LETTERA
Ciao mi chiamo *****, ho 26 anni e sono sempre stata una persona studiosa dal lunedì al venerdì mentre il sabato uscendo con gli amici avevo un po' il vizio di bere giusto per staccare un po la spina.
Tutto è iniziato quando avevo 19 anni, mia madre era malata di tumore e in quel periodo di malattia ho sofferto molto essendo figlio unico e non andando molto d'accordo con mio padre mi sono ritrovato solo eccetto gli amici che ho sempre avuto.
Mia madre dopo un po' morì e io iniziai l'università come era suo volere. Chiaramente la morte di una madre crea un vuoto incolmabile che non si può sfogare. Dopo 3 mesi dalla morte di mia madre, mesi in cui piangevo tutti i giorni.. all'università iniziai ad avvertire un senso di vuoto..di tachicardia, di difficoltà di concentrazione, di chiusura.
Una sensazione mai avvertita prima. Era come se mi mancasse l'aria, come se il cervello era irrequieto. Ero freddo. Sudavo freddo inspiegabilmente anche senza fare niente in sensazione di normalità.
Non diedi peso a questa cosa. I sintomi continuavano ad accentuarsi. Andai dal medico il quale mi disse che probabilmente ero ansioso. Mia madre lo era. Tuttavia, feci degli esami per escludere eventuali patologie. Tutto nella norma ma i sintomi diventarono totalmente insopportabili.
Non potevo fare nulla che mi sentivo in agitazione. Nemmeno mangiare nulla. Fumare sigarette mi faceva tranquillizzare momentaneamente. Mi recai dal dottore il quale dopo molte esitazioni mi prescrisse Paroxetina da prendere mezza compressa al dì. MIRACOLO!!!
Dopo due settimane circa tutto cambiò. Stavo da DIO, mi sentivo invincibile. Ero in piena forma di me stesso..sebbene a volte sembrava che anche i grandi problemi mi scivolassero dandomi un senso di menefreghismo.
Con le donne ero sempre stato timido, da quel momento iniziai ad essere diciamo più sfacciato e iniziai ad uscire con tante donne e ad andare anche meglio all'università ottenendo 30 quasi ad ogni esame.
Erano scomparsi tutti i malesseri. Erano anni fantastici. Mi sentivo un leone. Dopo qualche mese (età 20 anni) conobbi una ragazza. Me ne innamorai e andai a convivere con lei dopo pochi mesi al Nord.
Notai però che nonostante la ragazza mi piaceva tanto avevo un difetto. Non riuscivo sempre ad eiaculare. Lessi il foglietto illustrativo della Paroxetina e notai tra gli effetti indesiderati l'anorgasmia.
Mi spaventai e decisi quindi di smettere di colpo il trattamento con questo farmaco. INCUBO!!!
Tornarono i malesseri e soprattutto ora il problema sessuale era opposto. Eiaculavo in meno di 10 secondi. Prima dell'assunzione di tale farmaco la mia eiaculazione era nella norma. Decisi quindi di riprendere l'assunzione di tale farmaco sempre mezza compressa al mattino.
Nel frattempo essendo andato a vivere al Nord stoppai l'università e mi dedicai al lavoro. Facevo il rappresentante. Ottenevo anche nel lavoro splendidi risultati. Guadagnavo abbastanza bene. Nel dicembre 2011 fui lasciato da questa ragazza.
Soffrivo tanto tantissimo, nemmeno la Paroxetina mi aiutava e iniziai quindi a bere alcol (vino e birra) in maniera più frequente oltre a prendere la Paroxetina.
Decisi di scendere a casa mia e di abbandonare quindi il nord. Nel frattempo bevevo per dimenticare assumendo sempre Paroxetina.
Dopo circa 4 mesi conobbi la mia attuale ragazza e tutto tornò nella "normalità", assumevo Paroxetina e bevevo un po' di meno. Iniziai una convivenza e decisi di cambiare il lavoro dedicandomi a quella che oggi è la mia seconda attività oltre quella di fotografo.
Mi occupo di affiliate web marketing. Guadagno davvero molto bene, la mia ragazza mi ama e sembra che tutto vada liscio. L'unica cosa che nel tempo ho provato a stoppare la Paroxetina perché erano già 3 anni che la assumevo ma all'interrompere questo trattamento stavo peggio di prima.
