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LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE: PSICHIATRI E PSICOFARMACI FINALMENTE MESSI A NUDO PER QUELLO CHE SONO. L'UNICO LIBRO IN ITALIA CHE VI DICE CHIARAMENTE COSA SIANO VERAMENTE LA PSICHIATRIA E GLI PSICOFARMACI. COME LIBERARSI DA QUESTE DROGHE LEGALIZZATE E RICOMINCIARE A VIVERE, ANCHE ATTRAVERSO UN RINNOVATO REGIME ALIMENTARE. PSICOFARMACI ALLA GUIDA, PSICOFARMACI AI BAMBINI, PSICOFARMACI AGLI ANZIANI...C'E' TANTO, TANTO DA LEGGERE. UNA VERA BIBBIA DEL SETTORE. ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE. IL LIBRO CHE STA AIUTANDO MIGLIAIA DI PERSONE AD USCIRE DALLA DIPENDENZA DEGLI PSICOFARMACI. PER ORDINARE: COSTO EBOOK 16 EURO, COSTO CARTACEO 30 EURO (COMPRESA SPEDIZIONE). Dati beneficiari a mezzo BONIFICO BANCARIO Beneficiario: Pietro Eupremio Maria Bisanti Conto di accredito: IT95X0760105138200717600721 Banca e filiale: ENTE POSTE ITALIANE, VIALE EUROPA, 175 - 00144 - ROMA. Dati beneficiari a mezzo RICARICA POSTEPAY Beneficiario: Pietro Eupremio Maria Bisanti Codice fiscale: BSNPRP75S24F205O Numero carta postepay: 5333-1710-0229-5513. NELLA CAUSALE INSERIRE LA PROPRIA EMAIL NEL CASO DI ORDINE DI EBOOK O L'INDIRIZZO COMPLETO NEL CASO DI ORDINAZIONE DI LIBRO CARTACEO. NEL SOLO CASO DI PAGAMENTO A MEZZO POSTEPAY, SCRIVERE LE SUDDETTE INFORMAZIONI A: PIETROBISANTIBLOG@GMAIL.COM. PER QUALUNQUE, ULTERIORE INFORMAZIONE SCRIVICI SEMPRE A PIETROBISANTIBLOG@GMAIL.COM. SOSTIENICI INOLTRE, SE PUOI, CON UNA DONAZIONE!

NO ALLA PSICHIATRIA

Battiamoci per un mondo senza psicofarmaci, dove i disagi di natura psichiatrica vengono investigati attraverso l'analisi delle cause organiche/psicologiche del singolo individuo, e non attraverso la somministrazione anche coatta di vere e proprie droghe legalizzate.
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Milano, Italy
Igienista e consulente legale specializzato in ambito giuridico-psichiatrico, ricercatore indipendente sul disagio umano con particolare attenzione a quello giovanile e sui danni da psicofarmaci (NOTA BENE: L'Igienismo è uno stile e filosofia di vita e NON una specializzazione in ambito medico), già maresciallo Capo dell'Arma dei Carabinieri (dal 24.09.1994 al 31.12.2017), ora docente ufficiale della prima scuola privata igienista italiana "Health Science University", attivista per i diritti umani e strenuo difensore dei diritti degli animali, da 14 anni si occupa in chiave igienista della correlazione fra alimentazione e malattia, con particolare attenzione alla salute mentale nonché all'utilizzo delle molecole più demoniache e distruttive mai inventate dall'uomo: gli psicofarmaci. L'intento di questo blog non è fornire indicazioni di natura medica, bensì quelle informazioni che possano essere utilizzate per effettuare delle scelte personali e consapevoli, soprattutto in ambito psichiatrico. NOTA BENE: QUESTO SITO RIFLETTE IL PENSIERO ESCLUSIVO DEL SUO AUTORE E NON HA ALCUN COLLEGAMENTO ED/O ESPRIME CONSIDERAZIONI IN NOME E PER CONTO DELL'ARMA DEI CARABINIERI

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lunedì 30 luglio 2018

ABILIFY, MINOXIDIL, MAVERAL: TRA CAPELLI CHE CADONO, IMPOTENZA E RABBIA INSPIEGABILE. PSICHIATRI, NE AVETE DISTRUTTO UN ALTRO

Ciao Pietro,

sono un ragazzo di 19 anni e dall'età di 13 assumo psicofarmaci. 

Il tutto è iniziato quando, dopo le mie continue agitazioni accompagnate da una forte rabbia inspiegabile, con la quale finivo quasi sempre ad essere aggressivo soprattutto nei confronti di mia madre, entrambi i miei genitori dopo aver girato vari psicologi senza risultati decisero di portarmi da un neuropsichiatra della ASL. 

Quest'ultimo, dopo circa un anno che lo frequentavo, non riuscendo a capire il motivo per il quale mi comportavo in quel modo mi diagnostica il Doc e mi prescrive l'ABILIFY. 

Nonostante io fossi contrario ad assumerlo, convinto dai miei parenti accettai di farlo. 

Per circa un anno stetti bene e pensavo di essere guarito, quando all'improvviso incominciai ad accusare una forte ansia che mi costringeva ogni giorno ad uscire dalla classe. Non potendo più sopportare questa situazione ritornai dal neuropsichiatra raccontandogli questo. 

Lui, nonostante le mie continue richieste di voler assumere un ansiolitico per tranquillizzarmi non lo fece finché un giorno mi prescrive il MAVERAL. Anche qui ero contrario ad assumerlo pensando che un antidepressivo fosse peggio di un ansiolitico. 

I miei genitori a quel punto quasi mi obbligarono ad assumerlo dicendomi che non dovevo fare scene poiché avevo insistito io a farmi dare qualcosa. Anche lì mi lasciai convincere e lo presi. 

