Trascinata dal Suv per chilometri: sei anni e mezzo all'investitrice
L'incidente a San Giorgio delle Pertiche, il corpo della 22enne Giulia era stato straziato. La conducente guidava in stato di alterazione
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE - E stata condannata con rito abbreviato a sei anni e sei mesi di reclusione Fiorenza Benetton, la sessantaquattrenne di Arsego, conducente del Suv cui è rimasto agganciato per tre chilometri e mezzo il corpo diGiulia Spinello, la studentessa ventiduenne di Santa Giustina in Colle, orribilmente straziata nell'incidente a San Giorgio delle Pertiche.
La donna era accusata di omicidio colposo, guida in stato di alterazione psicofisica, omissione di soccorso e falso ideologico in atto pubblico per non aver dichiarato, in sede di revisione della patente, di essere affetta da un disturbo depressivo, curato con una terapia polifarmacologica a base di sostanze psicoattive.
COMMENTO
Le sentenze non si giudicano, si accettano e, al massimo, si impugnano.
Ma questo non significa che dobbiamo tutti rimanere inermi e muti come un branco di lobotomizzati.
Ed io, la mia, la voglio proprio dire.
Prima il nostro Paese accetta di rendere prescrivibili gli psicofarmaci, e poi, incurante di quali siano i veri effetti di queste sostanze, "scarica" la colpa sul malcapitato di turno.
Mi spiego meglio, per non apparire superficiale.
Questa donna, molto probabilmente, ha cominciato a soffrire di depressione.
Si sarà recata, direttamente o tramite il medico di base, da uno psichiatra, il quale, lungi dal voler scandagliare le cause organiche/fisiche/ambientali/alimentari alla base del disturbo presentato, ha prescritto un cocktail di farmaci, tra cui sicuramente un antidepressivo SSRI od SNRI.
Questi farmaci, oltre a non aver curato un bel cavolo di niente, hanno preso il "controllo" della mente di questa povera donna, che, pochi dubbi ho a riguardo, non si sarà nemmeno resa veramente conto di quello che ha fatto.
Purtroppo i miei 20 anni di esperienza come operatore delle Forze di Polizia (ed i 14 come ricercatore indipendente del mondo della psichiatria-psicofarmaci) mi hanno fatto comprendere come la Magistratura penda dalle labbra dell'esperto psichiatra di turno, senza minimamente mai chiedersi se non siano proprio i farmaci stessi i responsabili di questa epidemia di violenza, volontaria o meno.
Sei anni e sei mesi per omicidio colposo (senza aver capito che cosa stesse succedendo); omissione di soccorso (senza aver capito che cosa stesse succedendo).
Inoltre, l'articolo sopra indicato riporta il reato di "guida in stato di alterazione psicofisica": questa fattispecie, ci tengo a precisare, non esiste. Esiste il reato di "guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti e/o psicotrope", e come "psicotrope" viene ricompresa la categoria delle benzodiazepine e non degli antidepressivi.
È probabile che la donna, spaventata di perdere la patente oltre che di venire stigmatizzata quale malata di mente, abbia omesso di dichiarare il proprio "disturbo".
È verissimo che una ragazza è morta, ma buttare per sei anni e sei mesi il colpevole sbagliato in galera non la riporterà sicuramente in vita.
Questo è quello che penso: il colpevole NON è questa donna, vittima di un sistema, quello psichiatrico, subdolo, malato, perverso ed incentrato solo sul profitto.
Il colpevole è la psichiatria stessa, e con essa chiunque abbia approvato e continui ad approvare l'utilizzo di tali, demoniache sostanze.
Se la sentenza passerà in giudicato rimanendo di tale portata, a questa donna non rimarrà altro che imbottirsi ancora di più, se già non lo sta facendo.
Tutto questo sarebbe stato evitato semplicemente se chi l'ha avuta in cura avesse perso mezz'ora del suo tempo per comprendere le vere cause alla base del disturbo depressivo in atto.
Vada in galera, signora, e anche lì continuerà ad essere una fonte di profitto.
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questo blog a diventare un piccolo faro nella notte per quanto riguarda
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concerne il mondo della salute mentale.
Siamo partiti da zero e in tutto questo tempo tante persone
hanno finalmente capito come esista un'alternativa ad imbottirsi di sostanze
chimiche non meglio identificate, che uccidono il corpo e addormentano l'anima.
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E ancora...le alternative "non violente", legate
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mascherarlo.
E ancora...lo stretto legame tra ciò che mangiamo e come ci
sentiamo, anche a livello mentale.
Tutto questo visto da un operatore di polizia, che da 20
anni osserva con i propri occhi lo sfacelo che la psichiatria moderna ha
portato e tuttora porta nella vita delle persone.
Senza dimenticare la dismissione dai farmaci, per molte
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