Bevevo per sostituire la Paroxetina. Sono una persona che si impegna molto mentalmente nel lavoro dando il meglio di me stesso ma ho bisogno di staccare spesso la spina e lo faccio bevendo un po' e svagandomi. Col tempo però sarà forse il bere, un po' la tolleranza a tale farmaco ho notato che i sintomi in maniera progressiva si sono ripresentati e ho deciso di assumere 1 compressa (sotto consiglio del medico curante) ma anche con una compressa le cose non miglioravano.
Ho preso quindi una compressa e mezzo per diversi mesi e stavo benino. Col tempo però il bere, la sedentarietà e forse anche la convivenza mi hanno portato ad impigrirmi tant'è vero che sono ingrassato di 30 kg. Il mio peso attuale è arrivato a 94 kg in confronto ai 65 di prima.
Successivamente si sono ripresentati i sintomi (anche con una compressa e mezzo). Ho deciso quindi di consultare uno Psichiatra il quale mi abbinò alla Paroxetina una benzodiazepina, il Minias.
Questa volta però ero contrario ad assumere benzodiazepine. Non l'ho mai fatto continuando pur a stare male ma arrivando ad assumere 2 compresse al giorno di Paroxetina e un litro di vino al giorno per far sì che il mio cervello avvertisse quella sensazione di leggerezza, di brillezza (come quando agli inizi assumevo la Paroxetina).
Consulto un altro psichiatra il quale mi consiglia di smettere di bere prescrivendomi il Campral un medicinale che allevia il desiderio di bere e benzodiazepine come il TAVOR.
Anche stavolta decido che le benzodiazepine non le assumerò mai e poi mai. Ad oggi mi ritrovo con questa situazione di attacchi di panico e ansia nonostante assuma 2 compresse al giorno di Paroxetina e bevo per sentirmi brillo anche perché mi da la sensazione di maggior concentrazione.
Infatti posso bere anche tantissimo ma non mi ubriaco mai. Chiaramente questa situazione non può durare anche perché il mio fegato è un po' ingrossato (causa alimentazione ed alcol e mi hanno detto anche la Paroxetina). Sono ormai 7 anni che assumo Paroxetina, se provo a smettere eiaculo molto precocemente e i sintomi si accentuano e non riesco a fare nulla.
Non so più come rimediare, non vorrei dipendere ulteriormente da questo farmaco per il resto della vita. Cosa puoi consigliarmi?
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi...
Scusami se sarò diretto ma sono dell'idea che sia inutile girarci intorno con tanti, inutili manierismi che non servono a nulla.
Sei l'ennesima persona che mi scrive cercando di mascherare le conseguenze del proprio obbrobrioso stile di vita con "il dolore per un lutto familiare".
No, no e ancora no.
Lasciamo stare mamma e papà, con il massimo rispetto per la morte e per la tua situazione conflittuale, "relegandoli" al massimo a mera, piccola concausa, oppure a "miccia" che hanno permesso l'accensione di tutti i tuoi problemi.
Qui parliamo di un corpo che TI HA RESTITUITO LA MERDA CHE TU GLI HAI DATO.
Alcol, fumo e probabilmente anche canne (questo me lo confermerai tu), oltre a un'alimentazione sicuramente orripilante, e il tuo corpo (e quindi la tua mente) hanno ceduto.
Una macchina a benzina non potrà MAI e poi MAI continuare ad andare a diesel senza rompersi prima o poi.
Il tuo corpo ha fatto lo stesso. Senza se e senza ma.
E tu cosa hai fatto?
Sei andato dal tuo pusher legalizzato, che ti ha fornito la dose.
La dose per un po' ha funzionato ma poi hai avuto bisogno di aumentarla...
E pur aumentandola non sei mai più riuscito ad ottenere lo stesso sballo della prima volta.
Eccoti qui, un tossicodipendente legalizzato, niente di più niente di meno.
Hai compreso ora quanto gli psicofarmaci siano merda al pari delle droghe illegali?
Detto questo, ora ci troviamo davanti a una situazione di gravissima intossicazione.
Il fatto che tu NON TI UBRIACHI significa, al pari del navigato eroinomane che non schiatta neanche se si infila in vena tre grammi di roba pura, che il tuo corpo NON HA PIU' ALCUNA CAPACITA' DI REAZIONE, e questo è un male, un enorme male.
