LETTERA
Gentile Pietro,
Gentile Pietro,
le scrivo per conto di mio figlio ***** che non è assolutamente in grado di scriverle al momento, ma ha bisogno del suo aiuto.
Dopo un anno e mezzo di ziprexa 2.5mg sino a 5mg, intervallato da abilify 10 fino a 20mg e un collasso per sindrome neurolettica maligna, finalmente impiegandoci 1 anno intero a dicembre **** ha smesso del tutto.
Purtroppo le allucinazioni e i pensieri paranoici sono esplosi in modo esagerato e pensiamo sia un effetto del rebound. Ora è subentrata anche la catatonia, la bava alla bocca. il riso senza senso e un totale degrado mentale. Ma siamo più che convinti a non tornare indietro anche se soli in questa battaglia perché anche l'ultimo psicoterapista ci ha abbandonati in quanto pretende che **** sia trattato farmacologicamente.
Abbiamo bisogno da te di consigli su come affrontare questa fase. Dal punto di vista nutrizionale segue una dieta a base di verdura e frutta poca carne niente glutine latte e derivati, niente alcol fumo caffè.
Ormai da più di un anno ha iniziato la sua disintossicazione, ma il suo stato non migliora. La presunta diagnosi fatta in più occasioni è di disturbo schizoaffettivo. Abbiamo bisogno di capire perché i momenti di lucidità sono così brevi e si alternano a lunghe ore di stato di irrealtà.
Il sonno è un elemento determinante perché non riesce a dormire e non sappiamo cosa dargli di naturale che sia efficace. Ti ringrazio per la tua disponibilità e spero in una tua risposta.
Grazie Antonella
RISPOSTA
Buongiorno sig.ra Antonella,
Grazie Antonella
RISPOSTA
Buongiorno sig.ra Antonella,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
Lei parla di "sindrome neurolettica maligna".
In realtà, questo termine vuol significare tutto e niente.
In pratica, gli spocchiosi laureati in camice bianco utilizzano questa "sindrome" per mascherare quello che in realtà è un enorme danno al sistema nervoso indotto direttamente dai neurolettici assunti.
Premesso che TUTTI gli psicofarmaci sono e rimangono spazzatura chimica, ognuno di noi reagisce (malamente) in maniera diversa: nel caso di suo figlio, la reazione del suo corpo è stata quella che è stata, con tutti i danni che ne sono conseguiti.
Ora, compreso questo, bisogna passare alla fase di attacco, con la baionetta fra i denti, credendoci e con la massima determinazione a riconquistare la salute di suo figlio.
Lei è stata assolutamente bravissima a effettuare lo scalaggio, e quello che lei chiama "effetto rebound" altro non è che una vera e propria crisi di astinenza, che altro non è che lo sforzo del corpo di tornare a uno stato di equilibrio detto "omeostasi".
Infatti, anche se gli psicofarmaci sono materialmente "fuori dal corpo" di suo figlio, il suo sistema nervoso è stato obbligato a procedere per molto tempo in uno stato di disequilibrio.
Quindi, le crisi devono essere viste come qualcosa di benefico, cioè, come già detto, il tentativo del corpo di ritornare in equilibrio.
In questo caso, con una problematica così grave e marcata, lascerei poco spazio ai compromessi.
Via le proteine animali tutte, via tutti i cereali, via i legumi.
Bisogna inondare di sostanze benefiche il corpo martoriato di questo ragazzo.
Diventa quindi obbligatorio avvicinarsi il più possibile a un crudismo totale, massimizzando frutta e centrifugati di verdure e mantenendo BASSISSIMO il livello generale di grassi, per poter contare su una formula del sangue super fluida che permetta quindi un perfetto funzionamento di tutto il sistema endocrino.
Quindi, eliminazione totale di tutti gli oli e pochissima frutta secca.
So che può sembrare difficile seguire un tale percorso nutrizionale, ma almeno all'inizio è indispensabile per aiutare il più possibile suo figlio.
Per quanto riguarda il sonno: tornerà. Indurlo artificiosamente anche attraverso "rimedi naturali" non ha senso. Bisogna far sì che sia il suo corpo a ristabilire questo delicato meccanismo.
Ci sentiamo in privato.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Lei parla di "sindrome neurolettica maligna".
In realtà, questo termine vuol significare tutto e niente.
In pratica, gli spocchiosi laureati in camice bianco utilizzano questa "sindrome" per mascherare quello che in realtà è un enorme danno al sistema nervoso indotto direttamente dai neurolettici assunti.
Premesso che TUTTI gli psicofarmaci sono e rimangono spazzatura chimica, ognuno di noi reagisce (malamente) in maniera diversa: nel caso di suo figlio, la reazione del suo corpo è stata quella che è stata, con tutti i danni che ne sono conseguiti.
Ora, compreso questo, bisogna passare alla fase di attacco, con la baionetta fra i denti, credendoci e con la massima determinazione a riconquistare la salute di suo figlio.
Lei è stata assolutamente bravissima a effettuare lo scalaggio, e quello che lei chiama "effetto rebound" altro non è che una vera e propria crisi di astinenza, che altro non è che lo sforzo del corpo di tornare a uno stato di equilibrio detto "omeostasi".
Infatti, anche se gli psicofarmaci sono materialmente "fuori dal corpo" di suo figlio, il suo sistema nervoso è stato obbligato a procedere per molto tempo in uno stato di disequilibrio.
Quindi, le crisi devono essere viste come qualcosa di benefico, cioè, come già detto, il tentativo del corpo di ritornare in equilibrio.
In questo caso, con una problematica così grave e marcata, lascerei poco spazio ai compromessi.
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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