mercoledì 14 febbraio 2018

QUELLO CHE PER VOI E' UNA CURA, PER ME E' UN VELENO: SOSPENSIONE ELOPRAM E ORA STO VERAMENTE DI MERDA

LETTERA


Ciao Pietro, sono ******, mi permetto di scriverle perché vorrei un opinione di una persona che ha avuto esperienze sul campo come lei.

Ho trovato su Internet il suo blog dove spiega i tantissimi effetti negativi degli psicofarmaci e arrivo subito al dunque.

Ho assunto elopram (antidepressivo) per 3 anni e mezzo nel frattempo vedendo che questa cura comunque non mi dava i risultati sperati ho intrapreso un percorso di psicoterapia.

Questo mi ha portato benefici che il farmaco non mi aveva dato, o meglio il farmaco sentivo solo che tamponava come se su una pentola che bolle si mette un coperchio.

Comunque in 6 mesi ho deciso di sospendere questa cura con elopram.

Tutto bene per un mese, da lì l'inferno.

Sono passati 6 mesi e ancora mi sento strano.

Sono partito da una profonda depressione (mai stato depresso in vita mia) a confusione mentale ed occhi pesanti.

Ora quello che le volevo chiedere quanto tempo ancora dovrò stare così.

Sento che il mio corpo è completamente esaurito come il sistema nervoso

Sto cercando di mangiare il più pulito possibile.

Quello che mi rimane come sintomi sono occhi pesanti affaticati, difficoltà di concentrazione, mi stanco subito
e stato confusionale.

La ringrazio anticipatamente e le faccio i miei complimenti per tutto quello che fa per le persone.

Un saluto
Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Ho molte, molte cose da dirle, quindi legga con la massima attenzione poiché, senza modestia alcuna, sono convinto che ciò che mi appresto a dirle sia "appannaggio" di pochi in Italia e oltre. Giudicherà lei se tutto quello che leggerà ha o meno una sua logica.

Comincio dicendole che mi salta IMMEDIATAMENTE all'occhio una frase della sua lettera, ove precisa che, a seguito della dismissione dall'Elopram (che, lo ricordo, è un antidepressivo), lei è caduto in una profonda depressione, dichiarando di non essere mai stato depresso in vita sua... Quindi, chi diamine glielo ha prescritto e per che cosa?

Questa tipologia di farmaci viene usata anche con altrettanta disinvoltura per disturbi ansiosi ed ossessivo-compulsivi... insomma, mi piacerebbe sapere come è cominciato tutto.

Ora, analizziamo per bene diversi fattori...

Il nostro cervello è composto da 100 miliardi di neuroni, deputati al controllo totale della nostra macchina-corpo. Mentre le rispondo, questo splendido organo sta gestendo migliaia di funzioni tutte insieme, a partire dal ritmo respiratorio, dal battito cardiaco, dalla pressione sanguigna fino ad arrivare al controllo del ritmo del sonno, della veglia, della capacità di emozionarsi, di arrabbiarsi, di ridere, di essere seri, di vergognarsi, interfacciandosi simultaneamente con tutte le altre ghiandole/organi di cui siamo composti.

Sopraggiunge, come nel suo caso, un "problema", un sintomo, che lei, al posto di accogliere e comprendere, ha immediatamente soffocato con un farmaco.

E qui sorgono due domande:

1) Lei è veramente convinto che una sostanza di totale sintesi chimica creata in laboratorio possa interagire con un organo così complesso, andando selettivamente ad aggiustare solo quello che vogliamo noi?

2) Lei è veramente convinto che sopprimere i sintomi con una sostanza chimica, al posto di sradicare le cause ambientali/emozionali/alimentari/organiche/spirituali, possa portare a una guarigione vera e duratura e non a un effimero, finto e passeggero momento di stabilità?

Se la sua personale risposta ad entrambe le domande non è un NO urlato a squarciagola, allora è inutile che parli con con me: vada di corsa dal suo psichiatra a farsi dare una nuova, strepitosa e miracolosa molecola.

Andiamo avanti...

Lei assume il farmaco per 3 anni e mezzo, pur senza "risultati" (e qui, sorge spontanea un'altra domanda... Ma perché diamine continua ad assumere qualcosa che non le da nemmeno una parvenza di finto benessere?)... Lei si è chiesto, comunque, che cosa sia avvenuto all'interno del suo cervello durante tutto il periodo di assunzione di questa molecola? In pratica, lei ha idea di come il suo intero organismo abbia reagito?

Mettiamoci bene in testa un altro concetto: il nostro corpo è una macchina sofisticatissima, capace di autogestirsi e di autoregolarsi alla perfezione, e ogni qualvolta venga aggredita da una sostanza estranea REAGISCE, eccome se reagisce.

L'Elopram, come tutti gli psicofarmaci, è stato in grado di oltrepassare il filtro che Madre Natura ha progettato per proteggere il cervello, cioè la barriera emato-encefalica, andando ad interagire con le sinapsi cerebrali, bloccando nello specifico la ricaptazione del neurotrasmettitore serotonina, in modo da aumentarne la disponibilità a livello neuronale e fornire, secondo i "luminari" laureati nella scienza più empirica del mondo, un innalzamento dell'umore.

