lunedì 12 febbraio 2018

CASE DI RIPOSO E AGENZIE DI POMPE FUNEBRI: I CLIENTI NON MANCANO MAI

Personalmente non me ne frega una benemerita mazza di arrivare a 100 anni, se arrivare a tale età significhi passarne 30 o più rincretiniti da psicofarmaci, facendomi chiamare "nonnetto" e dovendo chiedere l'autorizzazione per andare al bagno una "volta più del dovuto".

Le case di riposo rappresentano, nella maggior parte dei casi, il completo fallimento personale e sociale, la resa dei conti in negativo che il nostro corpo giustamente reclama, dopo anni e anni di insulti alimentari, farmacologici, comportamentali ed emozionali.

Non demonizzo la "struttura in sé" (che ha sicuramente un ruolo importante, ma sempre come conseguenza di comportamenti sbagliati), bensì il fatto che ormai sia consuetudine accettare che sia quasi inevitabile finirci dentro ovvero passare la propria vecchiaia (come se a sessant'anni ci si potesse anche lontanamente considerare "vecchi") in condizioni di salute precaria, per usare un eufemismo.

Come se rimanere in salute fosse associato alla "fortuna", al "fato" e la guarigione al "miracolo" medico o divino...

Mettetevelo bene in testa, magri, grassi, neri, bianchi, ricchi e poveri: la salute è la diretta conseguenza dell'obbedienza a "regole" vecchie di milioni di anni: tratti il tuo corpo a livello alimentare ed emozionale di merda, ed egli ti ripagherà con una salute altrettanto di merda.

A volte la "cuccagna", cioè il tempo passato in uno stato di salute apparente nonostante i giornalieri insulti a cui lo sottoponiamo, dura un po' di più ma si contano sulla punta delle dita i casi di chi arriva a 90 anni, maltrattandosi ma IN SALUTE.

E per "in salute" io intendo nelle piene facoltà fisiche e mentali, non un relitto biascicante capace solo di trascinarsi con il bastone al bar dell'angolo.

Gli animali, per farvi un esempio, sono efficienti anche da vecchi: essi si spengono come una candela, lentamente, senza vistosi cali prestazionali.

I nostri anziani, invece, muoiono completamente devastati nel corpo e nella mente: come detto all'inizio, provate a entrare in una casa di riposo, e se sopravvivete al tanfo mostruoso di feci, urina e disinfettante, osservate bene il livello fisico e intellettivo degli "ospiti": l'aberrazione della civiltà umana.

Farmaci a tutto andare, psicofarmaci a piene mani per rincoglionire a più non posso, un mero trascinarsi verso la morte in giorni tutti uguali, senza uno scopo, "allietati" solo dalle fasulle feste natalizie, quando ci si ingozza a quattro palmenti e si intona qualche canzoncina per lavarsi la coscienza.

Con l'aggravante che tutto questo sarebbe perfettamente evitabile.

Al di là di singoli, fortuiti casi conseguenti a incidenti, il 99 per cento degli ospiti delle case di riposo si ritrova lì per propria colpa, dovuta a totale ignoranza su cosa sia il corpo umano e su come debba essere trattato.

"Mangio quel cazzo che voglio, tanto bisogna morire": a tutta la gente che ripete questa frase come un mantra, dico che ci sono tanti modi di morire. Io certo non sceglierò il modo da coglioni.

Questo perché la maggior parte di noi è incapace di ragionamento indipendente, di darsi delle regole, continuando a delegare la gestione della propria salute, della propria alimentazione, della propria VITA.

Nessuno merita di finire la propria vita rincoglionito in una casa di riposo ma piantiamola di puntare il dito contro gli altri, contro il destino, contro il nulla: assumiamoci le nostre responsabilità, perché la vita è NOSTRA, non dei medici, non dei familiari, non degli amici... NOSTRA.

Così, oltre ad evitare di finire a doversi divertire a comando con un animatore, si potrà posticipare il momento in cui quattro burattini vestiti a festa, con un bel mercedes luccicante, faranno finta di essere dispiaciuti, trasportando il vostro feretro verso la chiesa.

Trattate il vostro corpo in ossequio alle Leggi della Natura, che significa in primis alimentarsi compatibilmente con la nostra struttura da primate.

Facendo ciò, godrete ogni attimo con tutta l'intensità possibile, morirete spegnendovi con dignità, esalerete l'ultimo respiro nel vostro letto, attorniati dai vostri cari e, se sarete abbastanza aperti di mente, avrete già precisato di voler essere cremati, senza ipocrite cerimonie, utilizzando le proprie ceneri per far nascere un nuovo albero.

Perché a fare gli "sboroni", come si dice qui a Milano, quando non si hanno sintomi ovvero quando questi vengono tenuti a bada temporaneamente da un farmaco, siamo capaci tutti.

Smettetela di guardarvi indietro e cominciate. Abbiamo solo quello che c'è davanti a noi.

Avanti così

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.












2 commenti:

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  2. Buongiorno, mi scuso per la sintesi. Tante cose mi convincono altre meno. Crudismo vs paleo? Come si spiega l’aumento rilevante della vita media corrispondente allo sviluppo dell’allopatia e dello sviluppo industriale? Sono dubbi che interrogano anche me! Cosa ne pensi tu?
    Grazie

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