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NO ALLA PSICHIATRIA

Battiamoci per un mondo senza psicofarmaci, dove i disagi di natura psichiatrica vengono investigati attraverso l'analisi delle cause organiche/psicologiche del singolo individuo, e non attraverso la somministrazione anche coatta di vere e proprie droghe legalizzate.
Invia la tua storia a pbisant@hotmail.com.
La consapevolezza è l'unica arma vincente.
Si precisa che è ammessa la divulgazione di tutti i contenuti di questo blog con perentoria citazione della fonte

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Milano, Italy
Igienista e consulente legale specializzato in ambito giuridico-psichiatrico, ricercatore indipendente sul disagio umano con particolare attenzione a quello giovanile e sui danni da psicofarmaci (NOTA BENE: L'Igienismo è uno stile e filosofia di vita e NON una specializzazione in ambito medico), già maresciallo Capo dell'Arma dei Carabinieri (dal 24.09.1994 al 31.12.2017), ora docente ufficiale della prima scuola privata igienista italiana "Health Science University", attivista per i diritti umani e strenuo difensore dei diritti degli animali, da 14 anni si occupa in chiave igienista della correlazione fra alimentazione e malattia, con particolare attenzione alla salute mentale nonché all'utilizzo delle molecole più demoniache e distruttive mai inventate dall'uomo: gli psicofarmaci. L'intento di questo blog non è fornire indicazioni di natura medica, bensì quelle informazioni che possano essere utilizzate per effettuare delle scelte personali e consapevoli, soprattutto in ambito psichiatrico. NOTA BENE: QUESTO SITO RIFLETTE IL PENSIERO ESCLUSIVO DEL SUO AUTORE E NON HA ALCUN COLLEGAMENTO ED/O ESPRIME CONSIDERAZIONI IN NOME E PER CONTO DELL'ARMA DEI CARABINIERI

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sabato 31 agosto 2013

GLI PSICOFARMACI HANNO UCCISO LA MIA PRIMA MOGLIE, E ORA VOGLIONO UCCIDERMI LA SECONDA

Vi racconto, sempre nel rispetto della privacy e del segreto istruttorio, un'altra giornata di ordinaria follia all'intero di una caserma dell'Arma dei Carabinieri.

Ieri pomeriggio ho ricevuto, mentre mi trovavo in ufficio, una chiamata dei carabinieri addetti all'accoglimento del pubblico in entrata, con la quale mi si chiedeva se fossi disponibile a conferire con una persona che "voleva qualche delucidazione in merito al tentativo di suicidio della propria moglie".

Data la delicatezza della situazione, ho inteso prendere contatti immediati con il medesimo, facendolo accomodare nel mio ufficio, seppur avessi preliminarmente verificato che altri carabinieri, non appartenenti alla mia stessa unità, erano effettivamente intervenuti in merito ai fatti in trattazione.

Il signore, un italiano di circa 70 anni, comincia quindi a raccontarmi nel dettaglio la sua situazione.

Egli precisa che la propria moglie, medico con specializzazione in ginecologia, aveva giorni addietro tentato il suicidio attraverso l'ingestione di numerose compresse di antipsicotici e di tranquillanti, e che fosse per questo stata trasportata presso un nosocomio del milanese.

Aggiunge che, alla base di tale gesto, vi era quasi sicuramente la tesissima situazione in corso relativa alla di lui decisione di formalizzare un atto di separazione.

Più il signore parla, e più io capisco che c'è una gran puzza di psicofarmaci più che di reali problemi personali: milioni di persone si separano ogni anno, ammazzarsi è un'altra cosa.

Gli chiedo quindi come sua moglie fosse entrata in possesso di farmaci così potenti, e lo stesso mi risponde che, essendo medico, se li era praticamente "autoprescritti".

La narrazione della storia va avanti, e aggiunge che dopo essere stata trasportata al pronto soccorso di un nosocomio del milanese, viene dimessa con la seguente terapia: 
1) Cipralex, principio attivo "escitalopram", antidepressivo della categoria SSRI, commercializzato anche con il nome di "Entact";
2) En, quale benzodiazepina.

Dopo pochi giorni di terapia, entrambi vanno a dormire.

Il signore viene svegliato da dei rumori in cucina, e interviene giusto in tempo mentre la moglie si sta legando un cappio al collo (fatto con la cintura dell'accappatoio), per suicidarsi.

Qualunque richiesta di spiegazioni è inutile: la signora scoppia a piangere e non sa perché si stava impiccando.

Continuando nella conversazione, scopro che anche la sua prima moglie, dopo tre anni di terapie per "curare" una depressione che non passava, si è uccisa, nel 2007, impiccandosi in casa.

Queste ora le mie considerazioni personali.

Nessuno nega che problemi reali possano assestare duri colpi al nostro corpo e conseguentemente alla nostra psiche.

E nessuno nega che moltissime persone ogni giorni si ammazzino a causa e in conseguenza di problemi veri e reali.

Non si può però negare ormai l'epidemia di suicidi, omicidi, omicidi/suicidi e vari atti di natura violenta direttamente collegabili all'uso di psicofarmaci, e soprattutto degli antidepressivi delle categorie SSRI e SNRI (rispettivamente, selettori della ricaptazione della serotonina e selettori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina).

Nel caso in questione, un essere umano già fragile, si autoprescrive dei potenti antipsicotici, che portano verosimilmente a simulare un suicidio, per attirare attenzione.

Non vedo, in questo caso, una vera spinta suicida, ma più un gesto dimostrativo.

È la successiva terapia con antidepressivi che deve fare paura, e molta.

Entrambi vanno a letto, e lei si alza con il chiaro intento di impiccarsi (tipico suicidio indotto da antidepressivi SSRI e SNRI): non si può essere salvati quando si ha un cappio al collo, mentre l'overdose di farmaci è spesso tamponabile.

Ho passato più di un'ora a parlare con un essere umano sconvolto, a cui gli psichiatri non avevano dedicato neppur un minuto in più del proprio tempo per spiegargli quanto è anche obbligatoriamente scritto nel bugiardino dell'antidepressivo prescritto alla moglie, e cioè che tali farmaci aumentano il rischio di ideazioni suicidiarie.

Tale avvertenza è stata inserita proprio a seguito della carneficina che continua ad avvenire ogni giorno.

Persone depresse, che possono essere tranquillamente aiutate attraverso il binomio cibi puliti-pensieri puliti, e quindi attraverso un'impeccabile alimentazione vegana, il più crudista possibile, e un'infinita dose di amore e pazienza, vengono sottoposte con disarmante faciloneria a terapie che, nel migliore dei casi, daranno loro un finto benessere, un pompaggio forzato dell'umore che non durerà per sempre, e che farà vedere il suo lato oscuro nel momento della dismissione dei farmaci.

E, nel peggiore dei casi, e oltretutto non così raro come si possa pensare, trasformano il malcapitato di turno in assassino di se stesso e/o degli altri.

Attraverso il motore di ricerca del blog, si digiti: "psicofarmaci e suicidio per impiccagione", per leggere tutti gli articoli a riguardo.

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Psicofarmaci, volete portargli via anche la seconda moglie?
 

 



venerdì 30 agosto 2013

DISMISSIONE DA ANTIDEPRESSIVI E SCOSSE PER TUTTO IL CORPO

Sicuramente il vostro solerte psichiatra, prima di mettervi facilonamente sotto terapia antidepressiva, vi avrà informato dei terrificanti effetti di dismissione che colpiscono la maggior parte delle persone che decidono, prima o poi, di interrompere la propria "cura farmacologica".

Io penso che sicuramente non lo avrà fatto, anche perchè la tendenza della moderna psichiatria è di tenere le persone inchiodate ai farmaci praticamente a vita.

Oggi voglio soffermarmi su di un preciso sintomo di dismissione, che avviene soprattutto in conseguenza dell'uso degli antidepressivi delle categorie SSRI e SNRI (rispettivamente selettori della ricaptazione della serotonina e della serotonina-noradrenalina).

Le scosse elettriche.

Sì, prozac et company (seroxat, zoloft, effexor, cymbalta, citalopram, escitalopram etc...) vi possono tramutare, in fase di dismissione, in un'anguilla che al posto di dare una scossa agli altri predatori, la da a se stessa.

Viene da ridere? Assolutamente no.

Moltissime persone in fase di dismissione riportano infatti di passare mesi a sentire delle vere e proprie scosse elettriche, che partono dalla testa e arrivano fino ai piedi.

Scosse elettriche dolorose, che non permettono loro di riposare o di rilassarsi.

Avete idea di che cosa sia questo inferno? Avete idea di che cosa significhi andare avanti a sentire scosse per mesi, senza contare gli altri effetti di dismissione?

Nessuna pastiglia al mondo risolverà i vostri problemi, siano essi di natura organica che psicologica, che entrambe.

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giovedì 29 agosto 2013

TI DEPRIMI PERCHE' TUO FIGLIO È PSICOTICO? TRANQUILLA, TI IMBOTTISCO DI EFFEXOR

Per comprendere la vicenda nella sua interezza, vi rimando prima al mio articolo

INVEGA, ABILIFY, ANSIOLIN E DALMADORM: COME SUCCHIO VIA LA VITA DI UN RAGAZZO DI 27 ANNI


Ieri ho ricevuto la telefonata della signora, la quale, dopo avermi aggiornato sulle condizioni del figlio, mi ha chiesto un ulteriore parere a titolo personale.

