lunedì 17 marzo 2014

CITALOPRAM, ELOPRAM, LEVOPRAID, PAROXETINA, CIPRALEX, XANAX: UN FIUME DI FARMACI E L'INFERNO IN TERRA

Ciao Pietro,

consentimi di darti del “tu” poiché leggendo quotidianamente il tuo blog posso 
affermare ad oggi con certezza che mi hai aiutato più di chiunque altro.
Mi chiamo B., abito a ****** e la mia storia è una storia come
tante, non pretendo compassione ne tanto meno cercare una corsia preferenziale 
per farmi compiangere, storia che è cominciata quando avevo 20 anni – oggi ne 
ho 36 – segnata dall’abuso farmacologico psichiatrico indotto dall’ignoranza 
della moderna medicina occidentale che mira a curare il sintomo e non la causa, 
che mira ad ingrassare le pance strabordanti delle multinazionali farmaceutiche 
buone solo a generare malati sempre più gravi e zombie, come tu li chiami, 
incapaci di emozionarsi e di guardare alla vita con gioia e serenità, 
sentimenti per cui l’uomo è stato generato, scevro di sofferenze indotte da 
beceri professorini universitari da quattro soldi.

Ebbi il mio primo attacco di panico all’età di 20 anni. Sappiamo tutti ormai 
come si manifesta: sensazione di costrizione alla gola, sensazione di non 
riuscire a respirare, iperventilazione, tremori e la paura crescente durante 
tutto il giorno di ricadere nell’incubo, insonnia. Mi sono curata da un – ora 
noto – psichiatra milanese che mi prescrisse Seroxat ed in due mesi devo 
confidarti che mi ha risolto il problema. Si, per due mesi.
Dopo circa sette anni gli attacchi di panico sono tornati, ho cambiato 
psichiatra. Uno psichiatra di Como che mi ha consigliato il mio ragazzo di 
allora e da quel momento è cominciato l’incubo. Premetto che sono sempre stata 
contro l’uso degli psicofarmaci ma la mia condizione era talmente invalidante e 
la mia cultura in merito molto limitata pertanto sono finita anch’io nella 
trappola psicofarmaco = cura definitiva.

Sono passati ben CINQUE/SEI ANNI da quando ho cominciato la “cura” cambiandola 
ogni volta perché la mia resistenza al farmaco mi impediva di protrarla nel 
tempo, percui via a qualsiasi tipo di farmaco, dal Citalopram all’Elopram, dal 
Levopraid alla Paroxetina ed infine Cipralex ma, in tutto questo bailamme, lo 
Xanan non mi ha mai abbandonato. 

Ma l’ultimo anno è stato INFERNALE e credimi, la parola INFERNALE è solo un 
eufemismo.
Sono stata tacciata di essere ipocondriaca, ho speso una valanga di soldi 
perché ogni maledetta volta che lamentavo un sintomo VERO ( non inventato, né 
indotto dall’ansia ) lo psichiatra mi rispediva a casa dicendomi che è tutta 
ansia! E’ ansia andare al cesso in diarrea per quasi un anno di fila per ben 
tre/quattro volte al giorno? E’ ansia la depressione indotta dall’abuso di 
XANAX ?? E’ ansia la sensazione di svenimento continuo che avvertivo quando non 
riuscivo nemmeno ad alzare un braccio?? E’ ansia i dolori muscolari lancinanti 
che avvertivo a giorni alterni ?? Ed ancora, è ansia la voglia di gettarmi dal 
balcone, di dormire continuamente, di rifuggere la vita sociale e la paura di 
svegliarmi la mattina desiderando fortemente l’arrivo della sera per non 
pensare?? No Pietro. Io VOGLIO e DEVO ribellarmi a tutto questo schifo che 
circonda questo mondo fatto solo di misera ipocrisia! TU MI HAI AIUTATO. La mia 
storia stava andando a puttane per colpa di quella merda e potrei continuare 
fino all’esasperazione.

Ma ho qualcosa di buono per te, Pietro.
Se non fossi stata una donna caparbia, con un intelletto volto alla ricerca 
della verità, ma la verità quella vera non quella che ti fanno credere tutti i 
giorni, a quest’ora sarei chiusa in una cassa al camposanto. Ho chiuso con gli 
psicofarmaci, ho intrapreso un percorso di disintossicazione da Cipralex a 
Dicembre 2013, ho preso la scatola e l’ho buttata nella spazzatura e da 
Settembre 2013 sto continuando a scalare lo Xanax ( assumevo 60 gocce al giorno 
) ora a tutt’oggi sono arrivata ad assumere 10 gocce e la dismissione non è 
certo facile ma ce la sto facendo, alimentandomi in maniera sana poiché nel 
corso di tutto questo tempo ho avuto problemi gastrointestinali non 
indifferenti ( inoltre scovata intolleranza a Lattosio, Lieviti e Nichel ).
Sto praticando l’agopuntura ( concedimelo perché può non fare effetto ma 
almeno non fa male! Nel mio caso trovo molti benefici ) e sedute dalla 
psicoterapeuta che è il mio angelo custode e tanto, tanto amore da parte di 
amici e parenti.

