domenica 10 dicembre 2017

PSICOSI DA CANNABIS: INCONTRI LO PSICHIATRA SBAGLIATO ED E' LA FINE

LETTERA

Gentile Sig. Pietro, 
Buongiorno. 

Pochi giorni fa ho scritto a Valdo per cercare di dare una mano a mio fratello. Gentilmente la signora Fiorenza mi ha indirizzato a Lei,  più adatto per questo caso, quindi mi sono permesso di scriverle

In breve quello che avevo scritto si riassume cosi:

Caro Valdo, 
Scusa se rispondo all' email automatica. 
Ti seguo da più di due anni e non ti ho mai scritto; so che ti inondano di e-mail giornalmente. Me la sono sempre cavata con il tasto cerca del tuo blog. 
Però ora vorrei aiutare mio fratello che non ha un semplice problema di alimentazione ma è stato distrutto da quasi 10 anni di psicofarmaci. Era una persona normalissima 10 anni fa. Ora dopo le cure non connette neanche più e se gli fai una domanda ritarda a risponderti. Cioè non solo gli psicofarmaci non hanno funzionato ma l'hanno conciato molto peggio di quando ha iniziato. Vorrei liberarlo dal sistema sanitario e fargli seguire un percorso che lo riporti alla natura... Però non so come fare,  da dove iniziare.. 

Gentile Pietro, 
Mio fratello *******,  tanti anni fa è stato fermato dalle forze dell'ordine per consumo di marijuana. Come capita a tanti giovani in fase adolescenziale.. Solitamente tutto finisce lì,  ma per mio fratello non è andata così. 

Psicologi e psichiatri hanno scambiato una persona con qualche problema tipico dell'età adolescenziale per una persona con disturbi psichiatrici. Non so come sia successo. Probabilmente perché essendo abbastanza forte di carattere si è rifiutato di collaborare fin da subito.  

I miei genitori, pensando di fare del bene, l'hanno costretto a seguire dei programmi, uno chiamato TSO, trattamento sanitario obbligatorio. Anzi inizialmente, perché in Italia non si può obbligare una persona a seguire cure forzate, i miei genitori l'hanno convinto ad andare in Brasile (abbiamo tutti doppia cittadinanza). 

Lì sono entrati al mattino mentre dormiva e l'hanno portato in clinica. Durante le cure e TSO in Italia siccome si rifiutava di prendere le pasticche hanno iniziato con iniezioni via via sempre più forti. 

Al momento mio fratello è una persona distrutta; ora si che presenta problemi mentali: lento a rispondere e a ragionare.. ( non mi capacito come i dottori che lo seguono, il cui compito e volontà dovrebbe essere quella di curarlo,  non se ne accorgono che sta molto,  ma di gran lunga  peggio di quando è entrato). 

Anche i miei genitori non se ne accorgono delle evidenze, sono convinti che abbia dei problemi psichiatrici suoi naturali fin da piccolo che sono venuti fuori più tardi e sperano ancora di trovare la cura che funziona. 

***** ha 29 anni. Da 10 è così. Non è vita la sua. Come fratello devo fare qualcosa. Mi rivolgo a Lei per qualche consiglio. Intanto leggo il Suo blog e il Suo libro. 
Ne sono grato se mi può dare qualche spunto per capire da dove iniziare per migliorare la sua situazione e ridargli il controllo della propria vita. 

Grazie infinite, 

Cordialmente, 
Lettera firmata



RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi...

Quanto è accaduto a suo fratello è l'esatta fotocopia di quello che accade a milioni di giovani in tutto il mondo.

La marijuana è una MERDA, senza se e senza ma.

E' una pianta che Madre Natura non ha certo creato per essere fumata dall'uomo: al di là dei suoi usi nel settore tessile ed alimentare, quando si inalano le componenti contenenti il principio attivo THC si va a giocare una partita molto pericolosa con la sorte.

Chi è "fortunato" (e per fortunato intendo chi ha la capacità di sopportarla) può anche trarne degli effetti piacevoli (non benefici ma piacevoli, che sono due cose MOLTO diverse); la maggior parte delle persone hanno comunque conseguenze DISASTROSE: perdita della memoria, demenze, incapacità di controllare la rabbia, fino ad arrivare a problemi ancor più pesanti come le psicosi cannabis-indotte.

Quando accade questa ultima evenienza, la Psichiatria conosce solo una strada: bombardare il malcapitato di turno con una marea di farmaci in modo da sopprimere qualunque sintomo allucinatorio, distruggendo comunque l'IO più profondo di quell'essere umano.

I farmaci che vengono dati, infatti, i cosiddetti "antipsicotici", hanno la funzione di lobotomizzare chimicamente chi li assume: NIENTE allucinazioni ma NIENTE emozioni.

Con l'aggravante che qualunque crisi stupefacente-indotta è destinata a passare DA SOLA: basta aspettare che passi l'effetto, contenendo chi ne è sotto.

Ma questo è un concetto troppo difficile da capire per chi ha studiato per ben 12 anni...

Ora, la situazione di suo fratello va affrontata sotto due punti di vista diversi:

1) Disintossicativo: da igienista che si occupa proprio di questo, non ho alcun dubbio che il percorso sia quello di un distacco lentissimo e costante dai farmaci e un miglioramento altrettanto graduale ma implacabile dello stile di vita, soprattutto alimentare. Solo il corpo può guarire se stesso, e questo vale ancora di più quando si tratta di manifestazioni di tipo psichiatrico. Chi è capace di "mettere le mani" in 100 miliardi di neuroni?

2) Giuridico: se l'interessato deciderà di seguire questa strada, bisognerà supportarlo legalmente (e sarò lieto di aiutarvi) in modo che vengano rispettati i suoi diritti di autodeterminazione sanitaria.

La vita sotto psicofarmaci NON è vita.

Io sono qui

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.



Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

1 commento:

  1. Salve volevo solo chiederle di leggere la mia email sul tso e i farmaci depot per favore, è una cosa urgente per me, grazie mille in anticipo

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