Insieme a tutto ciò c'era anche un abbondante perdita di capelli alla quale io sapendo che c'era qualcosa che non andava e chiesi ai miei di portarmi da un dermatologo. Quest'ultimo non vide nulla. La situazione andò avanti, ma siccome all'epoca ne avevo talmente tanti trascurai la cosa. 

Dopo molto tempo che la situazione era così, il mio neuropsichiatra decise di scalarmi l' ABILIFY lasciandomi solo il MAVERAL. Da 4 anni fa le cose sono peggiorate e nel frattempo trovai un dermatologo che mi prescrisse il MINOXIDIL. 

Dopo due mesi la caduta si era interrotta ma combattevo con gli effetti collaterali del MAVERAL (impotenza...). Nel frattempo il mio neuropsichiatra se ne era andato poiché era passato al disabile adulto. Al suo posto venne un' altra dottoressa che decise di scalarmi il MAVERAL, fino al punto che tornai più agitato e più aggressivo di prima che prendessi l'ABILIFY la prima volta. 

La dottoressa allora mi ripropose l'ABILIFY a 5 mg ma la perdita di capelli tornò di nuovo. Mia madre allora non sentendosi ascoltata dalla dottoressa cambiò medico e poi altri due, finché trovai un professore a ***** (io sono di ****) che mi dette il SEROQUEL  che mi provocò effetti collaterali potenti, per poi tornare di nuovo all'ABILIFY. 

Da circa 2 anni e mezzo non sono riuscito più a far cessare la perdita di capelli nonostante aver preso il Minoxidil. Il professore di ****, anziché comprendere la situazione continuava a dirmi che per lui non era possibile che la caduta dipendesse dal farmaco facendomi anche delle battute su questo fino a prescrivermi di nuovo il MAVERAL. 

Nell'ultimo anno ho tentato due volte di smettere i farmaci: la prima volta di botto, la seconda gradualmente ma senza ottenere risultati. L'altro giorno ho deciso di cambiare psichiatra che alla fine della visita mi ha riproposto lo stesso farmaco e la fluoxetina. 

Sto combattendo giorno per giorno con tutti questi problemi che non riesco a debellare. Inoltre, da circa una settimana non dormo più. Neanche in famiglia riesco a farmi comprendere e mi sento dire che devo farmi curare. Spero che leggerai tutto questo e che mi potrai consigliare al meglio. Hai per caso un cellulare con il quale posso chiamarti? 

Ti ringrazio in anticipo.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Che dire... mi sovviene solo una parola: DELIRIO.

Sì, una sorta di follia collettiva che abbraccia tanto i cialtroni che ti hanno avuto in "cura" quanto i tuoi ignoranti genitori, che hanno permesso tutto questo.

Inutile negarlo, viviamo in un'epoca di totale FOLLIA, ove se non assumi niente, mangi in maniera corretta e VIVI seconda Natura, sei tu un pazzo...

Qualunque medico, vedendosi arrivare un 13enne con una rabbia incontrollabile, avrebbe dovuto ASCOLTARTI, "ANALIZZARTI", CAPIRTI, SCANDAGLIARE...

Avrebbe dovuto farti un sacco di domande, come ad esempio..."Che cazzo mangi? Che cazzo fumi? Ti fai le canne? Ti ammazzi di Redbull?". Insomma, avrebbe dovuto cercare di comprendere perché IL TUO CORPO E LA TUA MENTE NON STAVANO FUNZIONANDO A DOVERE.

Invece, come ormai praticamente nel 100 per cento dei casi, ti ha "iniziato" alla merdosa psichiatria farmacologica, scaraventandoti in un vortice di problemi, uno trascinato dall'altro.

Sì, perché la perdita di capelli, l'impotenza e tutto il resto non sono altro che la conseguenza della merda chimica che hai ingerito.

E ancora, questi cialtroni, al posto di arrendersi all'evidenza, CONTINUANO a prescrivere, prescrivere prescrivere, pensando che il corpo sia una sorta di pattumiera chimica ove si possa buttare dentro a casaccio qualsiasi cosa.

Arriverà il momento in cui questa gente risponderà, oltre che alla propria coscienza (se ne hanno una) anche nei Tribunali.

Ora, la soluzione igienista è una sola, che si chiama RIEQUILIBRIO TOTALE.

Il tuo corpo è una macchina perfetta, che ha solo la necessità di ESSERE LASCIATA IN PACE.

Tornare indietro significa però dover smaltire anni di porcherie ma hai dalla tua la tua giovane età e la tua voglia di venirne fuori.

Lettura IMMEDIATA del mio libro e di questo link, ove potrai farti un'idea di quale sia la visione igienista.

https://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html

Io ci sono

Pietro Eupremio Maria Bisanti



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In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

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martedì 24 luglio 2018

COME ROVINARE UN UOMO NEL GIRO DI QUALCHE MESE: PSICHIATRI, AVETE FATTO ANCORA CENTRO

LETTERA

Ciao Pietro,

Mi chiamo *******,

per puro caso ho visto la tua pagina blog e volevo chiederti un parere su come uscire dall'inferno delle benzodiazepine.
Assumo benzodiazepine dal 21 gennaio 2018  ad oggi.

Dopo un intera notte in bianco senza dormire ebbi la brillante idea di andare dallo psichiatra che prescrisse prima il Tavor 2.5 mg mattina 2.5 mg la sera perché mi disse che forse ero troppo ansioso, poi verso marzo di quest'anno me le ha cambiate in Delorazepam 3 pastiglie da 1 mg  mattina pomeriggio e sera.

Siccome non facevano più effetto e non dormivo nemmeno bene tra l'altro anche quando le assumevo (3 4 ore al massimo) ho scalato di testa mia fino a 1 mg senza fare in quarti poiché non me lo aveva specificato né avvertito che esistevano possibili scalaggi né che  comportavano possibile assuefazione.

