mercoledì 10 dicembre 2014

LO XEPLION MI RENDE IMPOTENTE... BRAVI PSICHIATRI, UN ALTRO SUCCESSO

LETTERA

Salve signor Pietro ho scritto sul forum delle disfunzioni sessuali che l'assunzione di Xeplion mi ha provocato ma non ho ottenuto risposta. Vorrei dei consigli su come gestire questa situazione, vorrei restare anonimo e in caso voleste soldi non li ho però se mi aiutate rispondendomi ve ne sarei grato 

Cordiali saluti

Lettera firmata


Buongiorno Anonimo,
e grazie di avermi scritto.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno, non prescrivo nulla e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi: via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Lei ha ben chiaro cosa sta assumendo?

Lo Xeplion è la versione depot (quindi in puntura a durata mensile a rilascio prolungato) del farmaco Invega, antipsicotico atipico il cui principio attivo è il paliperidone.

Al di là degli altisonanti nomi, le parlo ben chiaro...

Quello che sta assumendo è stato progettato per porre una vera e propria cappa sul suo cervello, agendo sui recettori del neurotrasmettitore dopamina.

Quindi, per una parvenza di tranquillità, lei sta donando la sua vera essenza di essere umano.

Perderà, nel tempo, oltre alla sua funzione sessuale, anche la capacità di emozionarsi, di ridere, di scherzare, di decidere consapevolmente.

Ingrasserà (se già non è accaduto) di decine di chili.

Comincerà a puzzare di chimica, e la sua pelle si squamerà.

Questa è la vita che si aspetta?

Può qualcosa che dovrebbe "curare" ridurla in questo stato?

Ora lei sa i fatti.

Le invio in posta elettronica, gratuitamente, il mio libro, oltre ai 539 articoli consultabili gratuitamente nel blog.

Tocca a lei combattere.

Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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