lunedì 2 febbraio 2015

GHIGNO SATANICO DELLA PSICHIATRA MENTRE RIESCE A SIRINGARE UN POVERO RAGAZZO SPAVENTATO

LETTERA

Salve signor Bisanti, scrivo per conto di mio cugino. 
E' un ragazzo di 25 anni, soffre di attacchi di panico e manie ossessive, nonché ipocondria da circa 3 anni. Dopo svariate visite da altrettanti medici ed escluse tutte le cause fisiche, i genitori lo hanno portato al centro salute mentale, e lo psichiatra che lo ha preso in affidamento, dapprima ha scelto un percorso di psicoterapia svolto con lo stesso, poi circa 5 mesi fa, dopo 8 mesi di psicoterapia, ha consigliato a mio cugino di assumere serenase 20 mg al giorno. Mio cugino a quel punto ha scelto di non seguire più la struttura senza prendere alcun farmaco. 

Visto che il suo problema non migliorava i genitori, circa 10 giorni fa, hanno deciso di andare a chiedere consiglio allo psichiatra che lo aveva preso in cura. 
Il dottore ha consigliato di fare un TSO, al termine del quale il ragazzo sarebbe uscito sensibilmente migliorato.
Così, mentre ero a casa di mio cugino, una settimana fa si sono presentate alla porta 4 persone (una dottoressa e 3 infermieri).
Mio cugino subito spaventato si è chiuso in camera, ed io con lui. 

La dottoressa ha parlato con lui circa un ora, rassicurandolo che non gli avrebbero fatto niente, ma mio cugino sapeva bene cosa fosse un TSO, e non sarebbe mai voluto andare ricoverato nel reparto psichiatrico, e assolutamente non avrebbe mai voluto prendere farmaci (nemmeno prende l'aspirina per la paura di effetti collaterali).
Alla fine la dottoressa lo ha convinto a farla entrare nella camera, e lui ha accettato al patto che non entrassero gli infermieri.

Ha portato con lei una grossa siringa, e ha detto a mio cugino che era un blando calmante che a quel punto si doveva per forza somministrare (dopo la approvazione del TSO), e fatto quello se ne sarebbero andati tutti e 4, altrimenti lui sarebbe dovuto andare con loro per essere ricoverato. Mio cugino ha forte paura di perdere il controllo, ma la dottoressa gli ha spiegato che il calmante lo avrebbe fatto sentire meglio ma avrebbe comunque capito tutto e lasciato intatta la facoltà di fare ciò che fa sempre. La dottoressa ha paragonato il calmante a qualche goccia di Xanax (cosa che mio cugino aveva già preso).

Senza dilungarmi troppo, mio cugino ha accettato di farsi fare la puntura. Dopo circa 10 minuti la dottoressa ha aperto la porta chiusa a chiave agli infermieri che sono entrati con una barella. Mio cugino era visibilmente intontito.. non capiva niente.. la dottoressa con un antipatico sorrisetto gli ha anche detto "stai tranquillo che da ora ti sentirai solo meglio". 

Mio cugino è stato portato in reparto dove è tenuto da ormai una settimana e lo possono vedere solo i genitori , ma gli altri non hanno praticamente contatti con lui, nemmeno ha più riacceso il telefono. I genitori ci assicurano che il ragazzo sta bene ed è sereno, ma io non ci credo..

Vorrei chiederti se nella lunga procedura raccontata è possibile che ci sia qualche reato, e se mio cugino dopo la puntura che gli è stata fatta ha deciso volontariamente di andare in reparto come dicono i genitori in giro, ma io ero li e fino a che quella maledetta puntura non gli è stata fatta lui era assolutamente contrario ed impaurito ad entrare in reparto. Quindi non credo che lo abbia fatto volontariamente.. Se possibilmente potresti spiegarmi come avviene di solito.
Se vorrai pubblicare il messaggio nel sito ti prego di farlo sotto forma anonima.
Grazie e scusa per la lunghezza!

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo, che come tu ben sai, medico non è.

Veniamo subito a noi, che sto ribollendo dalla rabbia.

Partiamo con una spiegazione tecnica: i fatti sono due, o ci si ricovera su base volontaria, oppure, per poter essere ricoverati di forza, bisogna che venga emesso un provvedimento di TSO, che passa attraverso diverse fasi di convalida, con l'emissione finale da parte del Sindaco territorialmente competente e successiva convalida del Giudice Tutelare.

Faccio gran fatica a pensare che sia stato emesso un provvedimento di TSO in questo caso, anche perché una delle condizioni è che il paziente rifiuti la terapia, mentre in questo caso è stata alla fine accettata.

Quello che grida vendetta al cospetto dell'Universo è che oltre a non aver scandagliato le possibili cause organiche/ambientali/fisiche alla base del disturbo in atto (basta la semplice intolleranza al glutine, per esempio, per soffrire di pesanti disturbi psichiatrici, che se ne vanno semplicemente eliminando tale proteina dalla dieta), l'infima dottoressa si è comportata come un animale famelico in cerca della propria preda, intontita di certo non con un blando calmante, bensì con una siringa contenente sicuramente un antipsicotico a rilascio prolungato, come lo Xeplion, capace di annientare la volontà di chiunque lo riceva.

La cosa mostruosa è che tutto questo è accaduto con la benedizione dei genitori, che non si sono accorti di aver condotto il proprio figlio al patibolo.

Sarei "curioso" di vedere come sia ridotto questo ragazzo ora...

Cosa si può fare?

Indirizzi immediatamente i genitori di questo ragazzo sul blog.

Noi abbiamo un team di avvocati che si occupano di tutela legale. Ma tutto deve partire dai genitori o dall'interessato.

Questa è la tanto moderna e avanzata Psichiatria.


Pietro Bisanti




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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


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