Pero poi c'era il problema che abbassando la dose dormivo 1 ora e mezza a notte. Quindi sono andato a visita ad aprile e mi ha rimesso 2 mg Delorazepam prima di dormire. Stavo quasi per eliminarlo ma non ce l'ho fatta perché dormivo poco e avevo paura succedesse qualcosa.

Sono riandato il 25 giugno e mi ha aggiunto 12 gocce di Sonirem che non so se e una vera e propria benzodiazepina e porta assuefazione che cmq voglio eliminare entro questo mese, sto facendo lo scalaggio di una goccia al giorno.

Ma per eliminare il Delorazepam come devo fare? Scalaggi di un quarto ogni due settimane fino ad estinzione visto che lo prendo da circa 4 mesi? E il Tavor assunto precedentemente rimane sempre nel sangue?
E se non riusciro' piu' a dormire abbassando la dose come si fa?

Gradirei un tuo aiuto sono esasperato , ti ringrazio di cuore,

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Che dire... Pur occupandomi della materia ormai da diversi anni, non riesco a non meravigliarmi davanti all'ennesima "tragedia" causata da uno dei cancri della nostra società: la Psichiatria.

Questi signori hanno un solo modo di ragionare: farmaci, farmaci, farmaci...

E' incredibile... è come se durante i sei anni di "specializzazione" non gli venisse insegnato altro che questo.

Ma dove diamine è l'essere UMANO, nella sua interezza, fatto di carne, anima, sangue, emozioni? 

Come si fa anche solo lontanamente a pensare che tutto possa ridursi a "prendi questo", "prendi quello", "abbassa questo", "aumenta questo"? Come si anche solo lontanamente a pensare che una compressa CHIMICA possa interagire con 100.000.000 di neuroni, andando ad "aggiustare" selettivamente solo quello che a noi più ci garba?

Siete, siamo ESSERI VIVENTI cazzo, non cavie da laboratorio.

Il tuo è il CLASSICO esempio di come una persona entri nello studio di uno psichiatra con un "problema" e ne ESCA CON DUE.

Questo cialtrone in camice bianco avrebbe dovuto accoglierti, parlarti, analizzare la tua sintomatologia e CHIEDERTI quale fosse il tuo stile di vita, in modo da apportare i correttivi necessari affinché il tuo corpo potesse tornare a DORMIRE DA SOLO.

No... troppo facile... come sempre partono con le loro cazzo di pastiglie, che NON funzionano, dando, quando va bene, un passeggero senso di effimera guarigione, per poi essere costretti ad aumentarle o a cambiarle.

Qualcuno mi dica a che cazzo serve dormire chimicamente? A che cazzo serve se si lasciano inalterate le motivazioni per cui non si dormiva?

Per poi, alla fine, NON dormire nemmeno più, neanche con la pastiglia... Senza considerare che ALLA FINE bisogna pur sempre tornare a dormire senza farmaci...

Quindi, non è più NORMALE non assumere quelle porcherie e RISOLVERE DA SUBITO le problematiche alla base?

Questo è un discorso LOGICO ma la LOGICA non entra negli studi degli psichiatri.

Pochi dubbi ho che se tu non ti fossi chiesto il perché delle tua situazione e ti fossi bovinamente affidato, più avanti ti avrebbe prescritto di ogni...la benzodiazepine, ad esempio, causano depressione, che lui ti avrebbe sicuramente "risolto" con un bell'antidepressivo.

Detto questo, ribadendoti che NON posso darti consigli medici, la situazione devi decidere TU come gestirla.

Lo scalaggio è solo una parte della risoluzione del problema, e la mia idea è e rimane una: si scala un farmaco alla volta, il 10% al mese. Qui è stato fatto un minestrone di tranquillanti, il delirio, e NON puoi NON pensare di dover soffrire per tornare a uno stato di normalità.

Purtroppo il NON dormire è uno dei passi necessari per tornare in salute. Non si esce da questa situazione senza delle "crisi di aggiustamento" che altro non sono se non lo sforzo del corpo di tornare a uno stato di equilibrio.

E come per uno stupefacente, il "trucco" è semplicemente quello di riabituare il corpo SENZA ASSUMERE NULLA nel momento della crisi. Guarda il soffitto, non dormire, ma con la consapevolezza che se assumi qualcosa non farai altro che allungare l'agonia posticipando la risoluzione del problema; se invece non assumi nulla, soffrirai ma in un percorso che ti porterà a risolvere.

Questo DEVE andare di pari passo con un miglioramento TOTALE dello stile di vita alimentare/ambientale/emozionale.

Un esempio per tutto: se fumi e/o bevi caffè, è una follia. 

Acquista e leggi il mio libro IMMEDIATAMENTE. Fatti una tua idea e AGISCI.

Io ci sono

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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lunedì 16 luglio 2018

NON CE NE FREGA UN CAZZO DELL'UNIVERSITA', QUI BISOGNA LAUREARSI "ALLA VITA": SONO PRONTO A DARVI ASSISTENZA LEGALE

LETTERA

Buongiorno sig. Pietro Bisanti, 


Le scrivo per conto di una mia carissima amica, la quale nel 2012 ha subito un ricovero coatto ed è stata dimessa dall’ospedale con la diagnosi di psicosi, lei si è sempre rifiutata di assumere la terapia dopo il ricovero , in quanto le procurava non pochi effetti collaterali.

In seguito, più precisamente nel 2015 ha dovuto far ricorso alle cure ospedaliere per una grave carenza di sodio e potassio (sostanze fondamentali per la vita stessa delle cellule e quindi per la vita  della persona).

La situazione era questa, le riporto quanto scritto nella lettera di dimissioni della mia amica dall’ospedale.

Motivo del ricovero: "assunzione accidentale di bicarbonato di sodio, subito dopo il ricovero la paziente presenta una grave  carenza di sodio e potassio, diagnosi psicosi".

