LETTERA
Salve,
ho già avuto modo di scrivere le mia esperienza, non diretta, con gli psicofarmaci. Non è stata pubblicata, ma la ripropongo in quanto ritengo sia un punto di vista "mezzo dentro e mezzo fuori" in quanto non avendo io provato direttamente gli psicofarmaci non ne sono dentro appieno, ma ho visto a distanza ravvicinata e dal di fuori, i danni che queste pilloline creano in un organismo umano, e quali devastazioni portano alla sua mente. Sono stata un'operatrice di comunità psichiatrica per molti anni. Ho visto entrare vittime della solitudine, di famiglie sbagliate, di scompensi emotivi trasformati dopo poco tempo in automi senza volontà. Il lavoro di gruppo, che avrebbe dovuto consistere nell'individuare la terapia migliore atta a riportare ad una vita accettabile tali persone, con la progettazione di ascolti della psicologa, di momenti di ricostruzione del quotidiano, di un nuovo inserimento lavorativo laddove possibile, si è trasformato in compilazioni di ricette da parte dello psichiatra, sicché, la progettualità quotidiana è andata a farsi benedire. Come si può cucinare con un ospite che dorme in piedi, e che ti manda a quel paese se tenti di coinvolgerlo il minimo sindacale? Il lavoro che avevo scelto, che doveva consistere nell'aiutare gli ospiti a ricongiungersi col mondo, si è trasformato in cene preparate con l'ospite che doveva farlo con me addormentato sulla sedia, di spese fatte con persone che dovrebbero riabituarsi a controllare prezzi e scegliere alimenti completamente indifferenti, ho visto una bellissima ragazza prendere 20 kg in pochi mesi. Ho visto facce gonfie ed espressioni rimbambite.
Ho chiesto spiegazioni sul perché prendessero tanti farmaci piuttosto che seguire un percorso personale di "riappassionamento" alla vita, ma mi è stato risposto che senza farmaci per loro non è possibile vivere. Sappiamo tutti che questa è un boiata, e sappiamo anche quanti soldi circolano dietro l'industria della follia, tra psicofarmaci, alloggiamenti in strutture che cronicizzano e non curano. La cura dei"matti"è uno dei businness più fiorenti di questa porca Italia.
Me ne sono andata, prima di passare a strategie sovversive, quali il buttare via i farmaci durante il mio turno e di sostituirli con dei placebo, perché non sarebbe servito a nulla. La sospensione per tre o quattro giorni e la ripresa nel turno di un'altra farebbe solo danni. Tutto quello che ho potuto fare è stato consigliare i parenti di portarli più spesso a casa, e magari nel frattempo informarsi su possibili cure alternative, ma senza risultati. Ho chiesto mi spostassero, in quanto mio diritto. Nel nostro lavoro è facile non voler più essere complici di qualcosa di sbagliato.
F.to Barbara Peuto
RISPOSTA
Gent.ma sig.ra Peuto,
grazie anzitutto di aver voluto condividere la sua testimonianza.
Non mi perdo in ulteriori commenti, dato che tutto quello che penso è ben evidenziato nel blog.
Aggiungo solo questo a quanto da Lei scritto e che condivido al 100%:
l'ignoranza uccide più della spada. L'unica arma di difesa è informarsi e non aspettarsi aiuto da un mondo fondato sulla sull'egoismo, l'avarizia, l'ipocrisia e la mancanza di ideali.
Pietro Bisanti
Per tutti: a breve uscirà il mio primo libro "ASSASSINI IN PILLOLE: La psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere": prenotazioni a pbisant@hotmail.com
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la legge basaglia non e stata mai applicata.ero sana prima che mi rinchiudessero in un ospedale pschiatrico a 15 anni subendo violenze atroci da medici e paramedici infermieri.... a distanza di anni scopro che succede lostesso ma in un altro ospedale solo che ho un eta diversa per difendermi .....ma allora mi chiedo se tutto cio succede in tutti gli ospedali come fa malato a guarire ? voglio dire a tutti che in manicomio ho visto infermieri rubare soldi ad un disabile usare l acqua destinata alle mense sostituendole con bottigle di acqua del rubinetto guardare con occhi maliziosi la dove facevano un iniezione...non sono solo i farmaci che usano per stordire i pazienti insomma se avete la disgrazia di avere un figlio con dei problemi del genere la miglior cura e l affetto ....che tutti abbiamo dei difetti o deficit come direbbero i medici. il miglior medico di noi stessi e noi .stessi intanto io mi sono rivolta ad un legale.
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