In quel frangente, mi ha confidato ciò che già sospettavo fin dalla prima telefonata (dopo aver sentito la sua voce), e cioè che anch'ella fosse sotto terapia psichiatrica.

La stessa mi ha riferito che, dopo il primo episodio psicotico del figlio, poiché aveva (giustamente, dico io) iniziato a far fatica a dormire, lo stesso psichiatra che lo ha tuttora in cura le ha consigliato di assumere (come da lei poi fatto) 75 prima e 150 mg poi dell'antidepressivo Effexor, assieme all'immancabile pastiglia di Xanax.

La signora ha detto di non sentirsi bene con questi farmaci, e di volerli quindi dismettere al più presto.

Partono ora della considerazioni personali.

Ma ci rendiamo conto della bassezza morale e professionale che alcuni psichiatri riescono a raggiungere?

Ma questo dottore si rende conto di non essere allo zoo, e che quindi i suoi pazienti non sono degli elefanti, e gli psicofarmaci di conseguenza non sono noccioline da distribuire gioiosamente a piene mani?

Dove vuole arrivare, a psicomedicalizzare tutta la famiglia, cane compreso, con il Prozac veterinario, che esiste ed è utilizzato da tantissimi cani in tutti gli Stati Uniti, per la gioia dei loro lobotomizzati padroni, che, tornando a casa, troveranno il loro Fuffy nella stessa identica posizione dove lo avevano lasciato?

I cani sotto psicofarmaci mordono, le persone uccidono.

Siamo all'anticamera dell'Inferno.





 

 

LA PSICHIATRIA CON IL CUORE: QUESTO È' CIO' CHE VOGLIAMO

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "SONO UN 'MALATO PSICHIATRICO': HO PAURA DELLE DIVISE E DEGLI OSPEDALI":

Non conosco se non sommariamente l'alimentazione vegana... ma so per certo che quello che lei scrive è assolutamente vero. Quando eseguivo in qualità di medico convalidante TSO mi sono capitati elementi della polizia locale che certo non volevano "perdere" del tempo, anzi... erano già pronti con le manette... quante storie tragiche ho visto... quando entravo nella casa e il poveretto mangiava la sua minestra... oppure quando spaventato si nascondeva sotto il letto... ed io ci finivo pure sotto il letto per evitare manette...oppure quando NON convalidavo... si arrabbiavano le forze dell'ordine e la lettiga... ma se il poveretto la mattina aveva fatto la sua puntura depot, non c'erano piu' i presupposti legali di un TSO (bacino S.Paolo).....
Gli psichiatria hanno molta PAURA dei pazienti ed è per questo che li sedano...come fossero fiere impazzite.
Io stessa ho provato questo tipo di paura, ma grazie al mio analista sono scesa a patti.. e quando entravo nella stanza della paziente che spaventava io le dicevo "senta.. io ho paura di lei... ma se io ho paura e lei anche... non risolviamo niente"
E' nata una bella relazione di affetto e di cura... forse per entrambe....
Un caro saluto al Comandante Bisanti... con tanta stima...
Dr. Calchi






RISPOSTA


Buongiorno dott.ssa Calchi,
e grazie di aver voluto condividere la sua testimonianza.

Non ci conosciamo personalmente, ma non posso non ringraziarla per l'attestazione di stima.

Questo blog sta cercando di diffondere, oltre a un messaggio di amore e rispetto verso l'essere umano per se, anche un nuovissimo approccio nei confronti della malattia in generale, e di quella psichiatrica in particolare.

Dietro ogni mio articolo, ci sono anni di studi personali, senza lauree o master; studi, preciso, che mi hanno portato a capire la totale inutilità dei farmaci in generale (tranne specifici casi di urgenza, così come continuamente evidenziato), e degli psicofarmaci in particolare.

Inutilità per usare un eufemismo naturalmente.

Gli psicofarmaci, quando va bene, uccidono l'anima di chi li prende, fornendo un temporaneo senso di illusorio benessere, per poi mostrare la loro vera faccia, soprattutto durante la dismissione.
Quando va male, trasformano le persone in assassine di se stesse e degli altri: la verità è davanti a tutti, basta volerla vedere.

Anni di studi, dicevo, che mi hanno anche portato ad analizzare in maniera profonda il legame tra alimentazione e manifestazioni psichiatriche.

Se una canna può mandare una persona in psicosi, perché non può farlo un piatto di pasta, se il soggetto non ha alcuna capacità tollerativa nei confronti del glutine?

Se i neurotrasmettitori ce li giochiamo a livello intestinale, perché non è possibile che un'alimentazione che comprenda proteine animali (e che quindi produca putrefazione) non sia la causa di un disturbo depressivo, o persino di tipo schizofrenico?

Siamo quello che mangiamo cara dottoressa, e sono convinto che l'unico approccio nei confronti di una persona che manifesti distrurbi di tipo psichiatrico sia il binomio pensieri puliti - cibi puliti.

mercoledì 28 agosto 2013

SONO UN "MALATO PSICHIATRICO": HO PAURA DELLE DIVISE E DEGLI OSPEDALI

Oggi riflettevo su una circostanza, e cioè sul fatto che tutti i malati psichiatrici che ho incontrato nella mia ventennale carriera abbiano in comune un terrore smisurato sia verso i medici e il personale ospedaliero in generale che verso le forze dell'ordine.

Perché accade questo?

Tutto ciò è la semplice, ed è la diretta conseguenza della totale impreparazione che personale sanitario e forze di polizia hanno nell'affrontare persone che manifestino un disagio psichico.

Qualunque operatore di polizia dovrebbe essere in grado di fare anzitutto un primo grande passo, e cioè rendersi conto di avere davanti a sé un essere umano come lui, con emozioni, con un passato, con un presente e con un futuro, e non "lo scemo del paese", o "un matto da ospedalizzare".

Con il dialogo, la pazienza e l'amore sono riuscito a evitare a tantissimi malati psichiatrici ulteriori ricoveri inutili, poiché ascoltare un essere umano in piena crisi vale un milione di volte di più che siringarlo con un farmaco depot (quelli intramuscolari a lento rilascio).

Qualunque operatore di polizia dovrebbe quindi usare il cuore, sapendo che nella stessa situazione potrebbe esserci lui stesso, oppure il proprio figlio.

Invece, la maggior parte dei poliziotti o dei carabinieri lavora come se la persona davanti a loro fosse ormai irrecuperabile, un residuo della società che non avrà mai una vita propria, e che potrà solo entrare e uscire dagli ospedali.

Non posso dimenticare gli sguardi di persone che seppur sotto pesantissime terapie farmacologiche, riescono a mantenere la lucidità tale per dirti, mentre sei in uniforme: "La prego, sig. Carabiniere, la supplico, non mi porti in ospedale".

E qui viene il ruolo degli ospedali.

Ma gli psichiatri riescono a rendersi conto che se un malato psichiatrico ha il terrore di finire in ospedale, un motivo ci sarà?

Gli psichiatri riescono a rendersi conto dell'inutilità e dell'altissima dannosità delle loro cure, atte solo a stroncare il sintomo?

Gli psichiatri riescono a rendersi conto della paura negli occhi di un altro essere umano, anch'egli cone loro su questa Terra, venuto qui per emozionarsi, incuriosirsi, amare ed essere amato?

Gli psichiatri riescono a rendersi conto dell'enorme valore e potere che un'alimentazione vegana-crudista ha nel polverizzare le cosiddette malattie mentali?

Gli psichiatri riescono a rendersi conto che le manifestazioni psichiatriche hanno in moltissimi casi una base organica non adeguatamente investigata?

Se non siamo mossi a pietà dagli occhi paurosi di un altro essere umano, impotente di fronte a noi, allora non valiamo niente, proprio niente.

