lunedì 5 gennaio 2015

DONNA UCCIDE IL FIGLIO DI 13 ANNI: ANTIDEPRESSIVI, SENTO IL VOSTRO FETORE

SAN SEVERINO (MARCHE)
Donna uccide il figlio di 13 anni

«Vogliono portarmelo via»

L’episodio al culmine di una lite: il bambino, raggiunto da nove coltellate, era atteso dal padre (separato dalla moglie) con il quale avrebbe dovuto trascorrere il Natale

Deborah Calamai e il figlio Simone shadow
Inseguito sul pianerottolo. Ammazzato dalla madre con 9 coltellate. Il ragazzino aveva 13 anni. «L’ho ucciso perché me lo vogliono portare via». Così avrebbe detto ai carabinieri Deborah Calamai, la donna di 38 anni che la sera della Vigilia ha ucciso il figlio Simone Forconi a San Severino Marche, in provincia di Macerata. La donna è stata arrestata per omicidio e portata nel carcere di Camerino. Secondo quanto hanno potuto appurare gli investigatori, Deborah era seguita dall’ospedale per problemi psicologici iniziati nel 2005 e già in passato aveva dato segni di squilibrio. Lavorava, da precaria, in una casa di cura per anziani.

L’episodio al culmine di una lite: il bambino, raggiunto da nove coltellate, era atteso dal padre (separato dalla moglie) con il quale avrebbe dovuto trascorrere il Natale

Deborah Calamai e il figlio Simone Deborah Calamai e il figlio Simone shadow
Inseguito sul pianerottolo. Ammazzato dalla madre con 9 coltellate. Il ragazzino aveva 13 anni. «L’ho ucciso perché me lo vogliono portare via». Così avrebbe detto ai carabinieri Deborah Calamai, la donna di 38 anni che la sera della Vigilia ha ucciso il figlio Simone Forconi a San Severino Marche, in provincia di Macerata. La donna è stata arrestata per omicidio e portata nel carcere di Camerino. Secondo quanto hanno potuto appurare gli investigatori, Deborah era seguita dall’ospedale per problemi psicologici iniziati nel 2005 e già in passato aveva dato segni di squilibrio. Lavorava, da precaria, in una casa di cura per anziani.

Fonte: Corriere.it



COMMENTO

Ci vuole una laurea in Medicina, anni di master e specializzazioni per capire quello che ormai è ovvio a tutti fuorché agli psichiatri? Sono gli psicofarmaci a trasformare le persone in assassine di se stesse e/o degli altri.

"Essere in cura" al giorno d'oggi significa solamente "assumere psicofarmaci".

Chiunque manifesti un qualunque disturbo mentale non viene sottoposto a nessun accertamento diagnostico per verificare se vi sia o meno una causa organica alla base di quanto in atto.

Niente di niente.

L'alimentazione, poi, per i medici, vale meno di zero.

Ora il futuro di questa donna è segnato: sarà riempita a vita di farmaci in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Questo significa aiutare un altro essere umano?

E se le crisi depressive di questa donna fossero state scatenate dall'ormai epidemica intolleranza al glutine, solo per fare un esempio?

No, affibbiamole subito l'etichetta di squilibrata... E che il valzer di farmaci abbia inizio.

Psichiatria... non hai toccato il fondo... sei ancora più giù.

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.



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