A detta dello psichiatra il motivo della carenza di questi minerali era dovuto all’ingestione, specifico accidentale, del bicarbonato di sodio (faccio presente che lei lo usa talvolta per “sbiancare” leggermente i denti, sostanza la quale viene utilizzata anche dagli odontoiatri  per fare l’ablazione del tartaro e togliere eventuali macchiette sui denti, quindi non in grado di causare una tale carenza).

Secondo la mia amica la carenza dei sopra citati minerali era prodotta dai farmaci che lei stava assumendo in quel periodo per curare una sinusite, gli antibiotici, ai quali risultava intollerante cagionandole continua diarrea e quindi debilitando il suo fisico, riscontro avuto anche da una ricerca fatta in Internet.

La situazione attualmente è la seguente, la mia amica tornata dall’ospedale si è rifiutata di assumere farmaci, si prede cura di stessa e di ciò che è necessario per il vivere quotidiano, inoltre come gli altri fratelli presta assistenza alla madre una domenica al mese dalle otto del mattino alle 8 di sera.

Faccio presente che ella si è iscritta all’università, facoltà di Psicologia e sta portando avanti  i suoi studi con successo, l’ultimo esame dato di neurofisiologia ha ottenuto 28/ 30, mi sembra un buon risultato.

Io le scrivo perché la mia amica a volte è un po’ preoccupata e spesso mi dice “spero di non aver mai bisogno delle cure ospedaliere perché ho compreso che una volta che sei stata ricoverata lì quello diventa il tuo reparto per il resto dei tuoi giorni, ed io ho fatto una dannata fatica per scrollarmi di  dosso tutti gli abusi subiti, cercando di  recuperare la fiducia e l’autostima che un tempo mi apparteneva”.

La mia domanda è semplicemente questa: nella sciagurata ipotesi che tale situazione si ripresentasse Lei come potrebbe aiutare la mia amica? Mi potrebbe dire in cosa consiste il suo aiuto? Intendo dire cosa potrebbe fare concretamente?

La mia amica non è a conoscenza di questo mio scritto, mi sono riservata di informarla in seguito ad una Sua risposta, preciso che ella ha una figlia adulta, una sorella e ben quattro fratelli (nessuno a parte io è a conoscenza del fatto che lei è iscritta all’università, lei desidera dirlo al termine del percorso di laurea), ma purtroppo non ha il supporto di nessuno di loro, anzi secondo loro lo psichiatra ha ragione, questo è il motivo per cui io mi sono assunta la responsabilità di chiederle un eventuale supporto o aiuto nel  caso di effettiva necessita o meglio di un eventuale ricovero nel medesimo reparto.

Spero che Lei cortesemente mi possa darmi  una risposta nel più breve tempo possibile 

La ringrazio per la Sua attenzione 

Le porgo cordiali saluti 

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Mi perdoni se potrò apparirle brusco ma quello che deve arrivare FORTE e CHIARO è il mio messaggio, in quanto qui c'è di mezzo la vita di un essere umano.

Ho personalmente assistito a talmente tante storie che ormai ritengo di avere una esperienza granitica in merito...

Quindi, la prima cosa che mi viene da chiedere è: "Ma come diamine sta vivendo questa donna la propria vita OGNI GIORNO?".

Vivere non significa SOPRAVVIVERE. Vivere significa GODERE della vita, anche delle sue difficoltà, PADRONI del PROPRIO CORPO e della PROPRIA MENTE.

Siamo sicuri che questa donna lo sia? Io dico di NO, altrimenti non avrebbe bisogno di "cure", non avrebbe bisogno di farsi di antibiotici, non avrebbe carenze di alcun tipo... insomma...come vive questa persona? Come mangia? Come respira? Che relazioni ha con il mondo esterno? Quanti psicofarmaci ha assunto?

Non "me ne faccio niente" di un esame universitario magari passato ripetendo a mo' di pappagallo delle nozioni lette su di un libro.

Qui bisogna prima di tutto laurearsi all'"università della vita", che significa avere un CORPO e una MENTE in perfetta salute ed efficienza.

Io non so nulla di questa donna ma non ci vuole niente per capire quanto ci si trovi di fronte a una persona che, volente o nolente, ha maltrattato da sempre il proprio corpo... e continua a farlo.

Rispondendo alle sue domande, le preciso che NESSUNO può imporre la somministrazione di farmaci al di fuori di un atto di trattamento sanitario obbligatorio.

Bisogna però anche capire quale sia la "posizione" di questa donna: è in carico a un Centro di Salute Mentale?

Se sì, come detto poc'anzi, può rifiutarsi di assumere i farmaci ma questo va comunque fatto con cautela ed intelligenza: nella pratica, i CSM si sentono responsabili delle persone a loro assegnate dopo un ricovero ospedaliero e quindi si allarmano quando le medesime rifiutano le terapie e/o risultano "sfuggenti". Il mio consiglio è quindi di sganciarsi dal CSM con intelligenza e per questo è necessario farsi affiancare da una figura competente in materia, come il sottoscritto.

Potrò quindi fissare un appuntamento con il CSM di zona e accompagnare la signora a un colloquio in qualità di "persona di fiducia sanitaria", che è un figura espressamente prevista dalla Legge, facendo valere le sue ragioni.

Perché, se ci si limita a "sparire" i CSM hanno comunque l'arma dell'accertamento sanitario obbligatorio, con cui, in pratica, possono coattivamente sottoporre a visita una persona di cui si sospetti uno stato di sofferenza mentale... e da questo il passo al trattamento sanitario obbligatorio è spesso molto veloce e automatico, specialmente quando si è SOLI.

Detto questo, nel caso invece non fosse assegnata ad alcun CSM (ma la vedo dura), e comunque a prescindere da tutto, se fosse emesso un accertamento sanitario obbligatorio e/o un trattamento sanitario obbligatorio posso in prima persona intervenire presenziando agli stessi e fornendovi assistenza legale.