martedì 27 agosto 2013

INVEGA, ABILIFY, ANSIOLIN E DALMADORM: COME SUCCHIO VIA LA VITA DI UN RAGAZZO DI 27 ANNI

LETTERA


Buongiorno,
Mi chiamo M, sono una madre preoccupata dagli psicofarmaci che sta assumendo mio figlio per un episodio psicotico, così è stato definito dallo psichiatra che ha in cura mio figlio il malessere riscontrato.
Mio figlio ora ha 27 anni (nato *****) è stato sempre stato un ragazzo solare, con tanti amici, ha avuto un'infanzia che si può definire normale, divertimenti senza esagerazioni, qualche piccola marachella ecc.
A scuola è sempre andata bene, si è laureato in ingegneria edile con master a Sheffield e tesi in inglese il ******* (ancora non aveva compiuto 25 anni) con il voto 108/110.
Una volta laureato si è avventurato nel mondo del lavoro, dove Lui sperava di trovare un posto all'estero dove aveva mandato il curriculum ed era stato contattato per più volte, però il tutto si è chiuso senza il lieto fine. Nel frattempo ha lavorato su uffici che, a suo dire, si sono rivelati poco seri. Il primo lavoro subito dopo la laurea era un ufficio dove lavoravano in C/lavoro, ha lavorato circa 8 mesi in questo posto dopo poco tempo si sentiva osservato (spiato - controllato), cosichè lusingato da un professore universitario ha cambiato ufficio, anche quà dopo poco tempo ha cominciato a manifestare qualche disagio anche perchè c'era poco lavoro si trovava spesso senza fare niente e si chiedeva come mai l'avessero assunto, i disagi da Lui raccontati erano che si sentiva osservato, spiato, controllato....
Diceva che il giorno dopo in modo blando, il collega e il titolare secondo Lui affiatati, parlavano di quel che Lui diceva di sera in cucina, oppure diceva che controllano la sua e Ns. casella di posta elettronica delle quali continuava a cambiare password ecc.....
Dopo un anno esausto della situazione si è licenziato. Col passare dei giorni dopo un mese ha iniziate a fare discorsi strani (che prima non aveva mai fatto) diceva che noi genitori non siamo contenti di Lui, che Lui ha fatto il possibile per essere sempre presente però doveva studiare e non è riuscito ad esserci in certi momenti, e altri discorsi strani, arrivando perfino a chiedermi se era vero ***************, cosa che assieme ad altre mi ha fatto pensare che qualcosa non andava. Preciso che noi genitori ne fratelli nessuno si è mai lamentato di niente, era tutta sua immaginazione.
Aveva iniziato a non dormire la notte (non dormiva da circa una settimana) non sapevo cosa fare, ne ho parlato con il mio medico che mi ha consigliato di farlo andare la, siccome mio figlio ha cominciato a dire di aver mal di stomaco gli ho detto che sarebbe stato opportuno andare dal medico per chiedere consiglio.
Mio figlio ha accettato, mi ha detto che andava dal medico e invece si è recato in pronto soccorso con una scatola di Bentelan vuota trovata a casa (farmaco che usava mio marito per il mal di schiena) dicendo ai sanitari del Pronto Soccorso che Lui aveva mal di stomaco perchè aveva preso quelle pastiglie, in realtà Lui era convinto che il suo malessere dipendesse dal fatto che io avevo messo qualcosa nel piatto da mangiare... Dopo colloquio con uno psichiatra è stato ricoverato in psichiatria, dove è rimasto per tre settimane.
Gli è stato subito somministrato Invega 6mg. per dopo passare a 9mq., ansiolin 20gg.X3 e Dalmadorm da 6mq. una la sera per dormire la notte, i secondi farmaci che sono andati a finire gradatamente.
La situazione è subito migliorata, non aveva più malessere di prima, dormiva la notte, si è subito reso conto che ciò che diceva su di noi genitori e fratelli era tutto frutto di un suo film mentale...
Oggi sono passati otto mesi dal ricovero avvenuto in data ********, assume ancora invega 9mg. e in aggiunta Abilify 10 mg. per uno stato di apatia in cui è sprofondato.
La situazione odierna: persiste apatia, lentezza nei movimenti, impacciato nello svolgere qualsiasi cosa,
Ho chiesto allo psichiatra di provare ad aiutarlo con prodotti di erboristeria - fiori di bach - o altro il quale mi ha altamente sconsigliato di farlo perchè oltre a non risolvere il problema contrastano con i loro farmaci, io sono convinta che mio figlio possa trovare dei giovamenti con i fiori di bach  vorrei provare ma ho paura di sbagliare dovrei seguire una strada dove non sono competente, vorrei tanto trovare una persona che mi possa consigliare.

Ho riassunto il tutto abbastanza sinteticamente, spero di essere stata abbastanza chiara, attendo se possibile una sua risposta.

Ringrazio cordialmente e porgo Distinti Saluti









F.to M.









RISPOSTA


Buongiorno sig.ra M,
ho oscurato i suoi dati sensibili, in assenza di una sua specifica autorizzazione.

Ho deciso comunque di condividere nel blog questa ennesima esperienza relativa al disastro e al fallimento totale della moderna psichiatria, in modo tale che chiunque possa portare avanti delle scelte personali e consapevoli, senza delegare a nessuno le tematiche relative alla propria salute.

Ho anche inteso non correggere i normali errori grammaticali, in modo tale da lasciare intatta la genuinità del suo messaggio.

Premetto come sempre che non sono un dottore, non curo nessuno, non faccio diagnosi, non prescrivo nulla e ben me ne guardo dal farlo.

Credo fermamente nel potere di autoguarigione del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità, e della estrema dannosità dei farmaci in genere, e degli psicofarmaci in particolare.

Veniamo a noi.

Per i lettori, aggiungo che con la signora ci siamo telefonicamente sentiti nella giornata di ieri.

Antipsicotici, i classici farmaci zombizzanti.

Invega, principio attivo paliperidone, antipsicotico detto "atipico".
Abilify, principio attivo aripiprazolo, antipsicotico utilizzato per "cura" della schizofrenia e del disturbo bipolare tipo I.

Gli altri farmaci, della classe delle benzodiazepine/ipnotici sono già stati fortunatamente scalati.

Tutto parte da un episodio psicotico conseguente all'assunzione di cannabis, e riguardo alla pericolosità degli odierni stupefacenti, vi rinvio al mio articolo http://pietrobisanti.blogspot.it/2013/04/psicosi-da-cannabis-e-giu-di.html e al mio ulteriore articolo http://pietrobisanti.blogspot.it/2013/08/psicosi-da-cannabis-risperdal-lorazepam.html

Che succede poi? Il ragazzo continua ad avere i classici sintomi psicotici di paranoia, e al posto di essere capito, ascoltato, supportato, amato, rispettato, scandagliando le cause che hanno portato al disturbo (in 30 secondi di telefonata ho scoperto che la "miccia" era proprio l'uso di cannabis, cosa che gli psichiatri che hanno in cura il ragazzo non si sono nemmeno degnati di provare a scoprire), ecco che viene immediatamente bombardato.

E dopo il solito iniziale miglioramento, la persona si "spegne", venendo tramutata in uno zombie che cammina, senza contare tutti i problemi di natura organica (come il diabete) che sorgeranno in seguito.

E senza contare la vita sessuale azzerata.

Questo fanno gli antipsicotici.

E gli psichiatri non hanno perso nemmeno un minuto del loro tempo provando a scandagliare eventuali cause esterne alla base del disturbo psichiatrico in atto.

No, via di pastiglie, oltretutto a rilascio prolungato, come il famigerato Invega.

Cosa si fa ora?

Scalare gli antipsicotici è una sfida epocale, e bisogna crederci, utilizzando tutte le energie e l'amore che si ha verso chi sta male.

Prima cosa: chiudersi a riccio verso il proprio famigliare "malato"

Seconda cosa: scalare in maniera gradualissima, mettendoci anche un anno se serve, e scalando un farmaco per volta

Terza cosa: affidarsi a uno specialista che vi possa in tal senso seguire, data l'enorme difficoltà di farlo da soli (anche se non è assolutamente impossibile)

Quarta cosa: aspettarsi e accogliere le crisi di dismissione, che non sono altro che l'estremo tentativo del corpo di riequilibrare se stesso. Aiutare quindi il proprio famigliare senza mai lasciarlo da solo e senza spaventarsi: passano da sole, ma se andate al Pronto Soccorso vi aspetta una bella dose di farmaci aggiuntivi e una bella ramanzina, stile "Avete visto che vostro figlio è malato": cornuti e mazziati insomma

Quinta cosa: man mano  che si chiude il rubinetto dei veleni, si apre quello dell'alimentazione vegana, il più crudista possibile.

Vediamo, ancora una volta, i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell'uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti. 
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall'aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all'organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l'Uomo, bensì per i granivori. L'intolleranza al glutine è ormai considerata un'epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all'introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti "psicofarmaci": dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un'appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
-caffè, sigarette, alcolici, sostanze stupefacenti. 
La cannabis, in pratica, fa da "miccia" all'esplosione di un disturbo, magari già "latente", nel senso che ci si trova davanti a un corpo, e quindi una mente, deboli e già sofferenti per  uno stile di vita alimentare e spirituale errato.
Cibi puliti - pensieri puliti: l'unico binomio vincente.

lunedì 26 agosto 2013

MEGLIO LA COCAINA CHE LA PAROXETINA: PRIMA STAVO MALE, MA ORA MI VOGLIO AMMAZZARE

Dopo tre giorni di tranquillità a Madonna di Campiglio, tra le montagne del Trentino, sono di nuovo qui.

Qui a portare avanti un'opera di informazione, dove ognuno può recepire quello che vuole, elaborarlo, e decidere per se stesso, prendendo in mano la propria vita senza delegarla a nessun'altro.

Vi racconto un altro giorno di ordinaria follia all'interno di una caserma dell'Arma dei Carabinieri, con rispetto della privacy e del segreto istruttorio (che in questo caso non esiste, trattandosi di violazioni di natura amministrativa).

Un ragazzo di circa 25 anni, diverse settimane addietro, è stato fermato nell'atto di consumare della  polvere bianca per uso personale.

Come Legge vuole, gli agenti accertatori hanno provveduto a verbalizzare la violazione punita e prevista ex art. 75 DPR 309/90, e conseguentamente a sequestrare la presunta sostanza stupefacente utilizzata.

Qui arrivo io, avendo tra le altre cose il compito di seguire tali vicende.

Ho quindi telefonicamente contattato l'interessato, per notificargli l'esito delle analisi, che hanno confermato si trattasse di cocaina.

