INVEGA, ABILIFY, ANSIOLIN E DALMADORM: COME SUCCHIO VIA LA VITA DI UN RAGAZZO DI 27 ANNI
Ieri ho ricevuto la telefonata della signora, la quale, dopo avermi aggiornato sulle condizioni del figlio, mi ha chiesto un ulteriore parere a titolo personale.
In quel frangente, mi ha confidato ciò che già sospettavo fin dalla prima telefonata (dopo aver sentito la sua voce), e cioè che anch'ella fosse sotto terapia psichiatrica.
La stessa mi ha riferito che, dopo il primo episodio psicotico del figlio, poiché aveva (giustamente, dico io) iniziato a far fatica a dormire, lo stesso psichiatra che lo ha tuttora in cura le ha consigliato di assumere (come da lei poi fatto) 75 prima e 150 mg poi dell'antidepressivo Effexor, assieme all'immancabile pastiglia di Xanax.
La signora ha detto di non sentirsi bene con questi farmaci, e di volerli quindi dismettere al più presto.
Partono ora della considerazioni personali.
Ma ci rendiamo conto della bassezza morale e professionale che alcuni psichiatri riescono a raggiungere?
Ma questo dottore si rende conto di non essere allo zoo, e che quindi i suoi pazienti non sono degli elefanti, e gli psicofarmaci di conseguenza non sono noccioline da distribuire gioiosamente a piene mani?
Dove vuole arrivare, a psicomedicalizzare tutta la famiglia, cane compreso, con il Prozac veterinario, che esiste ed è utilizzato da tantissimi cani in tutti gli Stati Uniti, per la gioia dei loro lobotomizzati padroni, che, tornando a casa, troveranno il loro Fuffy nella stessa identica posizione dove lo avevano lasciato?
I cani sotto psicofarmaci mordono, le persone uccidono.
Siamo all'anticamera dell'Inferno.
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