giovedì 9 aprile 2015

SINDROME DI ASPERGER: DEPAKIN E RISPERDAL, SPARITI I CAPELLI. HO ROVINATO MIO FIGLIO?


LETTERA

Gent., a nostro figlio con diagnosi Sindrome di Asperger circa 8 anni fa abbiamo iniziato a dargli il risperdal e il depakin solo perché ha avuto una crisi aggressiva a causa di un brutto voto e ricoverato in ospedale l’hanno sedato e poi per 7-8 anni siamo andati avanti su ordine dello psichiatra che lo seguiva perché adesso non lo porto più e non gli do più niente perché ho saputo che il risperdal oltre a poter causare un ictus restringe la massa celebrale, e il depakin gli ha fatto sparire i capelli ora ho il rimorso di aver rovinato mio figlio e vorrei sapere se questo dubbio sia vero, grazie! 

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno sig. Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Pochi dubbi ho sul fatto che l'autismo e quindi anche la cosiddetta Sindrome di Asperger (una specie di "autismo ridotto") siano il frutto dell'insulto più grande che possa essere fatto a un bambino: le vaccinazioni pediatriche.

Detto questo, dobbiamo gioco forza guardare avanti e non indietro.

La terapia che suo figlio sta assumendo è quella "standard" per il disturbo bipolare.

In pratica appiattiscono le emozioni di suo figlio in modo tale da renderlo docile e mansueto.

Il solito rimedio distruttivo e farlocco della moderna Psichiatria, che senza colpire la cause, va a stroncare i sintomi con farmaci che sono e rimangono pozioni demonianche... pillole assassine.

Noi invece dobbiamo colpire le cause, che sono quasi sempre di origine organica e metabolica.

In pratica è il corpo di suo figlio che non funziona, e di conseguenza la testa, i pensieri e le azioni.

Non ha rovinato suo figlio, in quanto la sua giovane età può permettere un recupero, ma sicuramente il vostro credere ciecamente ai medici gli ha comportato anni e anni di non vita.

Tornare indietro ora non è per nulla semplice, e siete gli unici che potete/dovete prendervi tutte le responsabilità legali e personali del caso.

Prima cosa: prendere, ai sensi dell'art. 32 della Costituzione, la salute nelle proprie mani.

Iniziare lo scalaggio farmaci, cominciando dall'antipsicotico.

Scalaggio del 10% al mese; una volta finito, si può iniziare con il Depakin, qui utilizzato in funzione di stabilizzatore dell'umore.

Questo secondo i protocolli internazionali utilizzati dalle associazioni che aiutano nella dismissione da psicofarmaci.

Tenere sempre a mente che è necessaria una sorveglianza 24 h su 24, in quanto lo scalaggio degli psicofarmaci comporta spesso l'insorgenza di pesanti crisi, anche con tendenze lesioniste e/o autolesioniste (omicidi e suicidi compresi), anche senza preavviso.

Affiancare un'alimentazione vegana, crudista quanto basta, con eliminazione immediata di glutine e latticini, quali principali distruttori della salute mentale.

Si procuri immediatamente una copia del mio libro: "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere", ove troverà risposta a tutte le sue domande.

Legga, rifletta e decida.

Io ci sono

Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


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