E voglio concludere dicendoti che ho pianto tanto nel leggere le testimonianze 
di quelle povere madri incastrate in un presente diabolico originato 
dall’incompetenza medica, di quei poveri figli ridotti a cumuli d’ossa, incapaci di 
provare la benché minima emozione. Voglio aiutarti Pietro se posso fare 
qualcosa e desidero che le nostri voci da ora in avanti si moltiplichino fino 
ad espandersi a tal punto da far scomparire tutta la sofferenza inferta al 
genere umano e ..voglio conoscerti, per stringerti la mano, per abbracciarti e 
dirti che stai facendo un lavoro encomiabile che merita tutto il “nostro” 
rispetto. 

Ti lascio il mio numero di cellulare e se vorrai sarà un vero piacere 
incontrarti anche solo per un caffè poiché Seveso è ad uno schiocco di dita da
*****: ********.

Avanti così Pietro, non sei solo.


B.



RISPOSTA

Carissima B.,
un caldissimo abbraccio ti giunga già con questo messaggio.

E lo estendo a tutte le persone che soffrono.

Cosa può fare questo piccolo uomo?

Continuerò a battermi per far sì che più persone possibili possano avere informazioni vere e reali su cosa siano gli psicofarmaci, per poi decidere autonomamente e consapevolmente.

Una testimonianza magnifica come la tua meriterebbe di essere incorniciata e affissa davanti alle psichiatrie pubbliche e private di tutta Italia.

Io la conserverò nel mio cuore durante questo lungo cammino che ho intrapreso.

Sono forte come il granito e so come muovermi, ma so anche che gli attacchi che questo blog e la mia persona ricevono aumenteranno esponenzialmente in relazione alla notorietà e l'interesse che vedo crescere giorno per giorno.

E, senza vergogna, vi dico che ho bisogno di ognuno di Voi.

Non lasciatemi solo.

Pietro Bisanti

Per tutti: a breve uscirà il mio primo libro "ASSASSINI IN PILLOLE: La psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere": prenotazioni a pbisant@hotmail.com

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2 commenti:

  1. Ciao Pietro,
    sono l'autrice della testimonianza e voglio ringraziarti per averla inserita nel blog. Voglio e spero sia utile a tante anime che hanno bisogno di aprire gli occhi e cominciare a vivere una vita fatta di sentimenti reali e non indotti dalla chimica.

    E grazie ancora a te Pietro per quanto stai facendo,
    B.

    RispondiElimina
  2. Ciao Pietro, sono una donna di 50 anni che ha preso per 12 anni lo xanax e negli ultimi 4 anni vari antidepressivi, stabilizzando la terapia con 30 mg di Cymbalta al giorno. Voglio precisare che il mio medico curante in questi anni non mi ha mai indirizzata verso specialisti (forse è meglio così), si è dato una importanza notevole nel curare il mio caso! A Settembre, con l'ultimo barlume di lucidità rimasto mi reco da una psicologa e comincio il mio percorso di scalaggio farmaci, ovviamente inizio con il farmaco più deleterio (detto dai medici), lo xanax. Percorso lungo, ma non impossibile, sostenuto da mio marito e mia figlia.Scalo per tre mesi fino ad arrivare a zero, fate conto però che ero arrivata a prenderne circa 20 mg al giorno e tale dose uccide una persona in condizioni normali. I primi giorni chiedevo a mio marito di sostenermi, perché mi sentivo come una lastra di cristallo, vulnerabile a tutti gli eventi ed estremamente fragile. Continuo la terapia con Cymbalta 30 mg ed arrivo a venti giorni fa, quando durante la seduta di psicoterapia esprimo una sensazione di trattenimento verso l'azione che mi accompagna e mi impedisce di fare e pensare alcunché. Comunico alla psicologa la mia intenzione di sospendere il Cymbalta e lei ovviamente dice no, non la ascolto, vado avanti , resisto e scopro il tuo sito, e più leggo testimonianze e più sono convinta di quello che già pensavo, e più leggo che è pericoloso dismettere farmaci e più resisto, anche se all'inizio i sintomi d'astinenza sono davvero invalidanti perchè non li conosci e ti fanno paura. Ho sempre raccomandato ai miei figli di far funzionare il cervello e possibilmente di indirizzarlo nella giusta direzione, quando avevo sintomi importanti da sospensione, leggevo testimonianze ed anche se non conoscevo quelle strane sensazioni,le ho affrontate ricorrendo a quello che potevo fare: respirazione profonda, meditazione, yoga, alimentazione. Chiaramente la psicologa dice che l'ho dismesso facilmente perchè il dosaggio è basso ed anche perchè il farmaco ha fatto effetto ed il mio organismo non ne ha più bisogno, cazzate, minchiate di gente che non sa un cazzo, che non ha disagi economici ed esistenziali, io mi sono salvata, forse è presto per dirlo, la vita è fatta di eventi belli ed eventi meno belli, ma se abbiamo una forte motivazione (tutelare la nostra salute), difficilmente si ricadrà in quel percorso che non porta in nessun posto se non alla nostra morte. Particolare interesse vorrei porre verso i medici curanti, che predicano bene, ma poi fanno il contrario, io continuo ad andare in farmacia, chiedere e pagare il Cymbalta (che poi si faranno prescrivere loro a mio nome) e conservare le compresse inutilizzate, voglio vedere fino a quando la dottoressa mi farà la ricetta senza appurare il mio reale stato di salute. Credo che avrò altro da dirti circa l'accumulo di veleno nell'organismo, sto tenendo un diario dove annoto progressi, sensazioni,effetti sospensione ecc.Preciso che ero una persona brillante, avevo una vita e un'autostima invidiabile, vorrei riprendermi la mia dignità di individuo, anche se molti remano contro. Ti ringrazio per tutto quello che fai

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