martedì 3 novembre 2015

"COME CAZZO MI TOLGO LO XANAX DALLE PALLE?"


LETTERA

Ciao Pietro piacere, ho letto il tuo blog di sfuggita ma ho notato che sei decisamente preparato, ti chiedo un parere ho 29anni, soffro di ansia e mi sono visto tutti i medici di turno, non me ne sono voluto far mancare nessuno! eheh ovviamente xanax e cura antidepressiva....mi sono tolto subito l'antidepressivo mi sono guardato allo specchio ho preso in mano la mia vita e accettato il mio carattere ho iniziato a correre a mangiare bene ad andare dal miglior omeopata ligure, lo xanax è troppo un cuscinetto mentale...come cazz me lo tolgo dalle palle?? 

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RISPOSTA


Buongiorno Anonimo,

e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

La strada che hai intrapreso è giusta e ti stai salvando la vita da solo. Ora dobbiamo dare la svolta.

Anche se vi fossero alla base delle motivazioni psicologiche preponderanti, il mio consiglio è ora di rafforzare il fisico.

Lo Xanax è un ansiolitico veramente ostico da dismettere (e non mi dici da quanto tempo lo assumi e in che dosi), e la linea da seguire è sempre la stessa, ossia scalaggio lento e costante del 10% al mese.

Preparati alle crisi da dismissione, che potranno essere anche infernali.

Parallelamente, smetti di cercare soluzioni da dottori od omeopati: la GUARIGIONE è un processo che il TUO CORPO porta avanti se messo nelle condizioni di farlo.

Quindi, aiutalo abbracciando senza riserve un'alimentazione vegana, crudista quanto basta, da farsi gradualmente, ma immediatamente a ZERO GLUTINE e ZERO LATTICINI.

Ci sentiamo in privato.

Forza e coraggio
Pietro Bisanti


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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.




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