mercoledì 4 luglio 2018

ANORESSIA NERVOSA: IL FURIOSO DELIRIO DI UNA MEDICINA LETTERALMENTE FUORI CONTROLLO

LETTERA

Buongiorno signor Pietro,

le scrivo perché sono disperata, mia figlia è in cura per anoressia nervosa da quando aveva 12 anni, ricovero al *******, alimentata con sondino, psicofarmaci, e nonostante ciò, dopo pochi mesi eravamo di nuovo daccapo, ricovero al DCA di ******, dopo tre mesi dimessa, sempre con gli psicofarmaci e dieta che fatica a seguire, seguono attacchi di panico, paura di uscire, non riusciva ad andare a scuola, non mangiava quasi nulla, alla fine ricovero al ******, al *****.

Qui la nutrono con sondino, in 15 giorni la rendono solo un po' più calma, intanto finalmente riusciamo ad avere un posto a *****, sempre al DCA.

Lì entra il 4 agosto, il 5 il ci telefonano che la spostano in gastro perché non vuole mangiare e non può stare lì visto che deve mangiare con altri pazienti, fa parte del loro programma.

In gastro me la tengono 15 gg., continua a ferirsi, ma nonostante il sondino, il dolore che ha dentro di lei, accetta di seguire la dieta e mangia, ovviamente tanti psicofarmaci, per lei lo sforzo è talmente forte che non riesce più a urinare, non sta più eretta, bava alla bocca, tremori e non riesce a parlare correttamente.

Il 17 agosto rientra al DCA in carrozzella, in condizioni pietose, ma sorride perché vuole stare meglio, ha accettato anche di essere seguita dal primario, non voleva essere seguita da nessuno e ha sempre preso in giro i vari psicologi e psichiatri.

Nel giro di pochi giorni si riprende, si nutre, e intanto continua l'analisi con il primario, rimane ricoverata 1 anno, viene dimessa con la cura, la dieta, continuando le sedute con lo psichiatra. Per 1 anno si fanno anche dei day hospital, non molla nonostante ci siano momenti brutti, anche un tentativo di suicidio molto leggero perché lo ha fatto in mia presenza ingoiando 3/4 Xanax, la portiamo al pronto soccorso su consiglio dello psichiatra, ma scappiamo appena possibile, visto l'attesa e la incompetenza della psichiatra di turno, firmiamo io e mio marito, era ancora minorenne.

Tra alti e bassi frequenta il liceo, è bravissima, e per mantenere livelli alti studia molto, sempre in conflitto con il proprio corpo, col suo psichiatra, con la paura di vivere, arriviamo a giugno di quest'anno, deve affrontare la maturità, l'anno scorso non ce l'ha fatta si è ritirata a marzo, per le crisi di panico, quest 'anno frequenta come può per le crisi di emicrania tensiva, dovute sempre alla paura, è sempre seguita dallo psichiatra, ma a febbraio decide di non vederlo più.

A  marzo comincia delle sedute con uno psicologo specialista in psicoterapia breve strategica per le crisi di panico che si fanno sempre più frequenti, a scuola va un po' meglio anche con le emicranie, ma aumenta la tensione, quest'ultimo non usa farmaci e le fa presente che ne prende troppi.

Si arriva alla settimana prima dell'esame, sta malissimo, non riesce a prepararsi, continua la terapia con Lamotrigina 75 mg al dì, Efexor 75 mg la sera 1, goccine per la pressione e xanax 25 mg all'occorrenza, continua a stare male, non riesce più ad uscire, e mi chiede di vedere di nuovo lo psichiatra di prima.

Prendo appuntamento, andiamo a *****, ma le viene una crisi come arriviamo, si ferisce, non vuole salire e ci vado io per scusarmi e per avere aiuto, ma questo mi grida di tutto, mi dice che sono crisi isteriche, che deve fare l'esame, la devo portare a forza, sorvolo sul resto, dico solo che da allora sta sempre peggio, mi sono rivolta tramite conoscenze a una psichiatra di ospedale di ****** e l'ho portata per una visita ambulatoriale, mi ha detto che ha preso troppa roba, lei le ha dato 35 gocce di En durante il giorno, Efexor 37,5 al mattino e la Quietapina 50 mg al dì alla sera, ma sta malissimo ha delle crisi di tremito, sembrano crisi epilettiche, balbetta e ho paura a tenerla in casa, non vorrei che avesse qualche danno neurologico, abbiamo altra visita il 10 e si profila all'orizzonte un ricovero, io non sono convinta, mi hanno sempre detto di non portarla in psichiatria a ***** anche se questa è specializzata nei disturbi dell'adolescenza e alimentari.

