venerdì 16 febbraio 2018

COLLEGA DELLE FORZE DI POLIZIA RIDOTTO A UNA LARVA UMANA: "QUESTO PEZZO DI MERDA MI HA ROVINATO LA VITA"

LETTERA

Buongiorno Pietro, sono un collega di *********************,
la mia vita è stata distrutta da un neurologo incompetente dr. *******, il quale mi ha prescritto delle dosi elevate di ***** compresse rilascio prolungato da prendere una la sera abbinato a ******* a pranzo.

Io da incompetente avevo intuito che le dosi erano elevatissime, ma quando ho comunicato a questo incompetente lui mi ha detto di cercare di aumentare a ***** mg, cosa che poi ho fatto, come un cretino,  aumentando a ******.

Appena prese le pastiglie anche da **** mg mi sono sentito male con brividi alle gambe ed alla schiena e perdita di memoria, ma il dottore diceva che si trattava di ansia ed io sotto l'effetto dei farmaci ho continuato a prenderli per circa due mesi quando ho avuto una totale amnesia e perdita di memoria nonché perdita delle funzioni cognitive.

Adesso mi trovo in servizio ma ho gli stessi problemi. Sono coperto dai colleghi e non faccio niente al lavoro solo qualche fotocopia. La mia vita è distrutta perché ha ripercussioni anche sulla vita familiare

In famiglia mi lamento dei miei disagi, non posso fare niente perché ho mancanza di volontà perché lo ***** ha distrutto i neuroni delle sfera emotiva e del pensiero. 

Adesso mi serve una mano per poter attaccare legalmente questo pezzo di merda che mi ha rovinato la vita. Non ce la faccio più a vivere in questa condizione e penso sempre che voglio morire. 

A volte penso al suicidio ma sono un cattolico e penso di rovinare la mia posizione con Dio dopo il suicidio.

Ti prego di rispondermi e darmi qualche consiglio e magari indicarmi se ci sono casi simili per poter conoscere qualche persona con cui confortarmi.
Ti ringrazio infinitamente  attendo risposta.

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Provo sempre un grande senso di frustrazione quando ascolto storie come la tua, e la mia frustrazione cresce in modo esponenziale quando si tratta di appartenenti alla Forze di Polizia, già abbondantemente bistratti per tanti motivi ben noti a chi fa parte di questo mondo (o a, chi, come me, lo ha vissuto per ben 23 anni).

Alcune cose mi saltano subito all'occhio...

1) Il fatto che, all'insorgere dei tuoi problemi, tu non abbia potuto chiedere aiuto alla tua Amministrazione: non mi meraviglio di certo, in quanto il modus operandi verso chi dimostra un cedimento di natura psicologica è sempre lo stesso... ritiro pistola e tesserino e convalescenza. Quando si comincerà a togliere lo stigma che viene appioppato addosso a qualunque militare/poliziotto inizi a soffrire di disturbi della sfera emozionale, aiutandolo CONCRETAMENTE al posto di abbandonarlo come un naufrago in mezzo all'oceano?

2) Provo enormemente piacere nel constatare lo spirito di corpo che troneggia nel Reparto dove lavori: ringrazia di avere colleghi come i tuoi, sono merce rara al giorno d'oggi.

3) Ora sei focalizzato nel cercare una "rivalsa" legale che purtroppo non arriverà mail.

Detto questo, leggi attentamente quello che mi accingo a scriverti.

Nessun medico "ti ha cercato". Tu hai autonomamente deciso di contattarne uno proprio perché, all'insorgere del disturbo, non avevi la preparazione igienista per poter capire correttamente cosa ti stesse succedendo e affrontarlo senza farti imbottire di merda chimica.

La medicina "moderna" infatti ragiona solo in questo modo: tagliare, cucire, iniettare, bombardare... a loro non frega un cazzo di niente del corpo come entità a sé stante. Loro vogliono far scomparire il sintomo nel più breve tempo possibile, per poter chiamare tutto questo "guarigione".

Guarigione un paio di palle rispondo io, e tu, come migliaia di altre persone che mi hanno scritto e continuano a scrivermi, sei caduto nel tranello della "pastiglietta magica che risolverà tutti i problemi".

Nessuna schifezza chimica potrà mai e poi mai interagire con 100 miliardi di neuroni, il cui funzionamento è tuttora quasi totalmente sconosciuto, andando selettivamente a "riequilibrare" solo quello che garba al "luminare di turno". METTETEVELO BENE IN TESTA.

Quindi, inutile cercare rivalse impossibili: il medico ha agito secondo "protocollo" e quindi ti imbatteresti solo in una lotta contro i mulini a vento.

E questo ti fa perdere di vista il VERO problema: TORNARE IN SALUTE.

Non mi hai scritto la motivazione per cui hai cercato aiuto medico ma posso dirti che, da igienista, quello che farei io è sradicare le cause ambientali/psicologiche/emozionale/organiche/alimentari/tossiche che hanno portato il tuo corpo ad accendere la "luce rossa-sintomo" che tu hai ignorato e soffocato con tutte le nefaste conseguenze che hai ben evidenziato.

L'alimentazione e lo stile di vita hanno un ruolo ENORME nel mantenimento della salute, anche e soprattutto mentale.

Quindi, al posto di cercare persone con cui confrontarti, per perdere ancora tempo, da quello che METTI IN BOCCA devi partire.

Ci sentiamo in privato.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.






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