lunedì 8 maggio 2017

DIVERTICOLI: AL POSTO DI FARE MILLE ESAMI, COMINCIATE A RAGIONARE CON LA VOSTRA TESTA

LETTERA

Ho fatto la colonscopia ma non sono riusciti a entrare a causa dei troppi dolori.
Cosi ho fatto la Colon-Tac
Risultato: Formazioni Diverticolari  nel Sigma 
Dolicolon
Molte formazioni Diverticolari ad ampio e medio colletto con minimo ispessimento
Polipi di 5 mm., sessili, pedinculari, a circa 136 cm. dal MAE si apprezza lesione polipoide in corrispondenza del colon ascendente
Necessita rivalutazione di esame endoscopico
presenza di PTA    (   ?  )
Conclusioni: DIVERTICOLOSI DEL SIGMA
FORMAZIONE POLIPOIDE DEL COLON ascendente 6 mm.
FOCALE SOLLEVAMENTODELLA MUCOSA a livellodi una Plica di Traverso da valutare in sede di esame endoscopico

Cosa devo fare ? Quale dieta seguire?  
Ho 70 anni. MANUELA



RISPOSTA

Buongiorno sig.ra Manuela,

e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi...

Devo farle un appunto. Cerco di essere sempre sincero e diretto...

Quando è entrata nello studio medico per fare la colonscopia, ha forse esordito con un "Buongiorno dottore/i"?

Penso proprio di sì. Avrà anche pagato per quell'esame...

Io invece che posso essere interpellato gratuitamente e vengo spesso considerato l'ultima spiaggia, quando arrivate devastati dalle vostre cure tradizionali, non ho nemmeno un "buongiorno", un "grazie", un "perfavore", un "arrivederci"?

Io do e pretendo il massimo rispetto. Sempre.

Detto questo, la prima cosa che deve chiedersi è perché a 70 anni il suo colon sia ridotto peggio di un campo di battaglia, pieno di diverticoli, che altro non sono che vere e proprie sacche putride.

La risposta è molto semplice: per anni, come la maggior parte delle persone, se ne è bellamente fregata di quello che metteva nel piatto, pensando che per stare in salute bisogna "mangiare un po' di tutto".

E anche quando sono arrivati i problemi, al posto di migliorare il proprio stile di vita, si è messa nuovamente nelle mani di chi si limita a farle esami invasivi e dolorosi per dirle, alla fine, ciò che è scontato, e cioè che il suo intestino (e quindi tutto il suo organismo) sono ridotti male.

Lei non deve mettersi "a dieta" solo perché il corpo le sta chiedendo il conto da pagare per anni e anni di abusi; lei deve mettersi "a dieta" (e con "dieta" intendo il suo significato greco, e cioè "stile di vita") perché ha il DOVERE di trattare il suo corpo come una reliquia e non come un sacco dell'immondizia, a meno che non voglia cominciare ad entrare e uscire dagli ospedali, e magari finire prematuramente in casa di riposo con l'intestino devastato.

Noi abbiamo il DOVERE di mantenerci in salute: per noi stessi in primis e per gli altri, per non diventare delle appendici che si limitano a sopravvivere, al posto di rimanere perfettamente funzionanti e godere di ogni singolo secondo di questo meraviglioso viaggio chiamato VITA senza dover gravare su nessuno.

Ora, tornare indietro è sempre possibile, ma ci vuole da parte sua una netta scelta di campo.

O si sta con i medici, con le asportazioni, con i lassativi, con i farmaci e con il brodo di pollo; oppure si sta con la Natura, con l'alimentazione vegancrudista a bassissimi livelli di grasso e con massimizzazione totale della frutta dolce.

Nel suo caso, con tanta pazienza, tanta accortezza e senza correre: rimettere in sesto un intestino devastato richiede infatti enorme gradualità.

Se avrà scelto la seconda ipotesi, io sono qui.

Pietro Bisanti

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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.













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