lunedì 8 settembre 2014

CITALOPRAM, COMPENDIUM, PASADEN: HO RISCHIATO LA MORTE, E ORA SONO NEL BARATRO


LETTERA

Buongiorno, mi chiamo F. e sono una cinquantaduenne di Cremona. Un anno fa ho sofferto di attacchi di panico a causa della morte di mia madre. Perciò sono andata dallo psichiatra che mi ha prescritto Citalopram (5 gocce al giorno per una settimana poi 10). Mi sono premurata di avvertirlo della mia alta sensibilità ai farmaci, soprattutto le anestesie. Nel senso che mi fanno molto più effetto che agli altri. Dopo 4 giorni che prendevo il Citalopram insieme a Pasaden e Valium all'occorrenza, sono collassata. Una gita in ambulanza al Pronto soccorso poi dimessa, altri 2 giorni di antidepressivo e poi il corpo impazzisce. Smetto immediatamente in accordo con lo psichiatra e per 10 giorni rischio la morte. Non mangio,  non bevo, non dormo, non cammino. Persi 5 chili in una settimana. Poi il corpo torna a vivere insieme agli attacchi di panico. Cambio psichiatra e consultati altri due entrambi mi prescrivono ansiolitici da prendere ogni giorno 3 volte. Io ancora non so nulla dei pericoli degli psicofarmaci e mi affido al loro consiglio. Ma non sto bene, anzi. Dopo 2 settimane di Pasaden non ho gli attacchi di panico ma malessere diffuso, tremori e sudorazione notturni. Poi di nuovo corpo in tilt. Decido di interrompere. Crisi similepilettica. Allora assumo Compendium. Gli psichiatri del pronto soccorso mi dicono di prenderne di piu ma 15 gocce 3 volte al giorno mi rendono uno zombie. Sto sempre peggio quindi dopo 2 settimane, in accordo con la nuova psichiatra decido di toglierlo 1 goccia al giorno. Nel frattempo, stando sempre peggio, comincio a leggere su Internet e scopro ciò che mi accadrà. Ora sono 7 mesi che rischio la morte con sevizie inenarrabili. Il mio sistema nervoso è impazzito. I muscoli sono impazziti. Tremori fischi sudori bruciori ansie contrazioni nausee, non posso descrivere tutto ma li ho sopportati finora solo perché sapevo cosa li aveva provocati. Nessuno psichiatra ammette ciò che mi sta accadendo ne vuole guardare su Internet. Mi segue un neurologo che pratica l'agopuntura, ma sono stata peggio. Adesso vorrei provare con l'ipnosi. Sono in un incubo, a casa mia, badanti giorno e notte, sofferenze indescrivibili e non so più a che santo votarmi. Vuole darmi lei qualche consiglio? Sono stata sintetica nel racconto perché non mi sarebbe bastato un giorno per raccontarle tutto. Aspetto una sua risposta via mail. La ringrazio infinitamente.


RISPOSTA

Buongiorno sig.ra F.,
e grazie di aver voluto scrivere a questo piccolo uomo.

Come premetto sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non prescrivo farmaci né curo nessuno, essendo io stesso un grande sostenitore delle capacità autoguaritive del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

La sua tragica storia esprime praticamente gran parte dei concetti presenti nel mio libro: "ASSASSINI IN PILLOLE: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".

Questi ignoranti laureati sono stati a un passo dall'ucciderla: se solo il suo sistema nervoso non fosse riuscito a reggere, si sarebbe potuta tramutare nell'ennesimo caso di suicidio o suicidio/omicidio di cui leggiamo sempre più spesso sui giornali.

La morte di sua madre non è stata la ragione per cui crollata. Questo evento non ha fatto altro che fungere da detonatore per un corpo già fisicamente sull'orlo del precipizio.

E al posto di imbottirla, questi pseudo medici che non ammettono le proprie colpe nemmeno davanti all'evidenza più totale, avrebbero dovuto rafforzare il suo corpo fisico, impostandole in primis un'alimentazione degna di questo nome.

Ora è il momento di fare sul serio, e di riprendersi la propria salute.

Le scrivo via mail.

Pietro Bisanti


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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.








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