Ma tutto ciò NON PUO' PRESCINDERE dal fatto che la cosa principale per evitare tutto questo sia TORNARE IN SALUTE.

Che significa trattare il proprio corpo alimentarmente/emozionalmente/ambientalmente come una reliquia...

E su questo, sia lei che questa donna, siete a DIGIUNO COMPLETO.

Quindi, lettura IMMEDIATA del mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".

Cominciate a informarvi. 

Questa è l'arma vincente.

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.

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DISMISSIONE RIVOTRIL E NON SOLO: VA BENE LA SPIRITUALITA' MA RIMANIAMO CON I PIEDI BEN PIANTATI PER TERRA

LETTERA


Ciao Pietro,
Io sono 2 mesi che faccio Rivotril. Ero contraria al massimo perché a 27 anni ebbi un'apertura che avrebbe potuto guarirmi e con uno psicofarmaco mi fecero bloccare il processo. 

A 42 anni di nuovo sull'orlo di un cambiamento dovuto a una grossa apertura spirituale, alla fine dopo 6 mesi ho ceduto a prendere il Rivotril. 

Io sono sensibilissima alle molecole di ogni tipo. Sono a metà di una fase di transizione verso il mio vero sé ma l'Ego ha reagito in modo violento più tutta una serie di traumi grossi sono venuti a galla. 

Voglio assolutamente dismettere il Clonazepam ma so già che avrò da attraversare l'inferno. Mi sono tenuta a solo 9 gtt, adesso sono ad 8 e già il mio sonno è scarso e di poca qualità. 

La mia energia interna, già completamente scompensata a causa di ciò che è accaduto, adesso è congelata e scorre peggio di prima. Secondo te scalare in un periodo che andrà da ora a metà dicembre, cioè di metà goccia a settimana fino a 5 e di 1/4 di goccia fino a 0 mi porterà comunque a soffrire sintomi di astinenza? 

Se potessi tornare indietro lo farei. La mia mente era nel caos, ma il cuore sotto anche se represso dai traumi e dall'Ego era forte. 

Adesso non posso più neppure piangere. Per l'alimentazione, io per il tipo di squilibrio energetico che ho al momento devo mangiare cibi che radicano, quindi molta carne, latticini etc... Ma modificherò se e quando riuscirò ad uscire da questo inferno. Grazie dei tuoi consigli.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Non prendere come un fatto personale la veemenza con cui mi approccerò a te ma non posso non farti capire, anche duramente, l'accozzaglia di FESSERIE che hai scritto, una via l'altra.

Ho un ENORME rispetto per ogni essere umano, e anche per il tuo personale percorso spirituale e di Vita ma qui non dobbiamo TRASCENDERE.

Anzitutto, ci vuole SINCERITA', che significa dire TUTTO e non so quello che fa comodo.

Sono frasi assolutamente senza senso quelle come "a 27 ebbi un'apertura che poteva guarirmi...A 42 anni di nuovo sull'orlo di un cambiamento dovuto a una grossa apertura spirituale...Sono a metà di una fase di transizione verso il mio vero sé ma l'Ego ha reagito in modo violento".

Queste frasi, oltre a non avere un senso, dicono TUTTO e NIENTE... Sei sempre "sull'orlo del cambiamento" ma in realtà continui a vivere una vita di merda...

Sicuramente, come essere umani, siamo sempre tutti in un percorso evolutivo ma NON SIAMO SU QUESTA TERRA PER VIVERE DI MERDA E FLAGELLARCI OGNI GIORNO.

Durante il nostro percorso abbiamo il DIRITTO e il DOVERE di STARE BENE.

Ci si può evolvere anche con GIOIA, non dimenticatelo mai!

Ora, subodoro che TUTTA la tua vita sia stata incentrata sugli psicofarmaci ed è arrivato il momento di conquistare un equilibrio.

Questo lo si fa agendo su due fronti: il primo, trattando il proprio corpo come una reliquia e non come un sacco dell'immondizia... e qui non posso non riportare la tua TERRIFICANTE frase finale "Per l'alimentazione, io per il tipo di squilibrio energetico che ho al momento devo mangiare cibi che radicano, quindi molta carne, latticini etc...".

Ma che diamine di castroneria è questa? Proprio perché sei "squilibrata" DEVI alimentarti nella migliore delle maniere!

Il secondo punto è, ovviamente, quello emozionale ma solo DOPO aver riconquistato FINALMENTE un corpo e una mente PULITI.

Per lo scalaggio, io rimango della mia idea, e cioè che si scali molto lentamente, del 10% al mese.

Quindi, nel tuo caso, una GOCCIA AL MESE. I sintomi di astinenza sono spesso un "terno al lotto"... Alcune persone li hanno moderati, alcune non li hanno, altre li hanno fortissimi. In ogni caso VANNO AFFRONTATI sapendo che le crisi sono il meccanismo riparatore del corpo umano per poter tornare in salute e non un mostro che arriva senza motivo per farci del male.

Il piano di battaglia rimane il medesimo: lettura IMMEDIATA del mio libro e di questo link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html.

Io sono un IGIENISTA e non UN MEDICO e ne sono fiero. Sono qui per RESPONSABILIZZARTI e per far sì che tu DECIDA autonomamente cosa fare.

La mia idea ce l'hai.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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mercoledì 11 luglio 2018

"CREDO CHE IMBATTERMI IN LEI SIA STATO UN IMMENSO COLPO DI FORTUNA": ORA PIANTIAMOLA DI STARE DI MERDA!

LETTERA

Salve, 

gentile signor Bisanti, ho scoperto da poco il suo blog. 

