mercoledì 4 novembre 2015

MI OBBLIGANO A PUNTURE DI NEUROLETTICI. COME POSSO DIFENDERMI?

LETTERA

Ciao Pietro,

sono una ragazza di 27 anni con un grave problema, ovvero la famiglia e gli psichiatri che mi vorrebbero sotto farmaci a vita e ad ogni nuovo evento non fanno altro che aumentare, cambiare, sostituire terapie. Sono ormai dieci anni che non vivo più a causa loro. C'è stato un periodo in cui avevo scalato i neurolettici all'insaputa del mio psichiatra e avevo ricominciato a star bene, ma saputo della cosa ora mi costringono ad assumere i farmaci intramuscolo. 

Praticamente vengono a casa mia, e me la somministrano. Sono d'accordo con i miei genitori e se provo a ribellarmi addirittura arrivano a mettermi le mani addosso per tenermi ferma e farmi la puntura. Un'altra volta mi sono barricata in casa e hanno ordinato ai vigili di sfondare le porte. Io non ne posso più di questa vita. Dormo tutto il giorno a causa dei farmaci, non ho più voglia di uscire, non studio, non lavoro. Quando stavo senza farmaci un lavoro ero riuscita a trovarlo, ma ora mi è impossibile perché sono troppo debole. Loro se ne fregano perché basta che sia calma e sedata che per loro va bene non importa se poi non ho una vita. 

Ultimamente ho chiesto al mio psichiatra di togliere le punture, ma lui dice che le dovrò prendere a vita, o meglio non lo dice ma lo fa intendere dicendo che l'abilify è come una puntura per un diabetico e quindi la dovrò fare sempre, ma così non vivo più. Sono troppo debole e offuscata. Non ho una malattia precisa. C'è stato un periodo un po' così in seguito alla quale mi hanno diagnosticato la schizofrenia ma onestamente non credo a questa diagnosi molto dubbia. 

Quando mangio bene e faccio attività fisica senza farmaci mi passano tutti i problemi. Per questo credo fortemente nella possibilità del corpo umano di regolarsi da sé un po' come te. Soltanto che vengo costretta a fare le siringhe dai miei genitori a casa e dagli psichiatri e così facendo mi stanno togliendo la vita. C'è un modo anche legale con cui potrei uscirne? Spero possiate essermi d'aiuto.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonima,

e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Cerchiamo prima di capire bene quali siano i tuoi diritti.

Ai sensi dell'art. 32 della nostra Costituzione, NESSUNO può essere sottoposto a cure mediche contro la propria volontà A MENO di un provvedimento coercitivo emesso in ossequio a un dispositivo di Legge, che deve avere delle forme ben precise e dei requisiti altrettanto precisi.

Compreso questo, per iniettarti forzosamente un depot di Abilify, essendo tu maggiorenne, deve giocoforza essere stato emesso un provvedimento di Trattamento Sanitario Obbligatorio che necessita di TUTTI questi requisiti di Legge:

- la persona deve trovarsi in uno stato di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici;
- gli interventi proposti vengono rifiutati
- non è possibile attuare misure extraospedaliere.

In soldoni, se tu appari tranquilla NESSUNO può a forza farti una puntura.

E anche se tu apparissi in stato di agitazione, HAI LA POSSIBILITA' di farti "offrire" un ventaglio di opzioni terapeutiche, prediligendo una terapia orale invece che una depot.

Ma i signoroni in camice bianco se ne guardano bene dal dirtelo, perché è molto più facile il depot, devastante metodologia a lento rilascio.

Tutto quello che va contro quanto descritto è un REATO punito a norma di Legge.

Ora, bisogna capire le motivazioni per cui i tuoi genitori ti stiano spingendo verso gli psicofarmaci: paura, ignoranza, convinzione di fare qualcosa di buono per te?

A meno che tu non sia alla mercé di due veri e propri aguzzini, è molto meglio averli come alleati piuttosto che come nemici.

Sicuramente, poi, qualcosa è successo per cui sei finita sotto le maglie della Psichiatria, ma i tuoi ragionamenti sono assolutamente lucidi e sensati, e hai compreso bene quanto lo stile di vita sia alla base di tutto.

Devo saperne di più.

Ci sentiamo in privato

Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.




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