Voglio dedicare interamente un articolo a uno degli psicofarmaci più prescritti, più distruttivi, più deleteri in assoluto mai ideati dalle menti malate delle case farmaceutiche: lo Zyprexa.
Cosa si nasconde dietro questo nome? Si nasconde un farmaco della classe degli antipsicotici che servirebbe a "curare" persone affette appunto da psicosi, che sono veri e propri attacchi in cui ci si disconnette dalla realtà.
Bomba atomica lo definirei io, sostanza micidiale che ha rovinato e continua a rovinare milioni di persone nel mondo.
È un farmaco che agisce sui recettori celebrali creando uno sconquasso senza precedenti, che è causa di diabete, di malattie cardiovascolari, di tutta una serie di problemi che si manifestano soprattutto con un aumento di peso.
Ma non un aumento modesto, qui parliamo di aumenti di peso dell'ordine di 20, 30 e anche 40 kg.
Peso che anche una volta dismesso il farmaco difficilmente si riesce a eliminare, essendo stato acquisito in maniera del tutto innaturale.
Quanta gente perfettamente sana dovrà ancora finire miseramente a causa di sostanze come queste? Quando si capirà che sedare una persona con lo Zyprexa (che arriva a far dormire anche 20 ore al giorno) noni significa guarirla? Quando si capirà che guarire significa tornare un essere autonomo, pensante, efficiente, e senziente nella società, e non gli inebetiti che vediamo camminare nelle nostre strade? Quando si capirà che un corpo ingolfato da cadeveri, latticini, zuccheri e farine raffinate, aspartame, coloranti, nitrati e nitriti e tutto l'armamentario di sostanze chimiche che è diventata la nostra cucina non potrà mai e poi mai generare pensieri positivi, umani, di tollerenza, di calma e di pazienza.
Quando si capirà che il cibo è intimamente collegato ai nostri pensieri, e che il cervello è un organo affamato di buon cibo?
Quando si capirà che l'ansia, la depressione, gli attacchi di panico sono facilmente annientabili con una dieta vegano tendenzialmente crudista che provvederà e riequilibrare, sfiammare, disintossicare il nostro malandato intestino e di conseguenza la nostra area celebrale?
Lo Zyprexa ha rovinato la vita di milioni di persone, ne ha disintegrato le speranze, le aspettative, la gioia di vivere, trasformandoli in mongolfiere trascinanti completamente inebetite.
E non sono bastate le centinaia di class action intentate e vinte negli Stati Uniti d'America per far sparire dal mercato cotanta porcheria.
Centinaia di anni or sono già Ippocrate aveva capito tutto riguardo al cibo, mentre molti di noi, in un'era di informatizzazione totale con la possibilità di documentarsi, continuano a cadere nell'ovvietà, facendosi rovinare e prendere in giro da un sistema medico volto solo ed esclusivamente al profitto.
Nessun vi aiuterà, dovete prendere in mano la vostra vita da soli, dovete imparare a cancellare la lobotomizzazione imparando a vedere il mondo per quello che è, e non per come ci viene dipinto.
Uno psichiatra in camice bianco che vi allunga una ricetta dello Zyprexa equivale a un pusher legalizzato, a un dispensatore di sostanze stupefacenti e di morte, che vi terrà incollato a lui vita natural durante, continuando a imbottirvi di sostanze che obnubileranno per sempre la vostra coscienza.
Siamo nati per essere magri, vivi, ottimisti, altruisti, empatici, compassionevoli. Questa è la nostra vera natura, ma il cibo che ingeriamo e i pensieri di cui ci nutriamo esacerbano il lato peggiore di noi, e lo squallore generalizzato è davanti agli occhi di tutti.
Può sembrare così banale che il modo di alimentarsi vegano tendenzialmente crudista sia la pancea di tutti i mali, ma in realtà è così.
La purtrefazione della carne porta la purtrefazione dei pensieri; la collosità dei latticini porta la deformazione dei pensieri: il cibo è la cosa più intimamente collegata a ognuno di noi e solo alimenti vivi, vivificati, compatibili con il nostro essere fruttariani potranno fornirci quel connubio di salute tra anima e corpo che tutti noi disperatamente cerchiamo ma che nel mondo animale è la regola.
Quando troverete un gorilla depresso allo stato brado, fatemi un fischio.
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