Ciao Pietro scusami che ti interpello sempre...ma SOLO tu puoi darmi un consiglio perché ormai di psichiatri e neurologi non ne voglio proprio sapere...ieri sono due mesi che non prendo più il citalopram ma noto che l'ansia tra ieri e oggi è alle stelle...come è possibile che a distanza di di 2 mesi ho ancora tali effetti (le ideazioni ormai sono diventate paure che generano però ansia)??? Ieri ho telefonato il neurologo che mi prescrisse il citalopram e senza esitare nemmeno un attimo senza nemmeno guardarmi mi ha detto di riprenderlo piano piano perché secondo lui la cura l'ho fatta per un periodo troppo breve. ..scusami se ti disturbo sempre ma in materia di psicofarmaci ed effetti collaterali sei preparatissimo...cordiali saluti F.
RISPOSTA
Ciao F.,
per i lettori, faccio riferimento al precedente articolo,
CITALOPRAM: IDEAZIONI DI MORTE. TI CURO LA CERVICALE MA TI TRASFORMO IN UN ASSASSINO
al quale rimando per capire meglio l'intera vicenda.
Veniamo a noi.
Non sono un medico, non prescrivo farmaci e non visito nessuno, ma non ci vuole una laurea per capire che tutto quello che ti sta accadendo altro non è che un effetto di sospensione del farmaco che ti era stato prescritto.
Fondamentalmente accade questo: ogni qualvolta si assume una sostanza estranea al proprio sistema biochimico, e in particolar modo gli psicofarmaci, il corpo muta per adattarsi e compensare alla presenza di tale sostanza.
Nel momento in cui (in questo caso il citalopram) viene interrotta, il corpo deve fare uno sforzo inverso per tornare alla normale situazione precedente: ecco qui i sintomi di sospensione, una vera e propria crisi di astinenza, propedeutica e necessaria alla successiva, vera "guarigione".
Allucinante, a dir poco, la telefonata intercorsa tra te e il neurologo, che denota, da parte di quest'ultimo, una totale, dico totale inesperienza e ignoranza di quali molecole abbia prescritto e dello sconquasso che creano all'interno dell'organismo umano.
E come sempre, al posto di prendersi una responsabilità delle proprie azioni, scaricano tutto sul paziente, dicendo le solite boiate stile "cura troppo breve", "i sintomi vecchi riaffiorano".
Tutte balle, e già sentite.
Quello che posso dirti è di avere pazienza: il corpo sa quello che fa, e tornerà da solo a una situazione di normalità.
Se ti dovessi accorgere di essere sopraffatto dalle ideazioni, chiedi aiuto immediatamente a chi ami e di chi ti fidi, ma evita, con tutte le tue forze, di passare dalla padella alla brace recandoti a un pronto soccorso, dove ti rimetterebbero, in fretta e furia, sotto cura psicofarmacologica.
Chi prescrive uno psicofarmaco non ha capito nulla del corpo umano; chi prescrive un antidepressivo, come nel tuo caso, per una cervicale, è in un delirio ancora più profondo.
Non sottovalutare l'idea di mettere a riposo il tuo organismo tramite un digiuno terapeutico, anche a soli centrifugati, che permetterebbe al tuo sistema immunitario, non impegnato nel gravoso compito digestivo, di utilizzare tutte le energie per eliminare agevolmente i residui ancora presenti dentro di te.
Pietro è possibile a distanza di 2 mesi dalla sospensione? ??
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