lunedì 18 agosto 2014

ANCONA, ACCOLTELLA E UCCIDE LA FIGLIA DI UN ANNO E MEZZO

E’ accaduto in una frazione di Ancona, Collemarino. L’uomo di 34 anni è in stato di fermo. La moglie: ho visto la mia piccola insanguinata, ho sperato che lui si uccidesse

Ancona, primo pomeriggio di ieri. Un uomo disperato scende dalle scale con una bambina di un anno e mezzo fra le braccia. La piccola è un fagotto di sangue e una scia rossa parte dal terzo piano e viene giù assieme a quell’uomo, a quella bimba. Alessia non respira più ma suo nonno supplica il cielo che quel che vede non sia vero: «Vi prego, salvatela. Vi prego...» implora i ragazzi dell’ambulanza ai quali la consegna. Ci provano, a salvarla. Con rabbia, quasi. Per mezz’ora provano a rianimarla, a tamponare le ferite, a ordinare al cuore di tornare a battere: «Avanti, riprendi...». Quasi potessero convincerlo con le parole. Quando è l’ora della resa la prima a scoppiare in lacrime è la dottoressa dell’automedica. Si chiama Liliana Rodriguez: «Non credevo che fosse possibile tanta cattiveria su una bambina così piccola» racconta con la voce che non smette di tremare. «Tanta cattiveria», cioè quella di Luca Giustini, il padre trentaquattrenne della piccola. Ieri pomeriggio era solo in casa con lei e, per qualche motivo che soltanto lui conosce, ha preso un coltello da cucina e l’ha colpita più volte. La coltellata al cuore è stata quella fatale.
shadow carouselLa tragedia di Collemarino

Poi una chiamata a sua moglie Sara che era in spiaggia con i suoi genitori e l’altra figlia di 4 anni: «Vieni, ho fatto un casino». Quando Sara è arrivata a casa, nel quartiere di Collemarino, è stato come se Luca avesse colpito anche lei con la stessa coltellata al cuore. Nella tenenza dei carabinieri, al piano di sotto, qualcuno l’ha sentita urlare e piangere, chiedere aiuto. Un minuto dopo suo marito era giù, in caserma, suo padre Roberto era accanto a lei e ad Alessia, e si sentivano delle sirene: stavano arrivando medici e infermieri. I soccorritori non sono nemmeno saliti al terzo piano. È stato Roberto Bedini a scendere di corsa le scale con la nipotina stretta fra le braccia. Ma non c’era più tempo, nessuna speranza. Sara è scesa con le mani e i vestiti insanguinati. Ha trovato un filo di voce per dire una sola cosa prima di lasciarsi andare sfinita: «Ho lasciato il coltello vicino a lui sperando che si ammazzasse». E invece i carabinieri l’hanno trovato dove lei lo aveva visto. E hanno trovato un uomo che sembrava assente. «Assolutamente non in sé» dice chi gli è stato vicino nelle ore successive, mentre si cercava di comporre il puzzle del movente che al momento sembra non avere nemmeno un tassello.

Gli uomini del comandante provinciale Antonio Amoroso hanno sentito parenti e amici della coppia nella speranza di ricostruire uno scenario che possa spiegare il perché di tanta crudeltà. Ma finora la parola più ricorrente degli inquirenti è quella che non spiega niente: raptus. Qualcuno, nel quartiere, ha detto ai cronisti locali che negli ultimi tempi Luca sembrava stressato. Altri hanno parlato di un rapporto di coppia in crisi. C’è chi parla di un momento di furore per un pianto prolungato. Ipotesi. Ma nei verbali raccolti finora sembra non ci sia traccia di tutto questo. Sara, 32 anni, infermiera all’ospedale regionale di Torrette, ieri era troppo scossa per sopportare una deposizione approfondita. E anche sua madre Daniela che ripete «l’ho cresciuta io, povera creatura. Era tutta insanguinata...» ha avuto un malore quando ha saputo che Alessia era morta. Quando ha lasciato la caserma sotto casa sua Luca è stato portato via attraverso il passaggio dei garage: davanti alla tenenza c’era troppa tensione fra i parenti e gli amici della coppia. Alcuni erano così esasperati da far temere un linciaggio. Lui è ancora vivo ma per Sara non esiste più. È come se avesse davvero preso quel coltello e si fosse ucciso.

fonte www.corriere.it


COMMENTO

La tragedia è immane, e il rispetto per il dolore altrui sta proprio nell'astenersi a fare commenti inutili, superflui e fuori luogo.

Vedremo se salterà fuori l'utilizzo di antidepressivi SSRI-SNRI: gli elementi, purtroppo, ci sono tutti

Pietro Bisanti

1 commento:

  1. per dovere di cronaca il legale dell'infanticida ha smentito che nei liquidi organici ci fosse traccia di droghe e farmaci come sembrava trapelare l'altro giorno... la Procura non ha né smentito né confermato questa ipotesi in attesa di prendere visione del referto ufficiale delle analisi... resta il fatto che appare molto strano che un uomo che non aveva mai dato problemi in passato, che era un padre e un lavoratore inappuntabile, nel giro di poche settimane sia "impazzito" fino al tragico gesto finale! Solo una depressione "esplosiva" non può giustificare un atto del genere contro una figlioletta che gli assomigliava tantissimo e a cui voleva un bene dell'anima...

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