Non appena lo incontro, all'ingresso della mia caserma, incrocio immediatamente il suo sguardo, capendo al volo di trovarmi davanti a una persona sotto antidepressivi.

Lo "sguardo da psicofarmaco", termine da me coniato, è molto differente da quello del tossicodipendente da strada.

Soprattutto lo sguardo da antidepressivo: l'occhio è vuoto, lucido, fisso, ma di una vuotaggine che l'occhio esperto coglie all'istante.

Gli antidepressivi: veri ladri dell'anima.

Lo accolgo come sempre con educazione e rispetto: sono un Maresciallo dell'Arma dei Carabinieri, e il mio compito è servire i miei concittadini, e non giudicarli.

Parto diretto, senza remore: "Che antidepressivo prende, perché la vedo molto sofferente"?

Assolutamente sorpreso, mi risponde: "La paroxetina, ma come fa a saperlo?"

"Lo so, glielo leggo in faccia. Come si sente?"

"Malissimo. Sono sempre stanco, non lucido. Non sono io. E molto spesso ho pensieri intrusivi di morte. Mi viene voglia di ammazzarmi e non so perché".

Mi spiega infine che nemmeno quando sniffava cocaina gli fosse mai passato per la testa di farsi del male.

Questi sono gli psicofarmaci.





martedì 20 agosto 2013

TUTTI I CONTENUTI DEL BLOG POSSONO ESSERE CONDIVISI

LETTERA


Salve, posso condividere l'articolo e pubblicizzare il tuo libro? Sul blog http://fintatolleranza.blogspot.it/

tratto molti temi ma soprattutto mi occupo di disinformazione, ovvero di quella fetta di realtà che viene narrata ai più tramite i potenti ed efficaci media e trasformata per adattarla ai prossimi sviluppi già programmati da quell'.... non dico niente, a ognuno la propria conclusione su chi guida la vita delle masse. Non certo chi ci viene fatto credere
Ovviamente metto la fonte se metto l'articolo :-)

PS: Mi piace il tuo blog e lo seguo sempre perchè essendo persona che ha avuto a che fare, con le medicine e con le sostanze, non posso che confermare quanto siano devastanti i cosiddetti psicofarmaci, uso il termine cosiddetti perché in realtà sono molto, ma molto peggio delle cosiddette droghe. Poi si dovrebbe fare distinzione perché mettere sullo stesso piano cannabis\cocaina\eroina\ketamina\lsd ... si fa solo confusione in menti già confuse di suo! Fossimo nati un secolo fa il termine droga nemmeno esisteva in Italia, è un prodotto moderno! Pensiamo a Freud ....
In ogni modo farmaci e droghe (in inglese drug appunto) sono probabilmente sempre gli stessi principi attivi che vengono sintetizzati nei laboratori e poi da un canale venduti con l'etichetta e dall'altro spacciati in strada. Entrambi generano enormi profitti. Tutto questo in un'epoca in cui la cannabis viene ancora bandita. L'automobile che genera quattromila morti all'anno, solo in Italia, invece viene considerata cosa necessaria alla vita. Esempio della nostra razionalità. O della nostra follia?
Alla faccia della civiltà ... termine più lontano dalla descrizione dei nostri agglomerati non potevano utilizzare, o forse l'han fatto proprio di proposito? Porsi sempre questo dubbio che ti svelerà molti retroscena. Sul mio blog, nella colonna a dx a circa metà pagina troverai la raccolta dei miei migliori articoli e della mia filosofia di vita. Che applico e non solo sostengo a parole.
Va bene, fine del mio delirio, se posso pubblicare ne sarei molto lieto. Chiedo perché ho visto in fondo i diritti riservati, cosa a cui non credo ma che rispetto. Io la penso in questo modo: Tutto ciò che scriviamo non ci appartiene, perché appartiene già all'Universo e non c'è NESSUNO che se ne può attribuire la paternità. Il mondo è vario però e tutte le idee andrebbero rispettate.
 

Dioniso777


RISPOSTA

Carissimo Dionisio,
felice di risentirti.

Grazie per i complimenti, sono per me lo sprono ad andare avanti sempre più convinto di quello che sto facendo.

Puoi condividere qualunque contenuto, con la sola piccola accortezza di lasciarne indicata la fonte.

I lettori vecchi e nuovi possono iscriversi alla nostra newsletter per ricevere direttamente in email gli articoli di questo blog, basta guardare l'apposita colonna a destra.


LO SPORT PREFERITO DEGLI PSICHIATRI: CAMBIARE MOLECOLA

L'emblema più evidente del fallimento totale della psichiatria moderna consiste nella pratica ormai affermatasi di cambiare molecola allorquando un determinato psicofarmaco o smetta di funzionare, o non faccia più l'effetto che ci si aspetta, o cominci a fare più male che bene.

Non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo nulla, non faccio diagnosi e ben me ne guardo dal farlo.
Eppure, anche un cieco si accorgerebbe di quanto sia folle la pratica di sostituire un farmaco ad un altro, allorquando in primis non si è mai andati alla base del problema, e in secundis non si conosce nemmeno il meccanismo di funzionamento degli stessi farmaci che si vanno a prescrivere.

Molecola dopo molecola si trascina il malcapitato di turno in un baratro da cui non riesce ad uscire.
Miscuglio dopo miscuglio, la delicata biochimica cerebrale non riesce più a trovare uno stato di omeostasi, di quiete, e un minimo di stabilità umorale diventa una chimera.

La prima somministrazione del primo psicofarmaco comincia con le solite, false rassicurazioni: "Fra tre settimane starà meglio, gli effetti collaterali saranno minimi, è ben tollerato, e quando starà bene lo scaleremo senza problemi, in quanto non da assuefazione".

Balle, balle, balle ciclopiche.

Uno psichiatra, se dovesse dire la verità, direbbe: "Signore/a, non ho alcuna voglia né tempo di arrivare alle cause della sua depressione, e forse non me ne frega niente. Prenda questo farmaco,  così fra due-tre settimane, se non si impicca, le viene un sorriso da ebete e smetterà di rompere le palle ai suoi familiari e alla società. Quando smetterà di funzionare, le rifilerò un'altra molecola, e magari faremo un bel cocktail. Io le dico che li potrà dismettere, ma in realtà non li dismetterà mai, anche perché la dismissione può essere infernale. Ah dimenticavo, sono cento euro. E non si azzardi a disturbarmi mentre sono in vacanza".

Non sono tutti così, e non sono qui per generalizzare.

Ma una risposta di uno psichiatra serio dovrebbe essere: "Signore/a, gli psicofarmaci non servono a nulla, se non a mascherare, quando va bene, la sua situazione. Prima di tutto le farò uno screening organico totale per vedere se alla base del suo disturbo possano esserci problematiche come il diabete, l'ipo-ipertiroidismo, l'intossicazione da metalli pesanti, l'intolleranza al glutine. Inoltre, la conditio sine qua non, è che lei stravolga le sue abitudini alimentari, intraprendendo un'alimentazione vegana il più crudista possibile. Se insisterà per prendere i farmaci, sappia che quando li dismetterà affronterà un bell'impegno, a volte infernale. E sappia inoltre che molti psicofarmaci sono alla base di atti di natura violenta contro se stessi e gli altri, come la FDA americana ha obbligato a precisare nei bugiardini, che le consiglio di leggere. Inoltre, dica addio durante la terapia alla sua vita sessuale, e sia pronta a ingrassare o dimagrire notevolmente. Può pagarmi in base al suo reddito e alle sue possibilità. E il mio cellulare è sempre acceso, anche mentre nuoto al mare".

La cura della salute dell'uomo, soprattutto quella mentale, è una missione. Se lo si fa per denaro, ci si trovi un altro lavoro.




lunedì 19 agosto 2013

PSICHIATRIA E PSICOFARMACI: UN'ETICHETTA INDELEBILE

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "DISMISSIONE DA ZOLOFT: UNA TELEFONATA DISPERATA E AGGHIACCIANTE MENTRE LO PSICHIATRA IN VACANZA SE NE FREGA":

psicofarmaci ...se li prendi una volta sei segnato a vita..se per caso ti seguono poi da un centro di salute mentale e' FATTA !!...non potrai piu' essere te stesso..come ti vede il medico "diverso"..sarai per forza peggiorato..se sei felice diranno "EUFORICO" se sei triste diranno "DEPRESSO"..se magari spendi un po' piu' di soldi "MANIACALE",,se stai in casa "ASOCIALE"...se ti incavoli "ANTISOCIALE"non sarai piu' libero di essere te stesso di avere emozioni diverse in base alle giornate per loro devi essere sempre UGUALE STABILE !!!..se ti lamenti del loro SERVIZIO ti minacceranno di TSO..ti daranno cure piu' forti..magari ti aumentano la puntura depot senza che tu lo sappia come spesso succede ti dicono e' la solita dose e invece ti punturano col doppio dosaggio..!!!...

