giovedì 18 dicembre 2014

ZYPREXA E LORAZEPAM: CHE FINE FARO'?


LETTERA

Ho letto il suo blog..attualmente sono in cura con zyprexa e lorazepam per dormire...ma sono ben consapevole degli effetti collaterali di questi farmaci...non  ti permettono di avere una vita normale...vorrei sapere se  una corretta alimentazione può portarmi fuori da questa situazione.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non prescrivo nulla, non faccio diagnosi e non curo nessuno, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi, e mi perdoni in anticipo se sarò duro, ma voglio farle capire quale sarà il suo futuro se continuerà su questa strada.

Via quindi la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Gli psicofarmaci tutti non curano niente e nessuno; riescono, quando va bene, a dare un finto, labile e temporaneo sollievo mascherando la sintomatologia in atto, senza naturalmente sdradicarne la causa.

E la prima domanda sorge spontanea: "Ma come diavolo fa una sostanza di totale sintesi chimica a interagire con la complessità di un organo ancora quasi completamente sconosciuto come il cervello umano, ove si perfezionano miliardi di trasformazioni chimiche ogni microsecondo?".

Non può...punto e basta.

Gli effetti che lei chiama "collaterali", altro non sono che effetti a tutti gli effetti (mi scusi la cacofonia) della porcheria che sta assumendo, solo che non sono "graditi".

Lei ha la benché minima idea di che cosa sta assumendo?

Lo Zyprexa altro non è che il peggior antipsicotico (se mai ce ne fossero di migliori...) mai creato dalla diabolica mente dell'uomo.

È stato ideato per fare esattamente quello che fa, e cioè lobotomizzare gli esseri umani.

Lei si trasformerà (se già non si è trasformato) in una flaccida balena con 20 e più chili addosso, incapace di emozionarsi, di ridere genuinamente, di avere un rapporto sessuale, di provare amore, compassione, anche gelosia e odio, ma sani e costruttivi. Avrà una grandissima possibilità di ammalarsi di diabete (negli USA hanno fatto partire innumerevoli class action contro la casa farmaceutica proprio per questo motivo).

Penserà solo a mangiare e dormire... e questo i suoi incompetenti, ignoranti e distruttivi psichiatri la chiameranno guarigione. C'è da gridare dalla rabbia!

Ora... quali le contromisure in atto?

Prendere, ai sensi dell'art. 32 della Costituzione, la salute nelle proprie mani, senza delegarla a nessuno, e, in assenza di un qualunque provvedimento coercitivo sanitario, cominciare a navigare verso la strada giusta.

Una corretta alimentazione, unita allo scalaggio del farmaco, può riportare il suo corpo a quell'equilibro perduto.

Tutto però andrà fatto con gradualità, e per questo le consiglio di leggere il mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".
192 pagine dove troverà condensato tutto quello che c'è da sapere per finalmente smettere di farsi lobotomizzare da questa società all'apparenza civile ed educata, ma così malvagia e menefreghista.

Non temo querele, e sfido chiunque a dire che ciò che esprimo non corrisponde a verità.

Fatevi un giro in un qualunque infernale reparto psichiatrico, e ditemi se quelli sono essere umani in via di guarigione.

Non ci fermerà nessuno. Qui si dice la verità,  e prima o poi sarà ascoltata.

Forza e coraggio

Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

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