(ASCA) – Torino, 31 dic – Ha sparato alla moglie, alla figlia, alla suocera, poi ha avvertito i carabinieri e si e’ conficcato un coltello nello stomaco, ed e’ morto anche lui poco dopo il ricovero in ospedale. Tragedia a Collegno, popoloso comune alle porte di Torino, alimentata dalla crisi economica e dalla depressione. Una famiglia, comet tante altre, quella di Daniele Garattini, 57 anni, agente di commercio. Persino una casa al mare dove trascorrere le vacanze. ”Dieci giorni fa mi aveva confidato la sua preoccupazione per aver perso il lavoro”, racconta Gianni Pesce, vicino di casa ed ex assessore del comune torinese. Garattini era agente di commercio per conto della Benetton che pero’ aveva deciso di recente di ristrutturare la rete. L’uomo, non ancora pensionabile, con una figlia universitaria di 22 anni, Giulia, e i genitori anziani, sarebbe stato schiacciato prima dall’angoscia di non poter mantenere il suo livello di vita, pur potendo contare ancora su qualche risparmio, poi dalla depressione: a quanto risulta si sarebbe anche rivolto a un medico. A far precipitare la situazione probabilmente l’atmosfera di festa di questi giorni e il capodanno i coniugi Garattini avevano deciso di trascorrerlo in famiglia. Ma questo pomeriggio, poco prima delle 14, l’uomo ha deciso di farla finita, non si sa se per effetto di una discussione o dopo averlo programmato: ha esploso sei colpi, di una pistola calibro 7,65 regolarmente denunciata, alla moglie Letizia Maggio, 54 anni, impiegata alla Lavazza, attiva anche politicamente; alla suocera Daria Maccari, di 84 anni, uccise sul colpo, e alla figlia, che, subito soccorsa e’ morta poco dopo in ospedale. Quindi, la telefonata ai carabinieri: ”Ho ucciso la mia famiglia” e l’ultimo gesto contro se stesso.
Fonte: www.sardiniapost.it
COMMENTO
Una persona perde il lavoro e quindi perde la testa e stermina la propria famiglia?
Quando il mondo si sveglierà dal torpore e capirà che basta una compressa delle classi degli antidepressivi SSRI e SNRI (rispettivamente selettore della ricaptazione della serotonina e della serotinina-noradrenalina) per trasformare un uomo mite in un assassino di se stesso e/o degli altri?
La frase "a quanto pare risulta si sarebbe rivolto ad un medico" significa solo una cosa: psicofarmaci.
Vorrei tanto sbagliarmi, ma sento che non è così.
Invito tutti a leggere i miei articoli a tema, digitando in alto a destra nel motore di ricerca interno del blog la parola chiave "uccide": vi si aprirà un mondo fino a d'ora sconosciuto.
La moderna psichiatria ha colpito ancora, e adesso che si infanghi pure la memoria di quest'uomo senza nemmeno sapere se sono stati (come io purtroppo credo) gli psicofarmaci somministrati a trasformarlo in ciò che mai sarebbe diventato.
Pietro Bisanti
Per tutti: a breve uscirà il mio primo libro "ASSASSINI IN PILLOLE: La psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere": prenotazioni a pbisant@hotmail.com
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