mercoledì 9 settembre 2015

QUATTRO ANNI SENZA PSICOFARMACI, MA LA SITUAZIONE NON MIGLIORA


LETTERA

Gent.mo sig. Pietro, ho letto con molto interesse l'articolo comparso su Google + che parla di lei e dell'encomiabile lavoro da lei svolto a beneficio della salute di noi cittadini. Da un po' di tempo mi interesso di acquistare più consapevolezza dei farmaci e del loro uso alla luce delle logiche di marketing delle lobby farmaceutiche.

Vivo drammaticamente un caso in famiglia con un figlio di 30 anni che ha assunto psicofarmaci in passato ma da 4 anni ha coraggiosamente smesso da solo e non intende più prendere farmaci. Ma comunque la sua vita ne risulta devastata avendo avuto diverse esperienze negative e tuttora è in difficoltà. Mi piacerebbe parlarne meglio per avere qualche suggerimento da lei visto che mi trovo da sola a far fronte a questa situazione.

La ringrazio in anticipo se vorrà concedermi la sua cortese attenzione. Desidero anche avere il suo libro che pagherei volentieri in contrassegno o comunque come meglio mi potrà indicare.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonima,

e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Un primo passo nella giusta direzione l'ha fatto, e cioè quello di chiedersi esattamente cosa siano gli psicofarmaci e quali alternative possa avere suo figlio.

Ora cercherò di completare questo cerchio, sperando di poter aiutare suo figlio ad aiutarsi.

Gli psicofarmaci lasciano un profondo sconquasso all'interno del corpo umano, e a volte sono necessari anni di rigida attenzione verso la propria salute per poter riacquistare un giusto equilibrio.

Si tratta fondamentalmente di un problema di tossicità: la cosiddetta "malattia mentale" ha spesso una base organica, quindi di tipo tossico.

L'organismo semplicemente non riesce a funzionare bene, e lo fa capire attraverso tutta una serie di sintomi psichiatrici che vengono SEMPRE E COMUNQUE etichettati come disturbi di tipo psicologico.

Nessuno nega che una vita dura possa incidere sul benessere psicologico, ma non si può nemmeno negare quanto una vita fisicamente errata (soprattutto in campo alimentare) possa avere risvolti anche drammatici sulla mente.

Quindi, cosa dobbiamo fare?

Dobbiamo dare al nostro corpo la possibilità di ristabilirsi nel più breve tempo possibile e con il minor sforzo possibile.

In campo alimentare, nulla batte un'alimentazione vegana, crudista quanto basta, a ZERO glutine e a bassissimo livello di grassi, con un consumo moderatissimo di cereali senza glutine e legumi.

Mangiamo come esseri umani che diamine!  E non come leoni o uccelli.

Il tutto sarà completato da esposizione al sole e una moderata attività fisica aerobica.

Non ci sono ricette magiche. Vale il binomio "cibi puliti - pensieri puliti".

Il tutto da farsi con grande gradualità, affrontando le crisi eliminative che arriveranno, ma sapendo che le redini le ha in mano il proprio sistema immunitario, e non un incompetente in camice bianco, che in nome della Legge può rovinare, impunemente, la vita di altri esseri umani.

Ci sentiamo in privato
Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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