lunedì 29 dicembre 2014

MAMMA BIPOLARE: 15 ANNI DI FARMACI... SIAMO ALLA RESA DEI CONTI

LETTERA

Egr. sig. Bisanti, mi chiamo ****** e cercando aiuto su Internet mi sono imbattuto nel suo blog.
Mia madre da anni soffre di depressione bipolare e dopo un 15 anni di alti e bassi ora, da circa 3 anni,  non ha più pace.
Già da tempo mi sono fatto l'idea che sia intossicata dagli psicofarmaci.
Viviamo in provincia di Treviso: conosce qualche medico in zona che potrebbe supportarci per una eventuale strada differente alla ricerca della guarigione?

Grazie

Lettera Firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non prescrivo nulla e non curo nessuno, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi: via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Alcuni ragionamenti da bambini dell'asilo (con tutto il rispetto per questi ultimi): ma come diavolo fa una "cura" a durare 15 anni?

Come diavolo si fa a pensare che assumere sostanze di sintesi chimica per 15 anni possa apportare qualche beneficio?

Nessun dottorone plurilaureato si è mai preso la briga di verificare se vi fosse (e vi sia) una causa organica alla base del disturbo di sua madre...

No, meglio imbottirla di farmaci, dichiarando poi la resa quando nemmeno questi fanno più qualcosa.

Un master o una laurea non ti trasformano di colpo in un guaritore: nessuno guarisce nessuno, solo il corpo umano guarisce se stesso.

E ora noi dobbiamo metterlo in condizioni di fare ciò che è scritto nei suoi geni: la salute.

Non le nego che si tratta di una battaglia epocale, in quanto dismettere 15 anni di antidepressivi, litio e stabilizzatori dell'umore (tipica "cura" per il disturbo bipolare) significa dover gioco forza affrontare crisi eliminative (cioè il tentativo del corpo di tornare a un equilibrio) così forti da spingere chiunque a fiondarsi al pronto soccorso.

Nessun medico, glielo garantisco, si prenderà l'onere di aiutare a scalare una persona in "cura" da 15 anni.

Bisogna, ai sensi dell'art. 32 della Costituzione, prendere in mano la propria salute, e, se serve, giocarsi il tutto per tutto, prendendosi tutte le responsabilità legali e morali.

D'altronde, continuare così, che vita è?

Il mio non è un "inno all'incoscienza", ma un serissimo monito a prendere una decisione: o rimanere zombizzati a vita, oppure giocarsi la dura partita verso  la guarigione definitiva, avendo fiducia nelle innate capacità del proprio sistema immunitario.

Scalaggio lentissimo e alimentazione impeccabile: cibi puliti-pensieri puliti, l'unico vero modo per tornare a vivere.

Si procuri immediatamente il mio libro "Assassini in pillole", lo legga attentamente assieme agli altri 550 articoli disponibili gratuitamente sul blog.

Io sono qui.

Forza e coraggio


Pietro Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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