lunedì 12 agosto 2013

ARTERIA SUCCLAVIA SINISTRA OSTRUITA, MA PER I MEDICI SONO UNA PAZZA DEPRESSA E VOGLIONO SOLO IMBOTTIRMI







LETTERA
 

Salve signor Pietro, mi chiamo Serena e le scrivo per raccontarle la storia di mia madre, per fortuna non grave come quella di altri suoi lettori, ma solo per illustrare la perversione del sistema sanitario e la pressione a far assumere psicofarmaci anche a chi non ha problemi psicologici.
Un paio d'anni fa, mia madre mentre faceva le pulizie di casa, cominciò ad accusare stordimento, dolore al petto, intorpidimento del braccio sinistro... Per fortuna era con mia sorella, quindi subito ambulanza e pronto soccorso dove le fecero elettrocardiogramma e tutti gli esami del caso da cui risultò che non solo non era infarto-il cuore essendo in perfetta salute-ma anche tutto il resto era sano e non riuscivano a spiegarsi cosa avesse avuto, quindi la mandarono a casa.
Nei mesi seguenti, mia madre ebbe altre crisi e, siccome la prima volta aveva creduto di stare per morire di infarto, in concomitanza aveva anche attacchi di panico e faceva entra ed esci da vari ospedali senza mai venirne a capo.
Durante uno di questi controlli, le si avvicinò una dottoressa, le pose qualche domanda sulla sua vita familiare e subito la fatidica frase:"signora, la sua é depressione, é questa che si deve curare, smetta di fare preoccupare inutilmente la sua famiglia".
Da un lato poteva essere plausibile: tranne mia sorella, gli altri due figli lontani; la separazione (voluta) da mio padre; il lavoro a periodi, in effetti le scuse per appioppare la depressione c'erano tutte.
Solo che la dottoressa non aveva fatto i conti con le credenze politiche di mia madre che l'hanno portata a diffidare delle lobbies farmaceutiche, quindi si fece trattare da incompetente, venduta e ignorante. Ovviamente alla diagnosi di depressione, aggiunse rabbia repressa!
Comunque il primario, credendo alla causa organica, la invió a Bologna, perché ci lavorava un suo amico medico molto stimato e comunque quell'ospedale era più all'avanguardia che a Palermo.
La tennero due settimane in cui la raggiunsi anch'io da Parigi. Soliti esami, ecodoppler, elettrocardiogramma e solito risultato: niente. Mia madre era sempre più demoralizzata perché tutti le dicevano che fisicamente non aveva niente quindi non poteva essere che psicologico e lei stessa iniziava a dubitarne. Chiesi di parlare al primario il quale mi disse testuali parole:"sua madre non ha niente. Ha solo un po'di depressione e bisogno di attenzione ma non vuole prendere farmaci perché per voi del sud é vergogna". Io risposi che, conoscendo bene mia madre, non era depressione ma semplicemente sfiducia nei sistema sanitario che trasforma in depressione tutte le malattie che non riesce a spiegare e che, avendo avuto mia nonna sotto benzodiazepine, non era proprio il caso di parlare di psicofarmaci senza una reale urgenza. Lui, rassicurandomi, disse che i moderni farmaci non sono pericolosi come le vecchie benzodiazepine, é molto piu facile smettere la cura e non hanno quasi effetti collaterali e quindi, io che ero la figlia, potevo convincere mia madre a prenderli. Risposi:"ma anche no", ringraziai e me ne andai.
Mia madre fu dimessa il giorno dopo!
Tornata a Palermo, ebbe un appuntamento con un medico consigliatole da una mia zia e, finalmente, la diagnosi: l'arteria succlavia sinistra quasi completamente ostruita e il corpo, per ovviare al ridotto afflusso di sangue al braccio sinistro, aveva invertito la circolazione sanguigna dell'arto. In questo momento non ricordo bene come, ma é una evento talmente raro che mia madre é stata visitata da orde di studenti universitari.
Adesso per fortuna sta meglio ma cosa sarebbe successo se non fosse stata una donna forte, informata e supportata da famiglia e amici?
La sua opera é importante, può aiutare molte persone e farò quel che posso per divulgare il suo blog. Grazie signor Pietro e scusi per questa mail un po' lunga.




RISPOSTA

Gent.ma sig.ra Serena,
una tale perla andrebbe incorniciata e insegnata in ogni corso/master in psichiatria nelle università dell'intero globo.

La sua storia, e la ringrazio per averla condivisa, è la piena dimostrazione che quanto vado dicendo ha un suo senso e una sua logica (che solo un cieco non vedrebbe).
Corpo e mente sono un tutt'uno, e quindi moltissime manifestazioni di tipo psichiatrico hanno alla base una causa organica non diagnosticata.

Grazie a Lei e alla sua splendida famiglia, sua mamma è riuscita a non farsi irretire da questa spocchiosa, arrogante, ignorante psichiatria moderna, dove tutti sono pazzi e gli unici normali sono loro. E ora, se posso darle un consiglio, la segua dal punto di vista alimentare, seguendo i dettami che questo blog porta avanti.

Chiunque abbia una storia da raccontare riguardo ai drammi della psichiatria, scriva a pbisant@hotmail.com

L'opera informativa senza precedenti di questo blog va avanti con ancor più consapevolezza: quella di avere ragione.

1 commento:

  1. IO HO LA CERVICALE E CREDONO TUTTI CHE I SINTOMI CHE HO SIANO ATTACCHI DI PANICO! MA IO NON CI CREDO E NON CI CREDERÒ MAI A LORO!

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