Sei come il fumatore che non ha più quella tosse grassa, benefica, che significa REAZIONE DEL CORPO all'introduzione di un veleno: ora stai semplicemente subendo, accumulando, fino al punto di non ritorno, fino a quando il tuo corpo non si "romperà definitivamente".
Hai avuto "successi" economici e scolastici sotto droga. Quanto di questi successi è farina del tuo sacco?
Ora, hai due possibilità:
1) Continuare a imbottirti di sostanze chimiche sempre più forti per poter avere uno straccio di vita normale (normale, non "super") fino a quando non ti "spaccherai" definitivamente.
2) Cambiare ORA, sapendo che dovrai stravolgere il tuo stile di vita, soprattutto alimentare. Sarà dura, anzi durissima, la Paroxetina è l'antidepressivo SSRI più difficile da dismettere, oltre a tutte le altre dipendenze che hai accumulato nel tempo.
Questo è il piano di battaglia.
Sei l'ennesima persona che mi scrive cercando di mascherare le conseguenze del proprio obbrobrioso stile di vita con "il dolore per un lutto familiare".
No, no e ancora no.
Lasciamo stare mamma e papà, con il massimo rispetto per la morte e per la tua situazione conflittuale, "relegandoli" al massimo a mera, piccola concausa, oppure a "miccia" che hanno permesso l'accensione di tutti i tuoi problemi.
Qui parliamo di un corpo che TI HA RESTITUITO LA MERDA CHE TU GLI HAI DATO.
Alcol, fumo e probabilmente anche canne (questo me lo confermerai tu), oltre a un'alimentazione sicuramente orripilante, e il tuo corpo (e quindi la tua mente) hanno ceduto.
Una macchina a benzina non potrà MAI e poi MAI continuare ad andare a diesel senza rompersi prima o poi.
Il tuo corpo ha fatto lo stesso. Senza se e senza ma.
E tu cosa hai fatto?
Sei andato dal tuo pusher legalizzato, che ti ha fornito la dose.
La dose per un po' ha funzionato ma poi hai avuto bisogno di aumentarla...
E pur aumentandola non sei mai più riuscito ad ottenere lo stesso sballo della prima volta.
Eccoti qui, un tossicodipendente legalizzato, niente di più niente di meno.
Hai compreso ora quanto gli psicofarmaci siano merda al pari delle droghe illegali?
Detto questo, ora ci troviamo davanti a una situazione di gravissima intossicazione.
Il fatto che tu NON TI UBRIACHI significa, al pari del navigato eroinomane che non schiatta neanche se si infila in vena tre grammi di roba pura, che il tuo corpo NON HA PIU' ALCUNA CAPACITA' DI REAZIONE, e questo è un male, un enorme male.
Sei come il fumatore che non ha più quella tosse grassa, benefica, che significa REAZIONE DEL CORPO all'introduzione di un veleno: ora stai semplicemente subendo, accumulando, fino al punto di non ritorno, fino a quando il tuo corpo non si "romperà definitivamente".
Hai avuto "successi" economici e scolastici sotto droga. Quanto di questi successi è farina del tuo sacco?
Ora, hai due possibilità:
1) Continuare a imbottirti di sostanze chimiche sempre più forti per poter avere uno straccio di vita normale (normale, non "super") fino a quando non ti "spaccherai" definitivamente.
2) Cambiare ORA, sapendo che dovrai stravolgere il tuo stile di vita, soprattutto alimentare. Sarà dura, anzi durissima, la Paroxetina è l'antidepressivo SSRI più difficile da dismettere, oltre a tutte le altre dipendenze che hai accumulato nel tempo.
Questo è il piano di battaglia.
1) Acquistare immediatamente il mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere". Non divento certo ricco vendendoti un libro, ma a te permetterà di capire finalmente in chiave igienista come funziona il corpo umano e come lo si mantiene in salute.
2) Leggere ATTENTAMENTE questo vademecum che spiega ESATTAMENTE come ripristinare la salute quando si è in terapia psichiatrica http://pietrobisanti.blogspot.it/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html, e potrai seguire il piano alimentare ivi esposto.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Ogni giorno andato è un giorno perso se non si comincia.
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG "ALIMENTAZIONE E SALUTE". LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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