Ieri sera sul tardi per un caso fortuito, ho scoperto un suo video intitolato "Come sganciarsi dal centro di salute  mentale", sono stato ricoverato a soli 30 anni in un reparto psichiatrico fuori dalla mia città. 

Mi hanno dato Alprazolam 10 mg la mattina e Xanax 0,50 mg la sera, ora premessa fatta che io non amo la Psichiatria e che non ho voluto assumere volontariamente l'Alprazolam a causa degli effetti negativi che questo comportava al mio organismo. 

Quando ne sono uscito, dopo circa un mese, sono stato affidato da un parente a me vicino al centro di salute mentale della mia città, io vorrei un po' sganciarmi, all'inizio andavo alle visite di controllo perché avevo timore di ritorsioni da parte dello psichiatra, adesso ci vado ancora e vorrei sapere se potesse fornirmi una consulenza legale in merito, perché non conosco tutti i miei diritti. 

Ho avuto una vita complicata, di certo non posso dire di essere stato risparmiato dalle bufere della vita, la mia famiglia d'origine è letteralmente andata in pezzi in maniera definitiva circa un anno fa, dopo anni di soprusi io e mia madre abbiamo trovato il coraggio di denunciare mio padre, alla fine lei è finita in un centro anti violenza per donne maltrattate e io in mezzo ad una strada abbandonato da tutti i parenti. 

Mi hanno aiutato poche persone, ironia della sorte son dovuto ritornare a casa sotto lo stesso tetto con mio padre perché non sapevo dove altro andare. Ammetto di aver pensato seriamente al suicidio in un momento di disperazione, nessuno sembrava volermi dare veramente ascolto, nessuno sembrava volermi dare veramente aiuto, avevo tutte le porte chiuse in faccia. 

Ho cacciato mio padre di casa, il 1° gennaio perché non ne potevo più dei suoi soprusi psicologici e delle sue frecciatine e battutine, così quando ha capito che non avevo intenzione di subire se ne è andato. 

Mi sono rivolto ai servizi sociali che han chiamato a mia sorella, anziché suggerirmi comunque un terapeuta mi han suggerito una visita psichiatrica, a cui io non sono andato perché in quel momento avevo bisogno di esternare il mio dolore con un bravo psicologo e di curarlo non di qualcuno che mi riempisse di psicofarmaci fino a stordirmi e a dormire tutto il giorno. 

Dopo il ricovero ma anche durante, non provavo più niente, mi sentivo un invalido, tra l'altro soffro di attacchi di panico da anni che vanno e vengono a intermittenza, quindi mi sono sentito frustrato quando nonostante assumessi la terapia farmacologica, io non riuscissi neppure a stare in pubblico con un'amica in mezzo ad altre persone come una panineria, questo mi ha causato momenti di disperazione profonda, tanto da pensare al suicidio. 

Credo che imbattermi in lei per caso sia stato un immenso colpo di fortuna o un'opportunità in più per crescere e per cambiare in meglio e magari anche per avere informazioni in più e imparare qualcosa di nuovo. 

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

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Veniamo a noi.


Davanti alla Vita si hanno due possibilità: o la si rifugge (in questo caso imbottendosi di farmaci), oppure la si "aggredisce", soffrendo anche come CANI ma arrivando ad ottenere quello che denaro e prestigio non potranno mai ottenere e che sembra al giorno d'oggi una chimera: UN EQUILIBRIO PSICOFISICO.

In entrambi in casi, va giocata immediatamente una carta, e cioè quella del RAFFORZAMENTO ORGANICO.

Intendo il trattare il nostro corpo come una reliquia (a cominciare da quello che si mangia/beve/fuma) in modo da mettere la nostra MENTE nelle condizioni ottimali per affrontare tutte le tempeste che la vita, a chi più a chi meno, ci porta.

La sua esistenza terrena fino a questo momento non è certo stata semplice e chi avrebbe dovuto fornirle un aiuto umano si è limitato a questa strafottutissima chimica che sembra la soluzione per tutto...

Lei è giovane e ha il DIRITTO/DOVERE di stare bene.

La scelta è sua.

A livello giuridico, lei non ha alcun DOVERE di assumere farmaci fuori da un trattamento sanitario obbligatorio né di dover presenziare alle visite del CSM.

Certo, lo sganciamento dallo stesso va effettuato con intelligenza e cautela, in primis per le armi che potrebbero mettere in campo in buona o cattiva fede (ad esempio i provvedimento di accertamento sanitario obbligatorio), e in secundis perché gli psichiatri sentono spesso addosso una responsabilità giuridica che riescono a colmare solo attraverso i farmaci.

Quindi, sono pronto ad assisterla, se lo vorrà, durante i colloqui con il CSM in modo da poter fare uno sganciamento intelligente, anche, magari, attraverso un primo stacco verso uno specialista privato di fiducia.

Questo, legalmente...

Nella pratica, la mia idea è e rimane una: ognuno deve gestire la propria salute in prima persona ma limitarsi ad eliminare i farmaci, seppur scalandoli con intelligenza, non è la soluzione definitiva.

DEVE esserci, di pari passo, un miglioramento lento ma INESORABILE dello stile di vita, soprattutto alimentare, perché non smetterò mai di ripetere quanto sia FONDAMENTALE che il corpo venga nutrito e trattato con rispetto per ottenere una mente pronta a reagire alle difficoltà dell'esistenza.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.



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PENSATE VERAMENTE CHE UN RICOVERO POSSA GUARIRVI IL CERVELLO?

LETTERA

Salve Pietro, 
ho 20 anni e le scrivo da ***** per la seconda volta.. 
Da novembre/dicembre, dopo avere subito un trauma a livello psicologico, ho iniziato a sviluppare idee persecutorie e dopo un attacco di panico avuto intorno a febbraio è scattata la mia chiusura graduale, fino ad arrivare al punto di recarmi al CSM della zona.

