martedì 9 settembre 2014

ANNI DI FARMACI E MINACCIA DI TSO: IL BULLISMO IN PSICHIATRIA DEVE FINIRE

LETTERA

Buonasera sig. Bisanti,
Grazie per questo blog e per tutto ciò che sta facendo in nome della verità e del rispetto della vita umana.
Mi chiamo **** ed ho ***** anni, vivo a ******.
Per buona parte della mia vita (affermerei dalla nascita...) ho subito ripetute violenze fisiche, morali e materiali dal crudele sistema psichiatrico, che hanno coinvolto me e i miei cari.
La storia inizia oltre 50 anni fa, quando mia nonna paterna in seguito ad un trauma esistenziale viene introdotta alla "cura psichiatrica" e di lì anni costellati da situazioni di dolore per tutta la mia famiglia. Poi l'esperienza triste del mio povero papà, morto prematuramente a soli 53 anni dopo lunghi trattamenti di "cura psichiatrica forzata" che gli hanno causato danni irreversibili al cuore, alla circolazione, ai reni, obesità e quanto altro..
Con l'adolescenza, vivendo contemporaneamente queste situazioni di sofferenza familiare, chiesi l'appoggio psicologico senza ottenere reale beneficio e poco più avanti, attorno ai 16-17 anni è iniziato il calvario farmacologico con gocce e antidepressivi vari, nessi e connessi. Il primo ricovero psichiatrico nel 2005 con diagnosi depressiva. Sono seguiti anni ancor più difficili nel tentativo di ristabilire un equilibrio psicofisico sano e il cercare di vivere una vita lavorativa, affettiva e in generale umanamente normale, dignitosa...assumendo comunque sempre quei maledetti psicofarmaci! Per non parlare della psichiatra che in tutti questi anni si è sempre limitata a dosare o cambiare farmaco, mai a scalare o sospendere sebbene avessi grossi fastidi.
Due anni fa il secondo ricovero con nuova diagnosi di disturbo bipolare (per me allora termine sconosciuto). È seguita rieducazione e convincimento alla cura dalla subentrata psichiatra ussl tramite lettura di testi da lei consigliati riguardo il mio nuovo stato di "malattia" mentale. Nuova terapia con litio, antipsicotici, neurolettici fino a tre mesi fa quando ho detto a me stessa stop.
Ho consultato una sola volta uno psichiatra privato perché mi aiutasse a scalare gradualmente i farmaci perché la risposta della psichiatra era irremovibile: li devi prendere a vita, il litro lo do anche ad una mia paziente di 67 anni, se avrai problemi alla tiroide prenderai un farmaco apposito. Se smetti i farmaci rischi un spdc, ti faccio un tso, vedo già adesso che stai male..
Morale: da giugno ho tolto piano piano l'antipsicotico e il litio stando attenta a tutte le reazioni da dismissione come inizialmente una specie di tic alla bocca (mi sentivo tirare il muscolo mandibolare), l'insonnia compensata con la lettura e altre minori alterazioni.
Ho iniziato a mangiare meglio quasi in maniera vegetariana perdendo circa 12 chili negli ultimi mesi (contro i 23 messi dopo due mesi di ospedalizzazione nel 2012).
Per ora procede bene. I problemi sono il controllo del csm da parte degli operatori con telefonate ed inviti alla continuazione della cura perché dalla verifica della litiemia, i valori sono scesi. Mi hanno fissato il controllo del sangue a fine settembre e a metà di questa settimana la visita psichiatrica ed io non so più come uscire da questa gabbia infernale.
Per cortesia mi indichi cosa fare per tutelarmi e salvarmi considerando i tempi ristretti e il fatto non secondario che il familiare con cui sto momentaneamente coabitando, già complice del sistema psichiatrico, mi potrebbe incastrare con tso o altro. Mio malgrado ho già subito i danni.
Le lascio il mio numero con la speranza mi possa contattare in questi giorni o mi possa rispondere alla mail.
Rinnovo il mio più sincero e forte ringraziamento per tutto ciò che potrà fare. Con i migliori saluti,
RISPOSTA
Buongiorno Anonima (ho tutelato i tuoi dati per privacy),
ci diamo del tu, in quanto ci siamo sentiti telefonicamente questa mattina.
Grazie della tua testimonianza che mi permette di ribadire un concetto.
Nessuno, dico nessuno, può permettersi di minacciare ricoveri. Il bullismo in psichiatria deve finire.
Sei stata bravissima a scalare, e ora, come ti ho detto al telefono, devi andare avanti, spingerti oltre, abbracciando senza riserve un'alimentazione che sia più verso il vegano-crudista.
Via glutine e latticini, principali responsabili dell'epidemia di disturbi mentali che viviamo al giorno d'oggi.
Ho già allertato il nostro servizio di assistenza legale, con il solito motto che ci contraddistingue: chi non può pagare, non paga nulla. Chi può pagare poco, paga poco. Chi può pagare tanto, paga il giusto.
Non abbandoniamo nessuno, mai.
Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.


Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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