uomo, bensì per i granivori. L'intolleranza al glutine è ormai considerata un'epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all'introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti "psicofarmaci": dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un'appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
-caffè, sigarette, alcolici, sostanze stupefacenti. 
Aggiungo alla lista tutti i farmaci, anche quelli più innocui, tutti gli ormoni e gli additivi alimentari,
Insomma, per non girarci intorno, come si "cura" un malato mentale?
Non a botte di siringoni, ma facendo due cose.
In un ambiente protetto, per riuscire a contenere le crisi di sospensione, che a volte possono essere infernali, bisogna scalare lentamente i farmaci, un farmaco alla volta, cominciando con il "meno potente", quindi se si prende un antidepressivo e un antipsicotico, si comincerà con l'antidepressivo, mentre se si prende un antidepressivo e un ansiolitico, si cominicerà con l'ansiolitico.
Si chiude piano piano il rubinetto dei veleni, e si apre quello delle sostanze benefiche, quindi frutta e verdura allo stato naturale (come dice il grande Valdo Vaccaro), sempre lentamente e senza fretta.
Solo il corpo può riequilibrare se stesso se gli viene data la possibilità.
Inoltre via tutte le otturazioni in mercurio, con relativo controllo dello stato di salute dei denti devitalizzati che, lo ricordo, sono appendici morte sede di proliferazione batterica incontrollata.
Non l'Entact, non lo Zyprexa.
Ci sarà un giorno in cui gli psicofarmaci rientreranno tutti nella tabella del DPR 309/90 e saranno considerati sostanze stupefacenti a tutti gli effetti.
Fossi quindi in Lei, mi opporrei al ricovero, non metterei mia moglie in mano a persone che conoscono come unica terapia trasformare un essere umano in uno zombie.
Informatevi sui vostri diritti a rifiutare le cure e a non essere sottoposti a trattamenti disumani, velenosi e che gridano vendetta.

4 commenti:

  1. Ciao Gianluca,

    ti rispondo non da esperta ma da ex- zombie. Se tua moglie era trattata da molto tempo con questi farmaci è probabile che gli ci voglia più tempo per ristabilirsi... a volte anche mesi perchè i farmaci rimangono nei tessuti del corpo, nel grasso (parole del mio medico). Tua moglie ha accanto un marito che la ama veramente. Comunque non può essere ricoverata contro il suo volere a meno che non sia pericolosa per se stessa e per gli altri (e non mi sembra il vostro caso). Secondo me dovreste cercare di rifiutare cortesemente il ricovero.

    Buona fortuna!

    Sara

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    1. Ciao Sara... scusa se tre lo dico, ma secondo me sarebbe ora di ricominciare a riappropriarci del reale significato delle parole!! Esperto, come dice la stessa parola, vuol dire che è qualcuno che ha fatto esperienza di una determinata situazione... per cui secondo me sei molto più esperta tu di come funzionano questi farmaci, che non quei macellai che si autodefiniscono "medici" o "esperti", ma che in realtà sono solo degli accademici del cavolo che si sono arrogati il diritto di decidere quello che è giusto per gli altri ma che in realtà fanno solo gli interessi di trafficanti senza scrupoli che per il profitto hanno architettato questo stupendo piano di annientamento delle coscienze!!

      Credo che sia arrivato finalmente il momento di iniziare a riappropriarsi della propria vita, imparando a decidere con la propria testa quello che è giusto o meno per sé stessi... ce ne sono parecchi di ex zombie che sono riusciti ad uscire fuori dall'inferno (con o senza farmaci, non importa), e questi sono i veri esperti che possono aiutare chi ancora non è uscito dal tunnel, per ritrovare la forza di riaccendere la luce dentro di sé!! :)
      Un caro abbraccio

      Daniela

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  2. I ricoveri non sono obbligatori se non ricorre un TSO O ASO...si tenga sua moglie fuori dalla psichiatria..al massimo la faccia seguire da un medico a pagamento sara' piu' disposto ad ascoltarla e magari evitarle il ricovero in un reparto inutile !!

    per mi consiglio basse dosi di entact o altro antidepressivo e a volte xanax basse dosi per ansia sono i meno dannosi s efatti con dosaggi bassi e poi a scalre ma zyprexa gonfia come palloni di chili e chili dia retta pochi farmaci !! ottima la melatonina..anche l'iperico lo trova in erboristeria

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  3. Capisco le perplessità verso gli psicofarmaci e anche il ruolo della dieta e delle attività quotidiana. Anche l'opposizione ideologica completa ai rimedi allopatici ha le sue ragioni, che però si sfumano nella pratica quando la sofferenza arriva ad essere naturale sì ma debilitante più ancora del farmaco (il ché siginifica parecchio, visto che hanno un bugiardino lungo come un contratto d'affitto e scritto più o meno colle stesse finalità e disposizioni d'animo). Quello che proprio trovo eccessivo è il voler escludere anche psicoterapia e psicanalisi e volersi affidare solo al veganesimo come ad una panacea. Accidenti! Non siamo mica -solo- ciò che mangiamo ma anche ciò che pensiamo, ciò che gli altri ci comunicano, ciò che desideriamo e ricordiamo. Questo tipo di malattie, a mio parere, lasciando stare chi le vuole ridurre a disfunzioni biologiche e/o ereditarie, nascono in ogni caso nei processi del pensiero e della vita sociale: una carota non ci salverà (da sola)!

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