Partendo così da 10 gocce di Xanax, siamo passati a una terapia antipsicotica a base di Sertralina da 50 mg e Olanzapina da 2,5 mg alla mattina e 10 mg alla sera.

Dopo essermi accorto che la situazione stava diventando invalidante, avendo incrementato il mio peso di quasi 15 kg in tre mesi di terapia e vedendo che le cose continuavano ad andare per lo stesso verso anche a livello psicologico, iniziai a sviluppare idee autolesive, cosa che ho ancora ora.

Ho appena effettuato un ricovero in cui mi sembrava di avere ritrovato in parte la serenità giusta, ma arrivato a casa le cose sono tornate come prima.

Inoltre mi hanno modificato la terapia con Sertralina 50 mg e Invega da 6 mg.

Anche come farmaci posso dire che non mi stanno e non mi hanno mai aiutato, anzi.. 

Però sono tornato che non so più come prendere in mano la mia situazione e le chiedo gentilmente un suo aiuto..

Lettera firmata


RISPOSTA

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Veniamo a noi.

Lei mi scrive una volta, io le rispondo esponendole la mia idea.

Lei "torna da me" quando è stato ben ben "triturato" dal sistema medico/psichiatrico... Che cosa dovrei aggiungere?

Io ho imparato a non giudicare mai nessuno e a mettermi sempre nei panni degli altri... quindi, mi sorge spontanea solo questa domanda... e cioè che altro le serve per capire che una sostanza chimica al 100% mai e poi mai potrà interagire con il cervello umano andando ad "aggiustare" selettivamente quello che vogliamo noi?

Nessun "luminare" si è degnato di andare a capire ed ERADICARE le VERE cause della sintomatologia in atto, limitandosi ad imbottirla di molecole POTENTISSIME che non fanno altro, quando va bene, che soffocare quelli che sono segnali del nostro corpo, fornendo un ILLUSORIO quanto TEMPORANEO senso di guarigione.

Per poi tornare sempre alla stessa, medesima situazione di MERDA, aggravata dalla tossicità della porcheria che ha assunto.

Ora, alla luce di tutte le sue esperienze, SI DECIDA.

Decida se passare il resto della sua vita con un dosatore chimico andando a rincorrere l'inesistente pillola della felicità, oppure se capire che la salute è la DIRETTA CONSEGUENZA di come noi trattiamo il nostro corpo, alimentarmente ed  emozionalmente in primis.

La salute è SUA. Nessuno può/deve decidere per lei.

Legga il mio libro, si faccia una SUA idea ed agisca di conseguenza.

Io non ho i titoli legali per poterla seguire, e da buon igienista rimango dell'idea che "nessuno segua nessuno" e "nessuno salvi nessuno". 

Diventi, una volta e per tutte, responsabile di SE STESSO.

L'unica cosa che posso dirle è che io, nella medesima situazione, sceglierei senza alcun dubbio la strada igienista, che è quella della dismissione graduale dei farmaci e del rinnovamento TOTALE dello stile di vita, a cominciare da quello che metto in bocca.

Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti

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lunedì 9 luglio 2018

SOSPENSIONE TRITTICO: "LEI PUO' AIUTARMI?"

LETTERA

Salve dottore,
ho provato più volte la sospensione dal tradozone ma con fallimento. 

Lei può aiutarmi?

Lettera firmata


RISPOSTA

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Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.


Veniamo a noi.

La decisione l'ha presa: vuole vivere senza questa merda, che merda rimane.

Basta fare un ragionamento logico, e cioè capire che altro non è se non una sostanza stupefacente, che chimicamente nasce per alzare determinati livelli di determinati neurotrasmettitori.

Questa lei può anche lontanamente chiamarla "guarigione"? Non vedo nessuna differenza con una pippata di cocaina. Il metodo di funzionamento è esattamente lo stesso.

Se questo non dovesse bastare, è sufficiente dare un'occhiata veloce al bugiardino, nella sezione "precauzioni d'uso".

Trittico non deve essere assunto da bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. È inoltre opportuno sapere che, in caso di assunzione di questa classe di medicinali, i pazienti al di sotto di 18 anni di età presentano un rischio aumentato di effetti indesiderati quali tentativi di suicidio e ideazione suicida e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera). Inoltre, gli effetti sulla sicurezza a lungo termine di Trittico relativi alla crescita, alla maturazione e allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono ancora stati dimostrati.
Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/Foglietti-illustrativi/Trittico.html

In pratica, un farmaco che dovrebbe "aiutare" a eliminare i sintomi depressivi porta invece a un aumento degli stessi... Questa è veramente da premio Nobel.

Detto questo, se lei legge il mio blog sa quale sia esattamente il mio pensiero.

La guarigione NON è il soffocamento dei sintomi bensì la comprensione degli stessi e la loro ERADICAZIONE attraverso il miglioramento dello stile di vita alimentare/emozionale/ambientale.

La prima cosa da fare, come lei ha precisato, è lo scalaggio del farmaco.

Ribadisco, ANCORA UNA VOLTA, che certo non posso seguirla o darle indicazioni di carattere medico.

Io, se fossi nel suo caso, seguirei le linee guida ampiamente descritte da moltissime cliniche straniere che si occupano di dismissione, e cioè un calo del 10% al mese.

Significa che se assume 50 mg, ne scalerà 5 ogni mese.

Bisogna però stare attenti alle cosiddette compresse a "rilascio prolungato" perché non sempre sono divisibili. In questo caso ci si farà prescrivere dal medico il principio attivo in posologia inferiore, oppure in gocce (ancora meglio per lo scalaggio) oppure in modalità non a rilascio prolungato.

Insomma, bisogna assumersi le proprie responsabilità e gestire in prima persona la situazione, anche perché la procedura di scalaggio PUO' AUMENTARE LE IDEAZIONI SUICIDIARIE.