Non devi lamentarti mai del centro di salute..o sei RICHIESTIVO..non devi mai contraddire le cure che fai o saraì definito "POLEMICO REATTIVO AGGRESSIVO"....se la cura non ti piace e dici che la vuoi smettere diranno " NON ADERISCE AL PROGETTO TERAPEUTICO"...colpevolizzandoti davanti ai tuoi familiari..e parenti...

sarai sempre COLPEVOLE se non fai come dice lo psichiatra !!
sarai sempre ricattabile se non fai come dice lo psichiatra !!

d'ora in poi se ti sente una gamba , se ti sei rotto una clavicola o ti sente un dente...o hai il mal di testa e vai al pronto soccorso hai piu' probabilita' di essere visto da uno psichiatra o di finire in psichiatria..anche se hai una patologia differente sarai sempre un PAZIENTE PSICHIATRICO..e se vai in ospedale di certo hai solo un problema PSICHIATRICO e BASTA..

i centri di salute mentale vogliono guidare la tua vita ..se hai una fidanzata forse non va bene per te...daranno ascolto ai tuoi parenti prima che a te..perche' tu oramai sei il MATTO..si perche' tu hai accettato per una volta solo la loro CURA e non puoi piu' FUGGIRE DA LORO..sei nel registro !!!!!


MAD MAN



RISPOSTA

Buongiorno Mad Man,
mai descrizione fu più azzeccata riguardo al marchio a fuoco indelebile che la moderna psichiatria imprime sui malcapitati che passano sotto le sue grinfie.

Sgretoleremo a uno a uno paroloni altisonanti inutili, etichette e marchi, ma per questo ho bisogno dell'aiuto di chiunque possa: attuali ed ex-malati psichiatrici (le vostre testimonianze); parenti di persone che si sono suicidate sotto farmaci (le vostre testimonianze); avvocati e professionisti del settore (per la vostra collaborazione); giornalisti (che vogliano con libertà di pensiero approfondire questo argomento); psichiatri (dottori che ancora credono nel giuramento di Ippocrate e nell'amore e che non considerino i farmaci come l'unico mezzo di cura); persone "comuni" (chiunque sia pronto a portare, anche telefonicamente, una parola di conforto a chi non sta bene, nel momento di crisi).

Questa è la rete di mutuo aiuto a 360 gradi che mi piacerebbe creare.

Chiunque voglia parteciparvi, è il benvenuto.



sabato 17 agosto 2013

DISMISSIONE DA ZOLOFT: UNA TELEFONATA DISPERATA E AGGHIACCIANTE MENTRE LO PSICHIATRA IN VACANZA SE NE FREGA

Che questo blog si stia espandendo a macchia d'olio, sintomo quindi che il tema degli psicofarmaci sia assolutamente attuale e molto sentito, è fuor dubbio.
Ma che una persona arrivasse a un tale stato di disperazione da riuscire a reperire il numero della caserma ove lavoro e contattarmi il 16 di agosto, mai me lo sarei aspettato.

Eppure è successo.
Ieri ho ricevuto una chiamata di una signora della provincia di Bergamo, e dalle prime due parole pronunciate ho capito che qualcosa non andava assolutamente.

La tipica, inconfondibile "voce da antidepressivo" come dico io.
E una disperazione tale, talmente forte da non farsi nessuno problema a chiamare un maresciallo dei Carabinieri in servizio nella sua caserma, a lei totalmente estraneo e sconosciuto.

Abbiamo parlato per più di due ore, e mi ha spiegato quanto la sua terapia composta da Zoloft, Remeron e Lexotan la stesse portando nel baratro più profondo, con una angoscia mai provata nemmeno quando erano sorti i sintomi che l'hanno poi portata a iniziare gli psicofarmaci.

Dentro di me ho capito immediatamente che soprattutto lo Zoloft è da imputare quale protagonista in negativo di come la signora si stia sentendo.

Ho tentato quindi di rassicurarla, e mi ha raccontato di come gli psichiatri da lei contattati continuassero a contraddirsi l'uno con l'altro, cambiando terapie su terapie come se stessero giocando al piccolo chimico.

E trattandola male allorquando facesse presente di continuare a peggiorare, giorno dopo giorno.

Fino a negarsi al telefono, dopo aver preso però un bel centone di euro in studio per una visita di pochi minuti...E che diamine, sono in vacanza anche loro!

Dov'è il giuramento di Ippocrate, dov'è il rispetto per un essere umano?

È mai possibile che una donna in piena crisi non abbia nessun'altro da chiamare se non un maresciallo dei carabinieri che lei nemmeno conosce?

È mai possibile che questa donna sia terrorizzata dall'andare in ospedale, proprio perché sa che lì non verrà aiutata a dismettere i farmaci che lei comprende perfettamente la stanno distruggendo, ma gliene verranno invece somministrati ulteriori, perché la risposta della psichiatria è solo farmacologica.

Grazie all'intervento di un'altra mia lettrice, che ringrazio di cuore, siamo riusciti a reperire il numero telefonico di uno psichiatra che la aiuterà in questa fase di dismissione.

Chiunque sia a conoscenza di specialisti umani, amorevoli e veramente innamorati del proprio lavoro, che non considerino somministrare farmaci l'unica cura, e che siano disponibili a seguire persone che vogliano dismettere i farmaci, è pregato di scrivere a pbisant@hotmail.com, in modo tale da formare un database per aiutare chi ne ha bisogno.

venerdì 16 agosto 2013

AMMAZZA IL PADRE A COLTELLATE E POI SI IMPICCA: ANTIDEPRESSIVI, CI SIETE RIUSCITI DI NUOVO

(ANSA) - MILANO, 16 AGO - Due persone, padre e figlia, sono state trovate morte nel loro appartamento a Motta Visconti, nel Milanese. L'uomo, Luigi Passalacqua, 88 anni, è stato colpito da diverse coltellate, mentre la figlia, Maria Grazia di 57 anni, è stata trovata impiccata. Stando alle prime ricostruzioni dei carabinieri, si tratterebbe di un omicidio-suicidio. La donna era in cura per una sindrome depressiva. Accanto al corpo della donna è stato trovato un coltello e i suoi vestiti erano sporchi di sangue.



COMMENTO DI PIETRO BISANTI

Cosa posso aggiungere che non sia già stato gridato a gran voce in questo blog?
Una famiglia distrutta, due persone distrutte.

E ora, chi interverrà archivierà questo caso come la solita conseguenza della depressione, quando in realtà anche un cieco riuscirebbe a capire che sono stati gli antidepressivi delle categorie SSRI e SNRI a trasformare questa donna in una furibonda assassina prima del proprio padre, e poi di se stessa.

Se avete una storia da raccontare, scrivete a pbisant@hotmail.com

ATTENZIONE: PERICOLO DI MORTE.
Se avete un vostro congiunto che sta iniziando una terapia antidepressiva, monitoratelo 24/24, specialmente all'inizio, durante l'incremento o il decremento del farmaco, oppure durante la dismissione.
Potrebbe, e non scherzo affatto, sterminare tutta la propria famiglia, e uccidere se stesso, oppure uccidere direttamente se stesso.

Vedasi i miei articoli:

ABILIFY E ZYPREXA: VOGLIONO CHE LI PRENDA A VITA.

LETTERA

Salve signor Pietro,
vorrei raccontarle per sommi capi la mia storia e ricevere un parere sulla
sospensione dei farmaci psicotropi e il motivo per cui tale dismissione può
risultare difficile.
Ho 35 anni e zyprexa è stato il farmaco con cui ho curato i postumi di un
episodio di confusione mentale e attacco di panico avvenuto all'età di
vent'anni.
A causa di questo neurolettico sono ingrassata di 20 kg, perché si è innescata
la night eating disorder, cioè le abbuffate notturne e una sonnolenza continua.
All'età di 32 anni ho deciso di sospendere i 5mg di zyprexa che assumevo
superando molti degli effetti di rimbalzo tra cui il vomito, principale
deterrente alla sospensione, e finalmente ho perso i chili eccedenti.
In concomitanza a questa sospensione, durata quasi due anni, ho iniziato un
percorso di cure dentarie (devitalizzazioni, implantologie...) che associate ad
un problema ad un piede mi hanno debilitata e depressa.
Temevo inoltre di riprendere i farmaci e la profezia si è autoadempiuta tanto
che mi ritrovo con un piano terapeutico di 10 mg di abilify.
Lo psichiatra mi ha fatto capire tra le righe che il farmaco si deve assumere
per tutta la vita, pena la comparsa di sintomi psicotici. La mia famiglia non
sarebbe d'accordo alla sospensione del farmaco a meno che lo psichiatra non
proponesse soluzioni alternative, ma questo è impossibile.
Andare da un altro psichiatra per chiedergli di aiutarmi a sospendere il
farmaco è utopico poiché nessuno si prenderebbe la responsabilità e poi ti
risponderebbero che se lo assumi un motivo c'è.
Se prendo l'abilify sono tutti tranquilli poiché li rassicura che niente
accadrà ma io non sono felice in questa situazione e senza nessuno che mi
appoggia, sono costretta ad ingoiare questa pasticca che avrà meno effetti
collaterali di zyprexa ma ne presenta tanti.
Non scendo nella diatriba tra chi è a favore e chi è contrario agli
psicofarmaci, penso però che per chi entra in questo tunnel gli spiragli di
luce per una fuoruscita sono pochi.
Sto leggendo via via i suoi articoli e sicuramente c'è una via d'uscita, ma il
percorso è accidentato.
Grazie per il servizio reso e spero che questa svolta epocale prima o poi
arriverà.
Giusy


RISPOSTA

Buongiorno sig.ra Giusy,
e grazie della sua mail, e di aver voluto condividere la sua sofferenza.

