LETTERA
Che la mia testimonianza sia d'aiuto a chi è scettico, a chi non ha il coraggio o la volontà di cambiare.
Per me tutto è iniziato 11 anni fa quando, a causa di problemi con mio marito, ho deciso di rivolgermi non ad uno psicologo, bensì ad uno psichiatra, ignara di quello a cui sarei andata incontro. La decisione di rivolgermi ad un medico è scaturita da un profondo stato di malessere psico-fisico: mi nutrivo pochissimo e la decisione di una separazione mi portava ad avere tutti contro, quindi avevo bisogno di un supporto psicologico.
La dottoressa nei colloqui mi consiglia da subito di allontanarmi dal paese per cambiare vita. Io uscivo "carica" dallo studio, con le intenzioni di ascoltare i suoi consigli, ma nel momento in cui dovevo mettere in pratica mi sentivo in difficoltà e questo aumentava il senso di rabbia nei miei confronti.
La dottoressa al primo incontro mi dà subito dei farmaci (zoloft e tavor) ed il mio più grande errore è stato quello di iniziare ad abusare del tavor per frastornarmi, dormire, dormire e non pensare ai problemi. Più ne abusavo e più ne avevo bisogno, la mia mente era talmente offuscata che non pensavo ad altro che a farmi del male, fino a quando una mattina prendo 10 scatole di tavor abbinate all'alcool...immancabilmente l'ospedale e l'astinenza da farmaci.
Era fine maggio e proprio l'astinenza da farmaci mi porta ad avere crisi: passavo dal caldo esagerato a brividi di freddo, scosse sulla pelle quando venivo accarezzata, mal di testa mai provati in vita mia...tutto questo va avanti per 15 giorni, fino a quando vengo portata da un altro psichiatra che non appena mi vede mi dice: lei non ha l'aspetto di una persona depressa, però saputo l'accaduto mi imbottisce di farmaci per bene passando nel corso degli anni da Depakin, zyprexa, paroxetina, eutimil, zarelis, abilify e tavor, quest'ultimo 4 volte al giorno.
Per 10 anni mi sono sentita annullata completamente andando avanti veramente come un vegetale e nell'incapacità di fare le cose più banali. Emozioni azzerate completamente. Nonostante tutto mi sono sempre imposta delle passeggiate mattutine facendo però un passo avanti e due indietro (questo per far capire che mi mancavano le forze).
Lo psichiatra mi segue nei colloqui mensili per un anno circa, per poi passare a colloqui annuali. Nell'ultimo colloquio, circa 2 anni fa, esprimo il mio desiderio di interrompere la cura, con il suo disappunto ovviamente.
A questo punto iniziano le mie ricerche su Internet con la dicitura "dismissione psicofarmaci ". Mi compare il blog Alimentazione e salute di Pietro Bisanti. Acquisto il libro e già dalle prime pagine mi rendo conto che ho avuto gli occhi bendati per anni. Mi sono fatta del male con le mie stesse mani e che chi mi circondava non se ne rendeva conto.
Quello che conta è scegliersi. Io l'ho fatto e ne sono contenta. Ho iniziato lo scalaggio un anno e mezzo fa dei due farmaci che ultimamente prendevo: zarelis da 225 e abilify da 15.
Il 10%al mese mi ha portato oggi ad averli azzerati completamente. Ci tengo a precisare che durante lo scalaggio non ho per niente avuto problemi dovuti alla dismissione. Ho ovviamente da subito eliminato glutine, caseari e caffè per poi avvicinarmi ad una alimentazione più sana, fatta soprattutto di frutta e verdura, avendo eliminato da pochi mesi carne, pesce e i loro derivati. È importante precisare che nel corso dello scalaggio ho perso moltissimo peso, avendone presi nel corso di questi anni 32kg.
Riflettendo oggi da lucida e con l'esperienza posso pormi la domanda: come si può rivolgersi ad uno psichiatra e farsi imbottire di farmaci per un problema familiare? Sicuramente oggi avrei risolto diversamente.
Firmato Grazia
RISPOSTA
Buongiorno sig.ra Grazia,
pubblico la sua eccezionale testimonianza aggiungendo solo qualche parola.
Intanto grazie. Grazie per aver creduto in me, ma soprattutto nell'inarrestabile tendenza all'autoguarigione del corpo umano, allorquando venga messo nelle condizioni di farlo.
Fino ad adesso, grazie a una rinnovata alimentazione e a uno scalaggio molto lento, è riuscita a bypassare la sintomatologia da dismissione.
Non tutti sono così "fortunati", e anche nel suo caso potrebbe arrivare "un'ondata" anche nei prossimi mesi.
Ma siamo pronti ad affrontarla, sapendo che sarà la fine stupenda di un ciclo.
Avanti così
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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