LETTERA
Salve signor Pietro, oggi mi sono imbattuta per caso nel suo blog e sicuramente incuriosita, ho cercato di capire le sue idee riguardo la disintossicazione da psicofarmaci, e mi sono accorta che forse mio marito, ormai al suo 3-tso, abbia anche lui visto il suo blog in quanto mangia solo insalata e frutta da mesi e ha tolto i medicinali pensando di stare meglio.
Io sono d'accordo con lei quando dice che sono deleteri per l'organismo umano, che rendono le persone come zombie, passive sia a livello mentale che fisico, ma devo chiederle una cosa: come si fa a convivere con una persona che soffre di persecuzioni, che odia tutti i suoi familiari, genitori anziani, consuoceri, fratelli, nipoti, cognati, avvocati, medici, a volte anche figli che ha cacciato di casa, e che impedisce a tutti di vivere in pace, ci stalkera tutto il giorno, scrive e manda raccomandate di diffida, si sente diventato uno scrittore e pubblica la vita privata dei suoi familiari su Facebook chiedendo anche del denaro per vivere?
Se lei pensa che solo sedute psicologiche possano far passare dalla sua mente tutte queste cose, credo che si sbaglia, è una mia opinione, forse dovuta all'esasperazione, anche se sono contraria anche io all'assunzione di questi medicinali; per me è una sofferenza vederlo in entrambe le situazioni, sia se le prende, sia se non le prende.
Non auguro a nessuno di passare quello che sto passando io, mi ha cacciato di casa perché pensa che io voglia costringerlo a curarsi; ho chiesto la separazione perché una vita così sono stanca di viverla, crede che io sia un pericolo per lui, senza rendersi conto di quanto lo sia lui per noi.
Abbiamo dei figli che non reggono più i suoi comportamenti fatti di alti e bassi (un minuto ti porta alle stelle, un minuto dopo alle stalle). Per questo le dico, le sue idee sono interessanti e possono ridare fiducia alle persone che sono costrette a dover prendere gli psicofarmaci, ma è troppo semplificativo il suo metodo, e forse non valido per tutti.
Vero, bisogna lasciare libere le persone di curarsi oppure no, ma anche mio marito dovrebbe lasciarci vivere, la dignità appartiene anche a noi familiari, le assicuro che ha più diritti lui che noi.
Far capire a mio marito che nel suo cervello qualcosa è andato in tilt è impossibile,e lei non potrebbe negarlo se ci parlasse cinque minuti solo, perché le cose che dice non sono vere, le persecuzioni sono nella sua mente, e potrebbe essere un pericolo per noi tutti, quindi come fa lei a dire che basterebbe cambiare alimentazione, allentare i medicinali......
Bene, le dico questo, mio marito ha perso me e i suoi figli, la sua rabbia aumenta ogni giorno, lui vive male e noi pure, come si esce da questo incubo? Mi hanno detto mai, capisce? Non ci sono possibilità.
Potrà mangiare quello che vuole, potrà vivere senza medicine, ma sarà una persecuzione continua perché ormai, dopo tanti anni, è diventato cronico. Io mi auguro che non sia cosi, che un giorno torni un po' di pace interiore in lui, e gli auguro ogni giorno il meglio, spero che lei, signor Pietro, possa veramente aver ragione.
Non auguro a nessuno di passare quello che sto passando io, mi ha cacciato di casa perché pensa che io voglia costringerlo a curarsi; ho chiesto la separazione perché una vita così sono stanca di viverla, crede che io sia un pericolo per lui, senza rendersi conto di quanto lo sia lui per noi.
Abbiamo dei figli che non reggono più i suoi comportamenti fatti di alti e bassi (un minuto ti porta alle stelle, un minuto dopo alle stalle). Per questo le dico, le sue idee sono interessanti e possono ridare fiducia alle persone che sono costrette a dover prendere gli psicofarmaci, ma è troppo semplificativo il suo metodo, e forse non valido per tutti.
Vero, bisogna lasciare libere le persone di curarsi oppure no, ma anche mio marito dovrebbe lasciarci vivere, la dignità appartiene anche a noi familiari, le assicuro che ha più diritti lui che noi.
Far capire a mio marito che nel suo cervello qualcosa è andato in tilt è impossibile,e lei non potrebbe negarlo se ci parlasse cinque minuti solo, perché le cose che dice non sono vere, le persecuzioni sono nella sua mente, e potrebbe essere un pericolo per noi tutti, quindi come fa lei a dire che basterebbe cambiare alimentazione, allentare i medicinali......
Bene, le dico questo, mio marito ha perso me e i suoi figli, la sua rabbia aumenta ogni giorno, lui vive male e noi pure, come si esce da questo incubo? Mi hanno detto mai, capisce? Non ci sono possibilità.
Potrà mangiare quello che vuole, potrà vivere senza medicine, ma sarà una persecuzione continua perché ormai, dopo tanti anni, è diventato cronico. Io mi auguro che non sia cosi, che un giorno torni un po' di pace interiore in lui, e gli auguro ogni giorno il meglio, spero che lei, signor Pietro, possa veramente aver ragione.
Buona giornata.
