giovedì 21 giugno 2018

AUTISMO E AGGRESSIVITA': GLI PSICOFARMACI SONO SEMPRE DA CONDANNARE?

LETTERA

Salve, per puro caso mi sono addentrata in un Suo articolo e lo condivido in pieno in tutto e per tutto. Ho la Tiroidite di Hashimoto, mai preso farmaci finché per forte stress ho iniziato ad avere i classici problemi: tachicardie e stanchezza...

Andai da un endocrinologo, una scienziata per la precisione ....( da premettere che sono contro i farmaci) e la stessa mi somministrò senza neanche conoscermi o chiedermi se affrontavo un particolare periodo della vita, leggendo solo le analisi del sangue, TICHE 25.

Ho assunto questo farmaco per circa un mese ma non ho avuto particolari effetti calmanti o migliorie generali. Poi sono partita per la Florida, il Tiche rimasto in aeroporto insieme alla valigia smarrita e dunque per 4 settimane, sono rimasta senza.  

Sono stata benissimo, sarà stato per il clima vacanziero, ma davvero non ho avuto problemi. Una volta a casa, dopo aver letto alcuni articoli, ho deciso di debellare glutine, lattici e carne....e ancora senza farmaci.
Mi sento meglio. Farò le analisi a breve per un riscontro.

Le scrivo in realtà per un altro motivo...il forte stress che mi provocava tachicardie era scaturito dal fatto di essere madre di una ragazzina disabile. Mia figlia ha sofferto di asfissia alla nascita ed ora ha un disturbo medio lieve psicomotorio. Negli ultimi anni, ora è 19enne, la sua situazione è cambiata, si è innescato lo “spettro autistico”, è aggressiva con se stessa e se si impedisce una sua scelta può essere aggressiva anche con gli altri. Mia figlia quasi non ha più capelli perché se li tira durante queste fasi...e per una madre non esiste stress e dolore maggiore di questo. 

Per tali motivi per la prima volta le hanno prescritto il Risperdal da 2 mg per il momento una sola volta al giorno. Le ripeto che sono contro i farmaci, ma vedere mia figlia farsi del male non è positivo né per lei né per me né per i suoi fratellini di 2 e 4 anni.

Ho tentato di farle fare una dieta senza glutine e latticini o simile alla mia dieta che prevede anche l’assenza di carne ...ma non è servito a nulla.

Non vorrei darle questi psicofarmaci...ma come posso fare per aiutarla? Come posso fare per conciliare la vita famigliare con i suoi problemi? Ad oggi non è aggressiva quanto prima ma ogni tanto nonostante i farmaci capita che abbia un atto violento con se stessa o altri.

L’assunzione di psicofarmaci nel suo caso è giusto? Esiste un neuropsichiatra che la pensi come Lei?
Sperando possiate aiutarmi 
Invio i miei più cordiali saluti

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Sono perfettamente conscio del dramma a cui lei si trova davanti.

Vede sua figlia soffrire come un cane, e vuole darle un sollievo SUBITO.

Il problema è però uno solo...Lei darà, SE LE VA BENE (perché non è assolutamente certo che il farmaco possa darle anche quello) un sollievo TEMPORANEO a sua figlia, destinato a portare, nel tempo, un SALATISSIMO CONTO DA PAGARE. 

Si tratta di una molecola devastante, nata per lobotomizzare chimicamente chi la assume. Sua figlia smetterà di essere aggressiva ma anche di essere quello che è: UN ESSERE UMANO.

Essere aggressivi, per quanto devastante, significa comunque essere VIVI.

Questo non significa che non bisogna cercare di risolvere, per quanto possibile, la situazione.

Significa farlo nel MODO GIUSTO. Una volta e PER TUTTE.

Bisogna lavorare per massimizzare i risultati, per fare tutto quello che è in nostro potere. Bisogna permettere al corpo di ripararsi al massimo delle proprie possibilità.

E questo passa per uno cambiamento RADICALE del proprio stile di vita, a cominciare da quello alimentare.

E certo non per due mesi, e certo non eliminando "solo" glutine e latticini. Qui bisogna fare sul serio. E per molto tempo.

Non si faccia abbagliare da un effimera guarigione. Un temporaneo, finto, diabolico "miglioramento" che rimpiangerà amaramente.

Combatta per sua figlia come ha già fatto. Non ceda alle lusinghe di una chimica distruttiva e provi a dare fiducia, facendo le cose sul serio, al suo corpo.

Acquisti e legga IMMEDIATAMENTE il mio libro, e cominci a capire cosa significhi vivere in SALUTE.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


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