Ma quanti siete? Quanta sofferenza la moderna psichiatria sta causando a tutti questi nostri amici umani in tutto il pianeta?

Qualche psichiatria, prima di incatenarla a uno psicofarmaco tanto forte quanto lo Zyprexa (non che gli altri siano acqua fresca naturalmente), ha avuto un barlume di lucidità, e magari scandagliato eventuali cause organiche alla base del suo disturbo?

12 anni di Zyprexa ammazzerebbero un toro.

Eppure, da come scrive, si capisce bene che lei sappia il fatto suo.

Quindi, via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Gli spiragli ci sono eccome, il corpo umano è infatti una macchina che riesce a riprendersi anche dai peggiori insulti.

Purtroppo è difficile trovare appoggi anche fra i propri cari, dove vige spesso l'ignoranza associata alla paura che gli psichiatri infondono per far sì che la cura non venga mai dismessa.

Quindi, ribadendo come sempre che non sono un dottore e non curo nessuno, semplicemente le dico quello che farei io.

Ribaltamento totale della propria alimentazione, come lei ha ben capito.

Il percorso è accidentato, ma è l'unico da seguire.

Due manopole: la prima è quella del vegancrudismo, e quindi con l'immissione graduale di frutta e verdura crude, unico cibo che per il momento le consiglierei di mangiare, evitando, magari solo temporaneamente, cereali e legumi.

La seconda è quella che va chiusa, sempre lentamente, e cioè quella dei veleni, del farmaco che sta assumendo.
Fino a quando non ci saranno strutture in Italia pronte ad aiutare la gente a dismettere tali sostanze, bisogna utilizzare il fai-da-te, prendendosi anche tutte le responsabilità legali e personali del caso.

Assoluta verifica di amalgame e denti devitalizzati, tramite specialisti che sappiano quale sia la correlazione tra denti e psiche: ho già trattato l'argomento più e più volte, e basta una ricerca veloce nel blog per leggere i relativi articoli. Non smetterò mai di sottolineare la connessione tra amalgame al mercurio e denti devitalizzati e disturbi mentali.

Si ricordi che nessuno in questo momento pensa a come lei stia, se riesce a sorridere, emozionarsi, incuriosirsi, innamorarsi, avere del sano desiderio sessuale, aver voglia di fare un passeggiata.

Lei è sedata, e quindi sono tutti tranquilli.

Loro sono tranquilli, lei è infelice.



LA DEPRESSIONE NON È SOLO PSICOLOGICA

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN PICCOLO AIUTO DAI NOSTRI AMICI ANTIDEPRESSIVI":

In tutta la storia della psichiatria, non è mai stata dimostrata l'esistenza di una sola malattia mentale.
Si potrebbero scrivere un mucchio di post a favore di una tesi o di quella contraria, su problemi DI FATTO inesistenti, vale a dire tutte le malattie psichiatriche, che sono state puramente inventate, per motivare la prescrizione di psicofarmaci. Evidenze scientifiche di tali malattie nessuna, provenienti dalle loro stesse affermazioni. Che vi siano dei disagi nella vita questo sì che è scientifico e derivano unicamente dall'incapacità APPARENTE di risolvere uno o più problemi esistenziali. Ma ri-classificare un disagio esistenziale come se fosse una malattia, ci porta a comportarci noi stessi alla stregua degli stessi psichiatri. Perché questo è cio che essi stessi hanno fatto e stanno tutt'ora facendo. Perché mai dovremmo quindi favorirli, prendendo per buono il loro espediente truffaldino, tipico dei grossolani incompetenti, di ri-classificare i disagi della vita come se fossero malattie mentali, nel tentativo bislacco di apparire come se fossero dei professionisti, alla stregua di medici?

http://www.youtube.com/watch?v=FzBAD84WV94&list=PLeBPwxydE_CUhnjqo8bo4mcaG-I8yPKid&index=2

http://www.youtube.com/watch?v=S4OZBmwyNQ4

Il vero aiuto consiste (invitando ad osservare gli aspetti che si ignorano) nel favorire una persona ad affrontare e risolvere i suoi problemi, secondo il suo proprio punto di vista, in direzione del miglior bene per se e le persone e cose alle quali il problema si rivolge, così che possa continuare a "camminare con le sue stesse gambe" e senza dipendere da altri punti di vista o sostanze chimiche (qui nello specifico), nell'affrontare e risolvere i suoi problemi, secondo il suo proprio punto di vista, in direzione del miglior bene per se e le persone e cose alle quali, il problema di turno si rivolge...e così via.



Postato da Anonimo in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 16 agosto 2013 00:30


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie per la sua testimonianza.

No, no, no, non ci siamo per nulla.

Ansia, depressioni, psicosi, schizofrenie esistono eccome e rovinano la vita di milioni di nostri amici umani.

L'errore mostruoso della moderna psichiatria è di voler sopprimere i sintomi con bombe chimiche, al posto di eradicare le cause all'origine del disturbo.

Lei, purtroppo, va a finire nel calderone, in quanto pur demonizzando la psichiatria, ribadisce il fatto che tutto abbia una origine psicologica, e mai organica.

Il messaggio rivoluzionario di questo blog è proprio il binomio cibi puliti - pensieri puliti: migliaia di persone sono depresse senza nemmeno sapere che ciò che le rende tali è il piatto di pasta che stanno mangiando e non la morte del loro gatto.

Non ci crede?

Basta aver voglia di aprire gli occhi e frequentare le centinaia di blog americani dove migliaia di persone hanno sperimentato su se stesse la correlazione tra l'ingestione di glutine e stati depressivi anche con pensieri suicidi.

Se ci focalizziamo solo sulle cause psicologiche, continueremo a circoscrivere il problema e non ad affrontarlo pienamente.

Il corpo è una macchina che lavora in sinergia, e quando capiremo che un intestino intasato e pieno di tossine può essere causa di stati depressivi anche importanti, allora avremo fatto un passo in avanti epocale.

Non mi dilungo oltre: il blog è pieno di articoli, ove niente è preso da altre fonti, tutto è scritto di proprio pugno da esperienze reali.
 

VIVERE SENZA PSICOFARMACI

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN BRAV'UOMO E UN BRAVO CARABINIERE":

Il miglior consiglio è di rivolgersi ad un medico competente. Punto. Laddove una persona si trova a dipendere da uno psicofarmaco, non si sta trovando in uno stato considerato normale. Quindi diventa evidente che il "professionista" che ha curato il paziente non ha completato competentemente il suo lavoro.
La bella notizia è che professionisti competenti esistono:

www.viveresenzapsicofarmaci.it









RISPOSTA


Buongiorno,
ho dato un'occhiata al vostro sito, e vorrei avere la certezza, prima di "sponsorizzarvi" sul mio blog, di quale sia esattamente il vostro piano di intervento.

Senza dubbio non portate avanti la filosofia del "tutto gratutito" di questo blog, fornendo sicuramente un servizio a pagamento.

Mi piacerebbe sapere quale sia il vostro piano di dismissione dai farmaci, quale importanza date all'alimentazione, e se vengano scandagliate eventuali cause organiche alla base del disturbo psichiatrico.

SCALAGGIO CITALOPRAM: E STO PEGGIO DI PRIMA.

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN BRAV'UOMO E UN BRAVO CARABINIERE":

mi sono "curato" per oltre un anno con ssri citalopram per depressione ansiosa etc..1 cp al di..

i sintomi sono spariti poco alla volta e sono stato meglio, ma da essere pensante mi sono detto..ora che sto bene li devo smettere..in fin dei conti anche sulle indicazioni illustrate si dice che devono essere presi sino a remissione dei sintomi e non per anni !!

E quindi inizio a scalarli..e iniziano i problemi..ansieta' peggio di prima tremori nervosismi etc etc vertigini continue che dire una bella sindrome da astinenza !!

alla faccia ma non ero GUARITO ? ..invece trovo a fronteggiare un peridodo tremendo con ritorno peggiore di ansia e tremori dovuti alla sospensione..ripeto graduale gradualissima direi scalare una compressa in 5 mesi (usando il principio''in gocce )..

Dico ma allora questo mio stato di benessere non era GUARIGIONE ma erano sintomi spariti perche' assumevo la medicina citalopram un po' come le droghe conosciute cocaina etc ti fanno sentire (a detta di chi le usa) un leone per poi quando le smetti tornare una pecorella !!!!


ma se si dice nei "bugiardini " che non vanno usate per tanti mesi ma fino a remissione della patologia ???


allora devo diventare schiavo a vita del farmaco facendo guadagnare chi lo vende..e non provando altre strategie perche' il FARMACO mi allevia i sintomi e quindi sto bene solo se lo assumo a vita..aumentando col tempo il dosaggio naturalmente..mentre se invece sceglievo un' altra strategia non farmacologica magari piu' lenta pero' non ero schiavo di nessuna droga una volta migliorato di umore...

No !! dobbiamo, devo essere MALATO A VITA di depressione ??? malato a vita di ansia ?? cosi' che devo assumere a vita il citalopram...

il medico quando stai meglio dice che non devi smetterlo perche' se lo smetti stai di nuovo male (e non cosi' dice il foglietto oltretutto )..ah ah ah e se stai male e' sempre colpa del fatto che non prendi il farmaco..insomma entri nel girone del farmaco e qualunque miglioramento o peggioramento della tua vita e' dovuta alla terapia che prendi oppure "colpevolmente" smetti??

esistono farmaci altrettanto "pericolosi ?" cioe' se smetti un antibiotico lo fai perche' l'infezione e' passata mica lo prendi a vita..