Il suo cervello certo non è stato a guardare ed ha subito reagito, controbilanciando la presenza di una sostanza estranea e ATTIVANTE con la produzione di sostanze DEPRIMENTI, in modo da cercare, invano purtroppo a causa della potenza degli psicofarmaci, di mantenere un equilibrio.

Ora, lei certo non ha vissuto una vita degna di questo nome fino ad ora (e, le posso garantire, anche chi ha dei "benefici" da tali categorie di farmaci, altro non sono che passeggere alterazioni dell'umore che ci si ostina a chiamare "guarigione": nel medio e lungo periodo, tutti cadono, e gli psicofarmaci mostrano la loro vera faccia, come tutte le droghe, portando un conto salatissimo da pagare), ma è caduto nel baratro proprio poco dopo aver completato una dismissione comunque abbastanza lenta (avrei consigliato di dismettere almeno in dieci mesi e non in sei, con lo scalaggio del 10% al mese). Si è chiesto perché?

Glielo dico io...

Tolto il farmaco, il suo organismo ha avuto un momentaneo sollievo dato dall'assenza di una sostanza chimica, che è e rimane estranea all'organismo stesso. Nel contempo, però, il suo cervello, in assenza del farmaco, ha continuato a produrre le già citate sostanze DEPRIMENTI che aveva iniziato a produrre al momento dell'assunzione dell'Elopram al fine di controbilanciarne gli effetti attivanti.

E come la maggior parte delle persone, lei è piombato nell'abisso...

Questo accade perché, in tempi diversi perché ognuno di noi è unico (nel suo caso si è trattato di un mese, ma ho visto persone crollare anche a distanza di due anni dall'assunzione dell'ultima compressa), il cervello, da un lato continua a produrre in eccesso sostanze deprimenti (esso, infatti, non riesce a fermare immediatamente il meccanismo compensatorio posto in essere in precedenza, ma gli ci vuole TEMPO, ecco perché è VITALE che lo scalaggio sia fatto molto lentamente in modo da permettere un aggiustamento morbido); dall'altro, in assenza del farmaco, esso può far scattare una vera e propria crisi eliminativa, un meccanismo di autoguarigione che comporta però tutta una serie di sintomi pesantissimi, come quelli da lei sperimentati. Una crisi benefica, che è propedeutica all'autoguarigione, ma che viene SEMPRE scambiata dai "luminari" di turno come un AGGRAVAMENTO o un RITORNO della "malattia": non c'è niente di più lontano dalla verità.

Un altro concetto FONDAMENTALE da capire è che scalare il farmaco SENZA SRADICARE LE CAUSE DEL MALESSERE INIZIALE è il peggio che si possa fare.

Se non si eliminano le motivazioni psicologiche/ambientali/organiche/emozionali/alimentari alla base, si farà un buco nell'acqua enorme.

Si deve SEMPRE cominciare sistemando l'alimentazione: un corpo pulito ha la FORZA di disintossicarsi, altrimenti non se ne esce, si rimane impantanati.

E un corpo pulito significa PENSIERI PULITI e la capacità di affrontare con determinazione i problemi che, chi più chi meno, TUTTI abbiamo nella vita.

Senza dimenticare, badate bene, che MOLTISSIME persone soffrono di disturbi mentali SOLO ED ESCLUSIVAMENTE a causa del proprio stile di vita, soprattutto alimentare.

Ora, lei dice di "mangiare pulito"... questo non significa proprio nulla.

Lei deve mangiare in maniera compatibile al suo disegno strutturale: una mucca mangia l'erba, un leone mangia la carne, un UOMO deve alimentarsi a prevalenza di frutta, a bassissimo livello di grassi, a ZERO glutine.

Questo è il piano di battaglia.

1) Acquistare immediatamente il mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere". Non divento certo ricco vendendole un libro, ma a lei permetterà di capire finalmente in chiave igienista come funziona il corpo umano e come lo si mantiene in salute.

2) Leggere ATTENTAMENTE questo vademecum che spiega ESATTAMENTE come ripristinare la salute quando si è in terapia psichiatrica http://pietrobisanti.blogspot.it/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html, e potrà seguire il piano alimentare ivi esposto.

Alla sua domanda se i sintomi spariranno e tornerà in salute, le rispondo semplicemente che la guarigione è la NATURALE conseguenza dell'osservanza delle Leggi di Madre Natura. Alimentando correttamente il suo corpo, trattandolo emozionalmente come si deve, giorno dopo giorno, dopo giorno, dopo giorno, GUARIRE è obbligatorio.

Non si guarisce solo quando si continua a percorrere, come nel suo caso, la strada sbagliata.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

















4 commenti:

  1. Un'infanzia davvero buia ...... ho cresciuto una figlia da sola, ho perso il lavoro, il padre di mia figlia lontnanissimo, rinchiuso in una clinica e imbottito di psicofarmaci. Sto eliminando i farmaci da sola, il cps mi ha prescritto nove pastiglie al giorno perchè non riesco più a lavorare, non ho più le forze per fare niente, persino di lavarmi. Sto cercando di migliorare la mia alimentazione, comprerò appena riesco il libro. Mi piacerebbe avere un aiuto legale per come mi stanno curando al cps. Ho dovuto ribellarmi per non farmi fare più la puntura che mi provocava istinti suicidi. E' tutto così tremendamente difficile. Anna

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