mercoledì 31 dicembre 2014

ANTIDEPRESSIVI: LA FAVOLETTA DEL "MESE DI ADATTAMENTO"

LETTERA

Ciao Pietro,un link ad un articolo interessante che finalmente mette in luce cose che sai-sappiamo da tempo


F.TO Juri




RISPOSTA

Ciao Juri,
grazie come sempre del tuo valido contributo.

Veniamo a noi. Via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Voglio nuovamente sfatare la bugiarda filastrocca recitata a memoria dagli psichiatri: "Stia tranquilla, tutti i sintomi fastidiosi passeranno entro il primo mese, e comincerà a sentirsi bene.. il corpo deve adattarsi".

Tutte balle, e anche cosmiche.

Nessun corpo potrà mai adattarsi a un veleno di totale sintesi chimica.

Tutta la sintomatologia che si sviluppa nei primi giorni di assunzione altro non è che la reale tossicità del farmaco e lo sforzo immane del corpo umano per contrastarlo.

Atto, questo, destinato a fallire, in quanto tali molecole sono programmate per superare la barriera ematoencefalica.

Quindi, diciamo le cose per come stanno.

Se non vi suicidate e/o sterminate la vostra famiglia come sempre più spesso accade (basta leggere i giornali con occhio critico), starete prima male, ed è un bene, in quanto il corpo sta tentando di reagire.

Poi starete bene, ed è un male, perché significa che il vostro corpo non ha i mezzi per contrastare queste vere e proprie droghe legalizzate.

E in men che non si dica, ecco che arriverà l'assuefazione, tanto negata dagli psichiatri in tema di antidepressivi.

Chiedetelo invece a chi tenta da anni di dismettere farmaci come la Paroxetina, la Fluoxetina e tutti gli altri antidepressivi SSRI-NSRI: l'inferno sceso in terra.

Siete liberi di credere o a un camice bianco plurilaureato, che altro non fa se non somministrarvi farmaci, o a questo piccolo uomo, che vi dice le cose come stanno.

Avete i fatti. È ora di reagire

Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.



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