Lettera firmata
RISPOSTA
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
Cominciamo a capire alcuni concetti FONDAMENTALI:
1) Se alle prime avvisaglie di problematiche coinvolgenti la sfera emotiva suo marito fosse stato accolto e compreso e non bombardato di farmaci, si sarebbe lavorato SULLE CAUSE, fossero esse alimentari/organiche/emozionali/psicologiche/spirituali, andando a RISOLVERE il problema una volta e per tutte; invece, come sempre, i cialtroni che lo hanno avuto in "cura" non hanno fatto altro che sommergerlo di merda chimica (perché altro non sanno fare).
2) Questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione esistente... e ora lei si trova nella situazione comune a tutti quelli che si sono imbattuti nella Psichiatria: mio marito è così a causa dei suoi "problemi" o a causa dei farmaci? La risposta è semplice: i farmaci non fanno altro che aggravare qualunque tipo di situazione, non curano, non risolvono un cazzo di niente e diventano il primo problema da affrontare. Le motivazioni per cui suo marito non stava bene sono sempre lì, soffocate da quintalate di merda chimica.
3) Detto questo, ora ha capito di chi è la colpa?
4) Tornare indietro è possibile, ma per come la nostra società è impostata diventa difficile e rischioso. Paradossalmente, se suo marito si trovasse su di un'isola deserta, ove potesse dar libero sfogo alle sue crisi, senza farmaci, alimentato e trattato con il massimo riguardo, guarirebbe ben prima di quanto non pensa. Invece, nella nostra schifosa società, ove "andare in crisi" significa essere pazzi, si ricorre immediatamente all'uso di psicofarmaci, scambiando CLAMOROSAMENTE crisi di disintossicazione benefiche con il "ritorno della malattia".
5) La cronicità non ESISTE, è un concetto tutto umano. Se continuo a riempire di merda chimica un essere umano è normale che starà SEMPRE MALE.
6) Le sedute psicologiche non servono a una benemerita mazza per chi è sotto droghe legali. Ha senso fare psicoterapia dopo un pippone di cocaina? No, così come non si può aiutare psicologicamente una persona i cui PENSIERI SONO LA DIRETTA CONSEGUENZA DEL DISASTRO NEURONALE CAUSATO DAGLI PSICOFARMACI CHE ASSUME.
7) Suo marito è così, in primis, perché il SUO CORPO ORGANICO NON FUNZIONA BENE. Lei ha idea di quante persone sono caratterialmente INCONTROLLABILI solo in conseguenza dei cibi che consumano? Qualcuno ha mai provato a togliere glutine e latticini a suo marito e ad impostare un'alimentazione che controllasse eventuali sbalzi glicemici?
8) Il mio non è un "metodo" bensì il normale modo in cui un essere umano dovrebbe vivere e alimentarsi. E' la nostra schifosa società ad avere ridotto così altri esseri umani come noi, più deboli.
9) Quindi, o vi giocate il tutto e per tutto e aiutate quest'uomo nel suo percorso di ritorno alla vita, oppure abbandonatelo e lasciate perdere. Prendete una decisione. So benissimo che è qualcosa di difficilissimo perché ormai egli stesso, pieno di farmaci, è in uno stato confusionale costante. E aiutare chi non collabora e diventa violento è veramente un'impresa. Questo andrebbe fatto dagli organi sanitari preposti che però, come già detto, hanno come unica soluzione i farmaci.
Alla luce di tutto quanto esposto, parlandole CHIARO, suo marito, da solo, non troverà mai un momento di pace.
Continuerà a vivere una vita di merda, imbottito di merda.
Va portato fuori Italia, in strutture come quelle in Norvegia ove si tenta un recupero senza farmaci.
Perché, se ancora non lo avete capito, il suo problema principale sono gli psicofarmaci, seguiti da un'alimentazione obbrobriosa che è stata, a mio umile avviso, l'evento scatenante di tutto.
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Gli assistenti sociali ad ogni mia crisi di pianto eccessiva : ambulanza e ricovero con psicofarmaci :-(
RispondiEliminaMi dispiace contraddirla,ma mio marito ha sempre rifiutato i farmaci,eccetto quando è stato ricoverato.E anche adesso non li prende.Per quanto riguarda le prime avvisaglie,le assicuro che abbiamo provato in tanti modi a fargli capire che aveva bisogno di un aiuto(non con medicine),ma credo sappia anche lei che con questo tipo di persone è difficile comunicare....perché sono diffidenti,megalomani,capaci di mettersi sempre nei guai con denunce verso terzi.Puo essere che si sia nutrito male negli anni,ma non credo che se avesse mangiato insalata per sempre i deliri non sarebbero venuti lo stesso.In Norvegia,scusi,che centri ci sono?Mi sembra difficile che una persona possa curarsi in una altra lingua,quando non ci si comprende neanche tra italiani.Certo allontanarsi da tutti noi forse potrebbe essere un'idea,ma smetterebbe di perseguitarci?Comunque grazie per i consigli,e per il supporto che vuole dare a queste persone...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao sig. E sig.ra
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Ciao sig. E sig.ra
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Anch io sono stata distrutta dalla psichiatria e non solo. Da dove partiamo con i rottami?
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