domenica 7 aprile 2013

BUPRENORFINA: DA UNA DIPENDENZA ALL'ALTRA

LETTERA

Ho conosciuto da poco il tuo blog, mi piace come la pensi e sono d'accordo su tutto quello che scrivi. Una domanda vorrei porti, cosa ne pensi della buprenorfina? Io la prendo da tempo ogni giorno e certo non la trovo rincoglionente come altri psicofarmaci, in fondo dovrebbe essere morfina sintetica, più o meno l'effetto assomiglia, certo c'è la dipendenza a vita se non decidi di smettere ... che danni faccia non lo so!!!
Grazie in anticipo se mi rispondi
F.to Dioniso

RISPOSTA
Ciao Dioniso,
grazie dei complimenti.
Oltre a fare piacere, aiutano in una opera di divulgazione senza precedenti al fine di aprire finalmente i cervelli delle persone sul baratro in cui siamo sprofondati grazie alla psichiatria moderna.
Mi scuso intanto con i lettori che non hanno avuto ancora una risposta completa: abbiate pazienza, rispondo a tutte le mail e i commenti, privatamente e non a seconda delle richieste.
Veniamo a noi.
Cosa è anzitutto la buprenorfina?
La buprenorfina è un oppiaceo di semisintesi, utilizzato per contrastare le sindromi da astinenza da eroina, al pari del metadone.
Vuoi sapere cosa ne penso io?
Via la lobotomizzazione anzitutto, e vediamo le cose per quello che sono.
Io, e la corrente dell'igienismo che seguo, bocciamo senza esami a settembre tutte le sostanze farmacologiche, omeopatiche etc...che, al di fuori dei casi di emergenza da pronto soccorso, vengano utilizzate per combattere un sintomo e non la causa del problema.
Sostituire l'eroina con la buprenorfina, con il metadone, con insomma qualsiasi altra sostanza non ha senso.
Non ne ha perché il corpo NON ha bisogno di passare da una dipendenza a un'altra.
Il nostro corpo, formato da trilioni di cellule che si parlano in continuazione, può e deve lavorare in maniera indipendente, senza essere vittima o schiavo di una sostanza, sia essa chimica o naturale, per poter vivere e funzionare.
Guarire, e quindi anche disintossicarsi dall'eroina, significa vivere serenamente senza dover fare uso di essa o di qualsiasi altro sostituto.
E la guarigione non può prescindere, come dico sempre, dal passaggio a un'alimentazione vegana il più crudista possibile.
Come dice il grande Valdo Vaccaro: "si chiude piano piano il rubinetto dei farmaci, e si apre quello del succo zuccherino della frutta e della linfa clorofilliana delle verdure".
Questo significa guarire, non avere una vita ritmata e scandita dalle pastiglie, qualunque esse siano.
E non sminuisco la mostruosità delle sensazioni che si possono avere durante le crisi di astinenza tanto da stupefacenti illegali (le cosiddette droghe) che da quelli legali (gli psicofarmaci tutti).
Ma dopo aver avuto la faccia e il corpo deturpato da un mostruoso fuoco di S. Antonio durato ben quattro mesi, visto da tutti come una malattia, e invece capito, compreso e non curato farmacologicamente da me poiché considerato, giustamente, un'esplosione di pulizia interna che il mio corpo ha inteso fare dopo ben 2 anni di veganismo, penso di potermi permettere di dire la mia.
Ora, con la pelle di un bambino all'età di 37 anni, posso dire a tutti: date fiducia al vostro corpo, ne sarete ripagati.
Via le droghe, via i surrogati delle droghe, via gli psicofarmaci.
Arriverà un giorno in cui nessun essere vivente dovrà assumere, volente o nolente, questi farmaci demoniaci.




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