TRENTO. Assolta perché totalmente incapace di intendere e di volere ma con la misura di sicurezza di cinque anni di ospedale psichiatrico giudiziale. Si è chiusa così ieri mattina davanti al giudice Miori la vicenda giudiziaria di Ina Celma (difesa dall’avvocato Andrea de Bertolini) la ragazza accusata di aver ucciso a coltellate il pavese Marco Chiapparoli, suo promesso sposo. Un giudizio abbreviato che però forse non sarà l’ultimo. Ieri in aula c’era la mamma della vittima che ha accolto negativamente la decisione del giudice chiedendo al suo avvocato di presentare ricorso. Intanto la ragazza romena è già da tempo nella struttura di Castiglione delle Stiviere dove è seguita medicalmente anche con una terapia farmacologica. Per l’omicidio il pubblico ministero Licia Scagliarini aveva chiesto una condanna a 14 anni di reclusione, la parte civile 600 mila euro di risarcimento e la difesa il proscioglimento perché non imputabile in quanto incapace di intendere e volere al momento del fatto. L’omicidio risale alla fine di ottobre del 2011. La coppia si era trasferita da poco a Carisolo dove Chiapparoli aveva trovato lavoro come insegnante. Marco era stato ucciso presumibilmente verso le cinque di mattina. La donna era stata vista subito dopo che si aggirava in strada in stato di trance. Poi la donna è risalita in casa e ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi. A scoprire i due corpi sul letto il padrone dell’appartamento che era stato affittato dai due.
La donna era stata portata al Santa Chiara e qui sottoposta ad un delicato intervento. Intanto le indagini dei carabinieri coordinati dalla procura avevano portato ad individuare l’autore dell’omicidio. Ina Celma appunto. Numerose le perizie che sono state fatte sulla ragazza che era stata ricoverata per tre volte in Romania per problemi psichiatrici. E dopo diverse udienze, ieri si è arrivati al capitolo finale con la lettura del dispositivo della giudice Miori. Un’assoluzione che è stata positivamente accolta dall’avvocato difensore di Ina e non altrattanto dalla famiglia di Marco.
Ed è per questo che è probabile il ricorso.
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/06/26/news/delitto-di-carisolo-celma-assolta-1.7327832
COMMENTO
La vostra compagna comincia ad accusare sintomi depressivi, fatto ormai all'ordine del giorno.
Ecco che l'accompagnate da uno psichiatra (se non dal vostro medico di base), e dopo una veloce visita uscite dallo studio con una ricetta per un antidepressivo, ormai uno delle categorie SSRI o SNRI (rispettivamente, selettore della ricaptazione della serotonina, e della serotonina e noradrenalina), in quanto i vecchi antidepressivi triclici sono poco utilizzati.
All'inizio, la "cura" potrebbe anche dare la parvenza di funzionare, e quindi, dopo circa tre settimane, compare sul suo viso il fatidico sorriso da lobotomizzato: in pratica si diventa felici anche se la vostra vita rimane un fallimento.
Quando le cose non vanno bene però, dovrete cominciare ad avere paura di chi vi dorme a fianco, e anche molta.
Per quanto si continui a negare l'evidenza, gli psicofarmaci, e in particolare queste categorie di antidepressivi, trasformano le persone in assassine di se stesse e/o degli altri.
Scatenano vere e proprie emergenze omicidiarie e/o suicidiarie, dove si scatena una furia incontrollabile, che si placa solo quando si fa letteralmente fuori se stessi o un altro essere umano.
Non ci credete? Poco male, tanto posso portarvi migliaia di esempi in tutto il mondo.
Sapete che i carabinieri intervenuti sul posto hanno rilevato tracce di sangue fino al soffitto? Una mattanza, con decine e decine di coltellate inferte senza apparente motivo, mentre due esseri umani dormivano uno a fianco dell'altra.
E la donna, dopo aver ammazzato così il proprio compagno, è stata trovata vagare nella neve, dopo aver tentato di tagliarsi le vene.
La moderna psichiatria sta letteralmente trasformando inermi esseri umani nei personaggi dei peggiori film horror.
Pietro Bisanti
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