lunedì 4 gennaio 2016

KEPPRA, TOLEP, DEPAKIN, CIPRALEX, RIVOTRIL, SEROQUEL, TEGRETOL: "BIPOLARE" CHE PERDE I CAPELLI NE HA LE PALLE PIENE DI VOI PSICHIATRI!

LETTERA

Gentile sign.Bisanti,
sono ******** e ho 25 anni, assumo psicofarmaci da dodici anni e vorrei smettere..provo a riassumere la mia storia..nel dicembre del 2002 ho avuto una prima crisi epilettica e un'altra nel luglio del 2004..dal 2003 al 2011 per tale motivo, sotto la supervisione di un neuropsichiatra infantile che ad oggi definisco "mostro", ho assunto tolep, keppra e depakin che mi hanno causato effetti collaterali non indifferenti..nel gennaio del 2011, mentre ero in riduzione con il depakin, ho subito un ricovero in una casa di cura e alla dimissione la diagnosi è stata di bipolarismo...

Dal 2011 al 2014 sono stata in terapia di mantenimento con tegretol e seroquel da 0,25 mg..nel maggio del 2014 ho subito un secondo ricovero e la diagnosi di dimissione è stata analoga alla precedente: soggetto bipolare...subito dopo il ricovero sono stata trattata con litio, cipralex e rivotril a causa di un periodo di profonda depressione..a ottobre del 2014 il mio viso era deturpato da un acne aggressivo che il dermatologo ha attribuito all'assunzione degli antidepressivi e dell'ansiolitico..decisi, nonostante la riluttanza dello psichiatra, di sospendere, facendo un graduale scalaggio, sia il cipralex che le gocce di rivotril..contemporaneamente si è manifestata un'eccessiva caduta di capelli, che nonostante le terapie dermatologiche fatte al millesimo persiste tuttora e che ha trasformato completamente quelli che un tempo erano degli arbusti...

Nel maggio del 2015, ho sostituito il litio con 600 mg di tegretol al giorno, in quanto il primo era maggiormente incriminato per l'alopecia...ho voglia di buttare via tutti questi farmaci (anche se ne ho paura) perché credo che siano la causa di tutti i miei mali..è una cosa che vorrei fare subito, ma so che l'eliminazione non graduale e repentina della terapia potrebbe recarmi ancora più danni..

È possibile che in tutta Italia o anche da qualche altra parte del mondo non esista un solo medico, una struttura che possa aiutarmi a smettere? Voglio stare bene e non pensare al domani come un giorno in cui un altro effetto collaterale possa bussare alla mia porta ed è per questo motivo che sto chiedendo il suo aiuto...Inoltre vorrei chiederle un chiarimento in merito al libro "Assassini in pillole": mi hanno detto che esiste soltanto la versione ebook..è proprio così? E inoltre in tal caso come farei ad acquistarlo e a poterlo leggere magari su un pc? Perdoni le domande che potrebbero sembrare ovvie, ma non ho molta dimestichezza con la tecnologia...Aspetto sue nuove

Distinti saluti
Lettera firmata



RISPOSTA

Buongiorno sig.ra Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Mi scusi anzitutto se potrò sembrarle duro, ma ogni cosa che dico, la dico a fin di bene.

Lei non si sente un animale da cavia?

Non si rende conto che questi cialtroni in camice bianco non hanno fatto altro che provare, provare, provare e sperimentare su di lei le loro venefiche pozioni medievali, distruggendole il corpo e l'anima?

Tutti gli effetti che vengono definiti collaterali, in realtà sono effetti a tutti gli effetti (perdonatemi la cacofonia).

L'acne arriva perché il corpo cerca, emergenzialmente, di buttare fuori dalla pelle tutte le tossine che non riesce a smaltire attraverso i normali organi emuntori.

I capelli cadono perché queste porcherie si mettono a giocare con il nostro sistema nervoso ed endocrino, calibrato al millesimo solo ed esclusivamente dal nostro infallibile sistema immunitario.

Ora, il primo salto mentale l'ha fatto, e cioè aver capito quanto la strada percorsa sia quella sbagliata.

Non cerchi centri dove potranno assisterla in maniera igienista... io personalmente non ne conosco alcuno.

Non serve "rinchiudersi", a meno di non trovarsi veramente tra la "vita e la morte".

Bisogna semplicemente acquisire la giusta conoscenza su cosa siamo e come "funzioniamo", intessere un cordone di protezione attorno a noi fatto di amici e/o familiari che capiscano bene cosa sia una crisi da dismissione, sapere che passerà indipendentemente da quanto lunga e forte sarà, e che non ci portino al pronto soccorso quando accadrà, ove ci imbottirebbero ancora di più, vanificando tutto il lavoro svolto.

Questo è il "piano d'attacco", che assieme al mio libro le darà tutte le nozioni che le serviranno per cominciare finalmente a trattare il suo corpo come una sacra reliquia e non come un sacco dell'immondizia.

Io ci sono

Pietro Bisanti



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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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