lunedì 26 febbraio 2018

DEPERSONALIZZAZIONE: SIAMO PROPRIO SICURI CHE LA CAUSA SIA SEMPRE E SOLO PSICOLOGICA? CON UN "PIZZICO" DI VITILIGINE...

LETTERA

Buonasera Pietro,
come accennato poco fa su Messenger, volevo raccontarle la mia esperienza di depersonalizzazione visto che non mi ritrovo pienamente nelle cause scatenanti da lei descritte.

Innanzitutto ho 43 anni, una figlia di 11 ed una vita piena di merda come l’ha definita lei.
Un lavoro impossibile che mi risucchia l’anima, genitori morti troppo presto per brutte malattie e una sensibilità forse superiore alla media.

Però la depersonalizzazione c’è sempre stata fin da piccolina quando ancora tutto questo non c’era (e parlo di 6/7 anni insomma) con un tratto distintivo dalla sua descrizione: mi succede quando sono a casa da sola.

Così all’improvviso, mentre magari faccio la lavatrice, oppure mentre vado in bagno, o mentre c’è silenzio. Comunque quando sono da sola. Non mi è mai successo in presenza di persone. Anzi sono proprio le persone che mi permettono di tornare alla realtà.
Non ne ho mai parlato con nessuno per paura mi portassero da uno psicologo e questa è stata la mia fortuna, perché ho imparato a gestire questi episodi, a conviverci, ad andare oltre.
Certo, ora è molto più facile, mi basta prendere il cellulare e chiamare qualcuno: questo mi permette di tornare alla realtà.
Ma da piccola era veramente inquietante: passavo minuti infiniti a ripetermi “ti chiami Giovanna, vivi qui con i tuoi genitori, sei viva e vera” fintanto che il cervello mi si ricongiungeva con il corpo e tornavo alla normalità.

Per il resto io sono una salutista, faccio tanto sport, curo l’alimentazione ed evito i dottori.
Mia figlia non ha mai preso un antibiotico in vita sua tanto per capirci.
Ah, all’età di 30 anni ho iniziato a soffrire di vitiligine che ovviamente non curo con le bombe di cortisone che prescrivono i dermatologi. Tanto anche quella è una cosa che nasce all’interno del mio cervello è finché non capisco perché non migliorerà mai.

Ps: ovviamente ho scoperto che quello che mi succede è depersonalizzazione a circa 22 anni con l’avvento di Google. Mi ritrovo anche poco con le storie che leggo nel gruppo chiuso di Facebook a cui lo sono iscritta. Leggo di gente che prende antidepressivi, crisi lunghe intere giornate. Io pochissime volte ho temuto di impazzire e di non riuscire a tornare alla realtà. Ora riesco sempre a tornare prima che l’angoscia mi faccia perdere la lucidità.

La ringrazio della disponibilità.

Un saluto
Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Non ho alcun dubbio che le vicissitudini della vita mettano a dura prova tutto il nostro organismo. Il corpo umano non è nato per "avere paura in continuazione": come tutti gli animali, l'adrenalina ci dovrebbe servire solo per decidere, all'istante, se attaccare o fuggire.

Invece, al giorno d'oggi, uno rimugina in continuazione su tutto poiché gli "attacchi" sono molteplici: affettivi, finanziari, di salute etc...

Questo però NON mi fa cambiare idea su una cosa: l'uomo moderno non è mai stato così distante da quello che dovrebbe essere il suo stile di vita, soprattutto alimentare.

Non abbiamo mai mangiato così di merda, in maniera così artificiale ed incompatibile.

Non siamo mai stati così sedentari e lontani dalla luce del sole.

Cominciamo quindi ad alimentarci correttamente, e per correttamente non intendo "quattro aggiustate campate per aria". Intendo un RADICALE cambiamento, perché CHE LO VOGLIATE O NO, noi siamo una macchina nata per funzionare ad alti livelli di frutta e a bassissimi livelli di grassi.

Più ci si discosta da questo, più arrivano i problemi, piccoli e grandi, esacerbati poi da uno stile di vita emozionale altrettanto obbrobrioso.

Nel suo caso specifico, lei crede che tutto "parta dalla sua testa" mentre io sono dell'idea che anche la stessa vitiligine abbia una causa/concausa NETTA di natura ORGANICA.

La vita la si affronta da PULITI, altrimenti si continuerà a dare la colpa agli EVENTI e non alla nostra INCAPACITA' organica di affrontarli.

Rifletta.

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.






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