sabato 30 dicembre 2017

"POSSO, IN REGIME DI TSO, SCEGLIERE LA FORMA FARMACEUTICA DA ASSUMERE? POSSO EVITARE LE PUNTURE DEPOT?"

LETTERA

Salve, scusi per il disturbo, sono un ragazzo in trattamento con antipsicotici contro la sua volontà e disperato, che ha letto il suo blog e lo ha visto come un faro di speranza per cercare di volgere al meglio la propria situazione e informarsi in merito.

Volevo chiedere se per caso sa se, in regime di tso, è possibile scegliere la forma farmaceutica (es iniezioni o compresse) della terapia da assumere, o se lo psichiatra può obbligarci a scegliere quella che vuole.

Lo chiedo in quanto disperato vista la mia paura degli effetti collaterali delle iniezioni long acting che sto subendo, che data la loro natura non possono essere evitati semplicemente sospendendo il farmaco in caso di manifestazione.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi...

La risposta alla sua domanda è ASSOLUTAMENTE SI'.

Anche in regime di TSO, al paziente DEVONO essere proposte un ventaglio di terapie e il medesimo ha la possibilità di scegliere.

Quindi lei ha il DIRITTO di rifiutare la terapia depot in favore di una orale.

Questo in teoria...

Nella pratica, una volta che si è "farmacologicamente sottomessi" diventa molto difficile far valere i propri diritti.

Ecco perché è importante farsi assistere da un "fiduciario", in pratica una persona a cui si delega la supervisione della propria situazione.

Io sono disposto ad aiutarla, come faccio da anni per moltissime altre persone, ma è indispensabile chiarire la SUA SITUAZIONE.

Lei non dice nulla del perché è finito in TSO e della motivazione per cui abbiano optato per la terapia depot.

Si ricordi MOLTO BENE che il mio parere da igienista e da non medico è e rimane uno solo: la dismissione dei farmaci è solo il primo passo per tornare in salute (e deve essere portata avanti in maniera lenta e costante). Assieme a questa deve esserci una svolta radicale dello stile di vita, soprattutto alimentare, oltre che emozionale.

La salute, a mio umile parere, si ristabilisce così.

Quindi, non sono disposto a mettere la mia faccia se non ho dall'altra parte una persona che abbia la determinazione di voler cambiare.

Infatti, dismettere i farmaci e continuare a farsi le canne, fumare, mangiare merda e vivere di merda è garanzia di un nuovo ricovero a breve.

Quindi, o si ha un modo di vedere la salute in stile igienista, oppure si continuano a seguire medici e psicofarmaci.

Il mio ultimo consiglio, indipendentemente da tutto, è quello di far inserire in cartella clinica il suo rifiuto alla terapia depot: sono obbligati a trascriverlo.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.



Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.







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