Invece e' come una droga che ti rende CLIENTE a vita della ditta che lo ha creato !

non dubito degli effetti a me aveva fatto passare la depressione..ma a che costo ??..essere un drogato a vita ??? ma se dice che il farmaco va preso per un periodo perche' devo sentirmi schiavo ??

Un'altra osservazione mia madre prende HALCION e sulla confezione dice va presa massimo 7 giorni circa ma lo prende da anni per "ordine" del medico !!!..se non lo prende non dorme..quindi e' anche una dipendenza psicologica perche' oramai che effetto avra' mai dopo anni farmacologicamente ?? una sera le ho detto che le davo halcion ma le ho dato una pasticca di vitamina ha dormito benissimo !!!!..poi se ne e' accorta e non ho piu' potuta "fregarla"

quindi oltre all'azione farmacologica da droga ha anche un aspetto psicologico che per paura di smettere un farmaco lo prendi per ani ed anni e i medici zitti...


ciao

i'm so tired


Postato da Anonimo in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 15 agosto 2013 21:22



RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie della sua testimonianza.
Vedrà che sarà un po' meno "tired" se seguirà i consigli che questo non dottore vuole darle gratuitamente, senza parcella, senza doppi fini, con la soddisfazione come unico guadagno per l'opera che sto portando avanti.

Il suo commento dovrebbe essere stampato su ogni libro di psichiatria in ogni università del mondo, e sbattuto in faccia ai docenti psichiatri che dicono che gli antidepressivi sono farmaci sicuri, che fanno passare la depressione con effetti collaterali blandi, e che si dismettono facilmente quando non ce ne sia più il bisogno.

Palle, palle, enormi palle.

Gli antidepressivi sono bombe chimiche demoniache, che quando va bene mascherano i sintomi, e che quando va male trasformano le persone in assassine di se stesse e/o degli altri.

La psichiatria è un fallimento totale: quando lei ha incominciato a soffrire di depressione, qualcuno si è preso la briga di scandagliare le eventuali cause organiche alla base della sua sintomatologia in atto?

Non penso proprio, e quindi via di farmaco...

Poi, il finto periodo di benessere, ed ecco che al momento della sospensione ci si ritrova con due problemi: il primo, poiché le motivazioni alla base dello stato depressivo originario non sono state eradicate, bensì mascherate; il secondo, poiché ora l'hanno incatenata a un farmaco, la cui dismissione può essere molto, molto impegnativa.

Lei fa dei ragionamenti perfetti: sia sul fatto di non essere guarito, che sul modo di ragionare dei medici, che valutano ogni comportamento in base al fatto che si sia presa o meno la "cura".

Vediamo, ancora una volta, i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell'uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti. 
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall'aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all'organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l'Uomo, bensì per i granivori. L'intolleranza al glutine è ormai considerata un'epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all'introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti "psicofarmaci": dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un'appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
-caffè, sigarette, alcolici, sostanze stupefacenti.
Dobbiamo insomma imparare che è possibile che gran parte dei disturbi che si manifestano con sintomi psichiatrici possano avere una base organica e non per forza il solito motivo psicologico stile "mi è morto il gatto".
 
Ora, se io fossi in lei, procederei allo scalaggio del farmaco con molta calma e molta attenzione, dato che gli effetti da sospensione, come sta sperimentando in prima persona, possono essere veramente infernali.
 
Scalaggio lento anche perché se dovesse sfuggirle di mano la situazione, e dovesse avere bisogno del pronto soccorso, troverebbe una schiera di medici pronti a imbottirla di nuovo e a recitarle la filastrocca: "Vede che è malato, e il farmaco le serve?".
 
E associ allo scalaggio tutte quante le indicazioni sopra specificate: il vegancrudismo e il digiuno sono l'ariete per eccellenza per "sfondare" le malattie mentali.
 
Cibi puliti - pensieri puliti: il binomio d'attacco.
 

VOGLIONO INCATENARMI ALL'EUTIROX A VITA

Gent.mo Dott.
sono una giovane 42 enne sana, cioè senza problemi di nessun tipo, alla quale da 20 gg è stata diagnosticata la tiroidite autoimmune, come valori un pò fuori dalla norma ho gli anticorpi  ABTPO 157.90, ABTG 160.30 ho un piccolo nodulo di mm 6 con l'esame della calcitonina inf.  a 2.0. Già si parla di eutirox a vita. Vorrei sapere se a parte l'alimentazione che già faccio, a base di cereali, verdure e poca carne e formaggi, ci sono delle strade alternative per riattivare in qualche modo le funzioni della tiroide, questa dell'ormone a vita sembra una maledizione, ma possibile che soprattutto nei casi meno gravi tipo il mio mi devo arrendere a quello che dicono quasi tutti gli endocrinologi che ho interpellato. Mi dicono che se non mi sbrigo potrei peggiorare e rischiare per quanto riguarda il problema noduli, potrebbero aumentare o cambiare la loro natura. La prego mi aiuti.Grazie.
Cordiali saluti.
Sig.na Giusi R.


Buongiorno sig.na Giusi,
non avendomi dato autorizzazione alla pubblicazione, ho oscurato il suo cognome.

Grazie per avermi scritto, ma devo come sempre puntualizzare che non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo farmaci, non faccio diagnosi, e ben me ne guardo dal farlo.

Sono un accanito sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi e se sarò un po' duro mi scusi ma è a fin di bene: via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Lei fa una premessa, e cioè dice di essere "sana". Ma la domanda sorge spontanea: come fa a ritenersi "sana" se ha un problema alla tiroide?

Moltissime persone vivono in uno stato che si chiama di "salute apparente". Ciò significa che si può andare avanti anche per molti anni in maniera asintomatica, covando però all'ìnterno problemi che emergeranno prepotentemente da un momento all'altro.

Meglio un corpo che continui a mandarci segnali per avvertirci delle nostre malsane abitudini di vita, che uno che ci porta il conto da pagare tutto insieme.

42 anni poi, con l'aspettativa teorica di vita di un essere umano che dovrebbe superare abbondantemente i 100 anni, non sono nulla.

La prima strada per non atrofizzare totalmente la sua tiroide, per la Legge della Natura che dice che allorquando il corpo venga sostituito in una delle sue funzioni, l'apparato preposto smette di funzionare, è non prendere farmaci.

Credo poco anche agli esami, compreso quello della calcitonina, poiché sono una fotografia del momento e non dello stato generale del suo corpo.

Il problema della fallimentare medicina allopatica moderna è che non hanno alcuna voglia di scoprire ed eradicare le cause di un malessere, continuando, come in questo caso, a bersagliare e sopprimere il sintomo.

Lei pensa che l'Eutirox la guarirà? No, terrà a bada, finché può e sconquassandola dentro, il suo stato, che è lì presente per un motivo ben preciso, che si chiama tossemia interna.

Quello che sta facendo ovviamente non basta.

Via caffè, thè, bibite gassate, zuccheri artificiali.
Via i cereali con il glutine, e per il momento anche quelli senza glutine.
Via carne, pesce, uova, formaggi, latte, anche se nelle modiche quantità che lei dice di assumere.
Controllo alle amalgame dentarie, e rimozione di quelle contenenti mercurio affidandosi a un professionista che operi secondo un protocollo di protezione per il paziente
Alimentazione basata su frutta e verdura crude, con un piccolo compromesso di cotto, sempre basato sulla verdura.
Via i legumi, anch'essi difficili da digerire e non adatti al consumo umano.
Sono molto portato a pensare a una correlazione tra il suo disturbo e l'ingestione di caseina e di glutine.
Ma, in generale, oltre a questo, sono le proteine animali che acidificando il corpo non fanno altro che danneggiarlo.

Cinque pasti di frutta sazianti al giorno, cominciando con spremute al mattino, passando poi ad angurie e meloni da mangiare rigorosamente da soli, per poi arrivare a un pranzo fatto di verdure, una merenda ancora di frutta, e una cena ancora di verdure.

Se non ha intenzione di cambiare radicalmente le sue abitudini di vita, faccia come milioni di persone al mondo fanno: prendono i farmaci, e continuano a ingozzarsi come maiali.

Se invece ritiene che la sua salute e la sua vita siano più importanti, si lanci a capofitto in questa avventura, dove nessuno le chiede soldi per una parcella.

Dopo sei mesi di quasi crudismo, avendo cura di non spaventarsi davanti alle crisi eliminative che il corpo metterà in atto, mi ricontatti, e sarò lieto di condividere con lei i suoi progressi.

giovedì 15 agosto 2013

UN BRAV'UOMO E UN BRAVO CARABINIERE

COMMENTO

SEI UN BRAV'UOMO E CARABINIERE averne di persone come te centri sempre il problema nel suo cuore..sintetico e preciso..bravo fabry su COMPULSIVA, ANORESSICA E CLEPTOMANE: 30 ANNI DI FARMACI PER RIDURRE UNA DONNA A UNA LARVA UMANA. SIETE CONTENTI PSICHIATRI?