Per Legge, al di fuori dei casi di TSO, NESSUNO è obbligato ad assumere farmaci. Questo lo dice l'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Se uno lo desidera (e se trova un professionista disposto) può scalare sotto la supervisione del medesimo, altrimenti è LIBERO di farlo da solo.

Certo NON pretendete che io vi segua: non posso né legalmente né moralmente.

La salute è VOSTRA, e dovete gestirla in prima persona.

Infine, la mia idea è e rimane la stessa: il "semplice" scalaggio NON serve a nulla se non è inserito in un piano TOTALE di rinascita fisica/mentale/spirituale: qui l'alimentazione la fa da padrona.

Si parte da quello che si mette in bocca, per poi arrivare ad analizzare il proprio lato emozionale.

Questa è la strada che io percorrerei.

Potrà trovare una marea di informazioni utili nel mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere" e a questo link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html

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giovedì 5 luglio 2018

24ENNE IMPOTENTE, CHIUSO IN CASA, SENZA EMOZIONI E CON PROLATTINA E COLESTEROLO ALLE STELLE: PSICHIATRI, QUESTO E' IL VOSTRO "MIRACOLOSO" XEPLION

LETTERA


Salve, 
le scrivo perché ho 24 anni e mi stanno annullando la vita gradualmente, mi hanno fatto 4 iniezioni di Xeplion in totale e fino alla seconda avevo ancora una personalità, ora sono 2 mesi che sono chiuso a casa, ho varie carenze, la prolattina altissima e il colesterolo pure.

Ho perso 2 lavori per la prima volta nella mia vita, prima ero una bomba a lavorare; lavoro da quando ho 16 anni, attualmente sono disoccupato, non ho mai avuto gravi dipendenze MAI, sono riuscito a dire a quelli del CSM che non mi potevano obbligare ad assumere Xeplion e che non lo avrei mai più assunto.

Ora mi vogliono dare Invega per bocca e non ho intenzione di prenderlo, ho avuto degli scompensi ma nulla di che, beh ora non sono più io, non provo più emozioni, prima ero sempre felice, amavo la vita, ero pieno di amici, ora mi hanno azzerato, sto molto male e credo non proseguirò la cura datami.

Il 5 di questo mese ho un nuovo appuntamento, prendo le pastiglie, le porto a casa e faccio finta di ingerirle, non voglio stare peggio di così, voglio tornare a lavorare come ho sempre fatto e ad amare la vita.

Sto prendendo degli integratori perché mi aiutano a ristabilire un po' sennò non ho più concentrazione e ci vedo malissimo, sono impotente a 24 anni prima di questa cura ero un'altra persona, ho paura di non tornare più lo stesso.

Lettera firmata


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.

Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Prima ci dobbiamo parlare chiaro: quando dice "nessuna grave dipendenza" significa che una dipendenza c'è o c'è stata e LEI NON L'HA CONSIDERATA GRAVE. 

Quando sento "Xeplion" in un 24enne, sento PUZZA DI MARIJUANA.

Ora, al di là di come sia cominciato il suo stato psicotico, ora da qui dobbiamo partire.

Dubbi non ho che i "luminari" che l'hanno in "cura" non abbiano capito una benemerita mazza di come funzioni il corpo umano.

Al posto di permettere al suo organismo di autoregolarsi, andando ad ELIMINARE le cause per cui il suo cervello era in uno stato di disequilibrio (e quindi, se questo fosse, eliminando i cannabinoidi), ecco che invece hanno provveduto a bombardarla di una sostanza chimica potentissima, oltretutto in versione DEPOT a rilascio prolungato, che certo ha bloccato la sua psicosi...

Lo ha fatto DISTRUGGENDO il suo IO più profondo attraverso il TOTALE blocco della produzione di dopamina, che è il neurotrasmettitore della gratificazione.

In pratica, l'hanno ridotta a una larva umana impotente, e più andrà avanti così più le devasteranno l'esistenza.

Ora, bisogna agire su due fronti: il primo è quello legale, e cioè l'interfacciamento con il CSM per sganciarsi correttamente da esso evitando problemi e ritorsioni varie. NESSUNO PUO' ESSERE OBBLIGATO AD ASSUMERE FARMACI FUORI DAI CASI DI TSO ma bisogna fare le cose per bene perché in primis NON BISOGNA TORNARE IN STATI MENTALI ALTERATI e in secundis bisogna evitare di essere sottoposti ad Accertamenti Sanitari Obbligatori che possano sfociare in TSO... Insomma, bisogna conoscere i propri diritti ma anche le "armi" che la Psichiatria ha. Molto spesso, infatti, gli psichiatri agiscono in buona fede, pensando che il paziente che li rifugge lo fa perché "malato e bisognoso di cure". Quindi, non si scappa ma si affronta il problema consci dei propri diritti.

Il secondo è quello di ristabilire la salute, permettendo al corpo di ritrovare un equilibrio attraverso la disintossicazione graduale dai farmaci e l'inizio di uno stile di vita, soprattutto alimentare ma anche emozionale, che permetta al corpo di NON ESSERE TRATTATO COME UN SACCO DELL'IMMONDIZIA.

Questa è una SUA DECISIONE. Nessuno può sostituirsi al diretto interessato, tanto meno il sottoscritto che medico non è, lo ripeto fino alla nausea.


Acquisti e legga IMMEDIATAMENTE IL MIO LIBRO.

Si faccia una SUA IDEA e agisca di conseguenza.

Io potrò darle supporto pratico e legale ma solo se ci saranno dei presupposti per poter lavorare in tal senso.

Perché se non si prende una strada e la si porta avanti con coerenza si finisce per continuare a cadere nelle maglie psichiatriche. E per questo ci vogliono impegno, autodeterminazione e una cintura familiare/parentale di supporto.

Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti

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ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG "ALIMENTAZIONE E SALUTE". LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.


Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.



Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.