Le chiedo non è che a ***** avete qualcuno per seguire mia figlia? Magari a domicilio, lei ha 21 anni e quindi non posso più decidere io, ma è improponibile, ora come ora, proporle il suo programma, sta troppo male.

Attendo una sua risposta magari via email, sono disperata e ho paura di fare un altro errore. Grazie e scusi la lungaggine.

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Leggendo questa storia AGGHIACCIANTE, nonostante i miei numerosi anni come igienista "specializzato" in ambito psichiatrico, non mi meraviglio più di niente.

La medicina allopatica, soprattutto in campo psichiatrico, ha raggiunto dei livelli di malvagità, ignoranza e bassezza mai visti prima d'ora...

Ma, come al solito, i "caproni" siamo sempre NOI.

NOI che affidiamo la nostra salute ad altri. NOI che non abbiamo capito una benemerita mazza di che cosa siano il corpo e lo spirito, e di conseguenza di come vadano trattati. NOI che continuiamo ad affidare la nostra salute a SOSTANZE CHIMICHE prodotte in laboratorio. NOI che non diamo alcuna importanza a quello che mettiamo in bocca.

Ogni "disturbo" è e rimane un SINTOMO, e come tale deve essere ASCOLTATO, COMPRESO e LAVORATO ALLA BASE. Soffocarlo a furia di bombe chimiche non serve a nulla, se non a fornire un EFFIMERO e TEMPORANEO senso di irreale tranquillità che questi caproni di medici continuano a spacciare per GUARIGIONE.

E allora come mai, è lecito chiedersi, nonostante sua figlia sia stata visitata da un "luminare" via l'altro continua a stare male? Anzi, sta sempre peggio?

Perché NON SONO LE LAUREE a fornire sempre le risposte, soprattutto in campo sanitario.

Il nostro corpo è una meravigliosa macchina che chiede solo una cosa: NON MI ROMPETE I COGLIONI!

E' una macchina splendidamente capace di autodeterminarsi e di autoguarirsi se serve. Noi abbiamo solo il compito di trattarlo con i guanti bianchi in modo da permettere che questi processi possano andare avanti nel miglior modo possibile.

L'emergenza, il trauma, sono altro. Lì sì che benedico la medicina ufficiale. Il pronto soccorso ha una sua grande importanza ma fuori da esso sta a NOI gestire la nostra salute.

Sua figlia invece ha imboccato la strada delle pastiglie, e andando avanti così, lo affermo senza alcun dubbio, NON NE VERRA' mai fuori.

Sua figlia è un ESSERE UMANO e non un cazzo di dosatore chimico: tolgo questo, metto questo, raddoppio questo, dimezzo questo...secondo lei si guarisce così?

Ora è anche impossibile distinguere correttamente quale sintomatologia sia la diretta conseguenza di anni di insulti farmacologici e alimentari e quale sia la diretta conseguenza delle problematiche di natura psicologica che naturalmente sono alla base del disturbo anoressico.

La mia idea è che tutto insorga a causa del binomio cattiva-alimentazione e cattive-emozioni. Solitamente, e qui non voglio giudicare nessuno, emozionalmente parlando l'anoressia, cioè il desiderio di "sparire" è da ricollegarsi al rapporto con la madre.

Al di là di questo, ora siamo qui per trovare una soluzione, e certo non per puntare il dito contro qualcuno.

Io non posso certo seguire sua figlia personalmente. Non posso né materialmente né legalmente farlo.

Sua figlia deve decidere per sé, con il vostro aiuto e supporto.

Io, se avessi una figlia in tale situazione, la prima cosa che farei sarebbe quella di scalare in maniera corretta la porcheria che sta prendendo, migliorando al contempo l'alimentazione.

Guadagnando forza e lucidità si potrà poi intervenire con la parola, che è una grande guaritrice dell'anima.

Ma non certo attraverso inutili e infinite psicoterapie, che altro non fanno se non continuare a rivangare problematiche che devono essere superate.

Perdoni le parolacce: io sono fatto così. Credo FERMAMENTE a quello che dico. Preferisco essere diretto e genuino piuttosto che prendere per il culo chi mi sta davanti con un sorriso di circostanza.

Ci sentiamo in privato

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.



Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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