F.to Fabry


RISPOSTA
Grazie Fabrizio/a di questo commento.

Psichiatri e Carabinieri incapaci sono la rovina del mondo.

Le manette di ferro e quelle chimiche sono egualmente dannose, e quando si ha un potere di coercizione nei confronti di un altro essere umano, a maggior ragione bisogna usarlo con saggezza.

Questo blog è partito in sordina nel 2011, e il messaggio per un mondo migliore, senza città trasformate in zombielandia, si sta facendo sempre più forte.

Io ci metto la faccia, ma chiunque passa di qui sta comunque contribuendo a una svolta epocale, che presto o tardi arriverà.


SE VOGLIO AMMAZZARMI, MI AMMAZZO. MA LO DECIDO IO, E NON UNA PASTIGLIA.

SERIE DI COMMENTI AL MIO ARTICOLO "UN PICCOLO AIUTO DAI NOSTRI AMICI ANTIDEPRESSIVI".

storie, pensieri e riflessioni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN PICCOLO AIUTO DAI NOSTRI AMICI ANTIDEPRESSIVI":

Gli antidepressivi sono assolutamente utili nel caso in cui una persona è affetta da questo grave disturbo. Bisogna però far differenza tra il "cattivo umore" e la "depressione".
Il primo passa anche mangiando banane e dolci, prodotti che contengono molte sostanze che mantengono alto l'umore.
Il secondo invece è un disturbo dell'umore e come tale andrebbe curato.

Jan (storieriflessioni.blogspot.it)



Postato da storie, pensieri e riflessioni in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 14 agosto 2013 13:56


Black Orchid ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN PICCOLO AIUTO DAI NOSTRI AMICI ANTIDEPRESSIVI":

Jan, o non hai letto una riga del post di Pietro oppure oggi ti sei svegliato con l'irrefrenabile voglia di scrivere una banalità e l'hai fatto qui.



Postato da Black Orchid in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 15 agosto 2013 06:39



storie, pensieri e riflessioni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "UN PICCOLO AIUTO DAI NOSTRI AMICI ANTIDEPRESSIVI":

Una riga l'ho letta sicuramente. E il post l'ho commentato ieri, non stamattina. A te può sembrare anche una banalità, ma la depressione, l'ansia, gli attacchi di panico sono disturbi psichici anche loro, quasi come la schizofrenia. Quasi perchè la schizofrenia fa parte della psicosi, mentre l'ansia e la depressione della nevrosi. Il fatto che si possano curare cambiando alimentazione e stile di vita, mi fa letteralmente ridere. Quando un depresso ha voglia di suicidarsi, inutile curarlo con "il cambio d'alimentazione e stile di vita".

Il fatto che la signora Mance dica che gli antidepressivi non abbiano effetti collaterali, mi sembra veramente una cagata. E qui concordo con Pietro, ma non del tutto... e ho già spiegato perchè.

Jan



Postato da storie, pensieri e riflessioni in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 15 agosto 2013 08:25



RISPOSTA 


Buongiorno a tutti,
e grazie a Jan e a Black Orchid per avermi comunque dato la possibilità di scrivere questo articolo.
Una sola parola: via la lobotomizzazione.

Scusatemi se sarò duro, ma bisogna scardinare una volta e per tutte gli infiniti luoghi comuni sull'innocenza e l'utilità degli psicofarmaci, e questo è il messaggio che questo blog vuole comunicare.

Anzitutto smettiamo di catalogare i disturbi: nessuno mette in dubbio che una psicosi sia una manifestazione più pesante di una depressione, ma impariamo a focalizzarci sui segnali che il corpo ci manda.

Frasi come quella pronuncia da Jan, quando dice "Il fatto che si possano curare cambiando alimentazione e stile di vita, mi fa letteralmente ridere. Quando un depresso ha voglia di suicidarsi, inutile curarlo con  'il cambio d'alimentazione e stile di vita'", denotano una totale e completa ignoranza riguardo a cosa siano le malattie mentali e che cosa siano gli psicofarmaci, oltre a non avere assolutamente la benché minima idea di come funzioni il corpo umano.

Questo blog sta ripetendo fino alla nausea il binomio "cibi puliti - pensieri puliti", che è alla base del benessero psicofisico di ogni essere umano.

Nessuno ha qui mai negato che eventi di natura psicologica possano abbattere anche la più sana e ben alimentata delle menti.

Pensiamo agli stupri, al bullismo, al vivere magari senza un arto.

Quindi, se ho perso una gamba in un incidente e mi accorgo di non essere contento della qualità della mia vita, ben venga il suicidio se questo sarà per me una liberazione: meglio farlo da lucido e consapevole che spinto invece da sostanze che dovrebbero invece darmi una mano.

Io sono per l'autodeterminazione dell'essere umano, pur difendendo la vita a tutti i costi.

Alcune settimane fa sono stato all'Ospedale Niguarda per ascoltare una donna a cui il marito aveva dato fuoco.
Piena di morfina per il dolore, ho cominciato una chiacchierata con un dottore estremamente gentile, il quale mi ha detto che tutti i grandi ustionati vengono messi immediatamente sotto terapia antidepressiva, e abbiamo parlato anche dell'unico superstite dell'incidente aereo di Linate, passato anch'egli per il medesimo reparto ospedaliero.

Ne sono nate delle considerazioni da ambo le parti, e io ho capito come la qualità della vita sia in alcuni casi irrimediabilmente corrotta, tanto da vedere la morte come un sollievo, ma anche che ognuno può trovare dentro se stesso gli stimoli per vivere anche sfigurato per sempre.

Non posso dare risposte a questo, perché mai mi ci sono trovato e nessuno può sapere come reagirà in una analoga situazione.

Quello che so, è che mai e poi mai vorrò che la mia felicità sia frutto di un pompaggio innaturale del mio umore.
Qualunque evento, anche il peggiore, deve essere superato con il binomio cibi puliti-pensieri puliti, non rincoglionendo la gente per far finta che non sia mai successo.

Se dovessi ustionarmi tutta la faccia, vorrei essere libero e consapevole di decidere se vorrò o meno continuare la mia vita su questa Terra: ci sono persone come Alex Zanardi, che hanno trovato nuova forza dopo un dramma (e comunque, non posso sapere se sia stato o meno supportato da una terapia psicofarmacologica, dato che in TV si vede solo quello che vogliono farci vedere), e altre che ritengono che sia meglio morire piuttosto che vivere la propria vita con una menomazione fisica.

Entrambe le decisioni vanno rispettate: sono gli antidepressivi che vanno buttati nel cesso, perché la realtà è quella, e distorcerla temporaneamente non serve a nulla.
O la si accetta e la si combatte e la si supera, oppure si lascia questa Terra con dignità.

E qui subentra il tema dell'alimentazione: senza arrivare a drammi come questo, ci sono milioni di persone al mondo perfettamente integre ma super depresse, e questo non può non essere imputato anche a quello che si mangia.

Glutine, caseina, proteine animali, amalgame dentarie, zuccheri artificiali, nicotina: potrei andare avanti a citare tante di quelle cose che possono influire sulla nostra psiche.

E ci sono quindi tantissime persone che si ammazzano senza sapere un perché, che passano la loro vita depresse senza sapere che è quel piatto di pasta a renderle così.

E il compito di uno psichiatra coscenzioso sarebbe quello di scandagliare tutte le cause organiche possibili, fornendo al contempo amorevole supporto psicologico, dato che una persona depressa è inevitabilmente più suggestionabile e fragile.

La stragrande maggioranza delle persone che manifestano disturbi psichiatrici sono fisicamente e organicamente intossicate, e gli psicofarmaci sono e rimangono un inutile e dannoso tampone che non farà altro che posticipare e aggravare il problema, se non diventare essi stessi il problema.

Gli antidepressivi, in particolare, distruggono la vita delle persone, trasformandole, rendendole sessualmente impotenti o ninfomani, facendole ingrassare o dimagrire esageratamente, rendendole sempre in balia del proprio cervello, che non ha mai un momento di vera stabilità.

Ci sono centinaia di migliaia di anime di persone che sono finite al camposanto a causa degli psicofarmaci, che si sono uccise, che hanno ucciso.

Gli antidepressivi distruggono le unioni, i matrimoni, le amicizie: sono come le Sirene di Ulisse.
Prima ti ammaliano facendoti credere di essere ciò che non sono, e poi ti distruggono.

Questo avviene nella stragrande maggioranza degli stati depressivi che vengono diagnosticati.

Nessuno nega che la vita possa portare delle prove anche insormontabili.

Preferisco vivere come un leone che ho visto in un filmato su Internet: passa la vita a combattere e difendere il territorio, e quando ormai vecchio si vede fronteggiare da quattro leoni giovani, non scappa, lotta fino alla morte.

C'è una enorme dignità nella morte, nel combattere, ma anche nel suicidio, quando questo è la diretta conseguenza di una scelta consapevole.

Tenere su questa terra una persona ustionata all'80% del corpo, quando questa non vuole è un crimine e un atto egoista.

Cibo pulito e pensieri puliti, e se nonostante questo la persona decide di lasciare questa Terra, va accompagnata con tutto l'amore possibile.

Tenerla ancorata su questa dimensione a suon di pastiglie è il peggior torto che gli si possa fare.