Sono un ragazzo sardo e nel 2000 è iniziato il mio calvario. Ho subito un devastante trattamento a base di neurolettici che mi ha letteralmente compromesso la salute: nausea, vomiti, bava alla bocca, rigidità muscolare, senso totale di appiattimento delle emozioni e sensazioni.
I medici dopo che palesemente hanno constatato il mio stato mi hanno sospeso la cura x darmi antidepressivi, antipsicotici, e benzodiazepine ma il mio stato fisico e mentale non è per niente migliorato e si sono aggiunti tutti gli effetti dei farmaci fra i quali un drastico calo della libido, fotofobia, ipotermia, stipsi, aggressività e paranoia, rush cutanei e un perenne stato di depressione che aumentava simultaneamente dalla somministrazione dell'antidepressivo, come allo stesso modo aumentavano le psicosi in concomitanza con l'uso della quietapina. Dopo svariati anni di pura sofferenza ho deciso di reagire e di documentarmi.
Ho incominciato a eseguire ricerche che mi hanno portato a dismettere i veleni: muovermi, allenarmi, fare l'amore, avere una discussione, appassionarmi di qualsiasi evento della vita prima erano solo utopie.. Ero diventato un automa perennemente offuscato dai veleni che avevano la falsa pretesa di curarmi ma che in realtà mi stavano annullando.
Premetto che sono nato sanissimo e con un sistema cerebrale perfettamente funzionante, per via di una crisi familiare e dell'avvento di problemi miei personali sono stato risucchiato nelle grinfie di una psichiatria spietata e inumana. Sono sempre stato un bel ragazzo forte e in forma ma durante la terapia mi sentivo costantemente affaticato e privo di forze, lobotomizato da devastanti farmaci che annullavano ogni emozione e reazione umana.
Premetto che raccontarvi questi eventi fa sanguinare delle ferite ancora aperte, ma lo faccio con estrema gioia perché sono convinto che può essere un valido aiuto per tutti coloro che hanno passato o vivono l'inferno che ho dovuto patire.. Ricordo gli psichiatri infimi, subdoli, saccenti, pericolosi proprio come i farmaci che somministrano alle loro cavie.
Uno psichiatria un giorno mi disse che gli trasmettevo molta ansia (affermazione veramente infelice da dire a un inerme e spaventato paziente). Forse il dottore trascurava il fatto che la mia ansia era dovuta proprio alla sua presenza dato che anni prima ho subito un violento t.s.o. e di conseguenza ogni volta che ho a che fare con un medico provo assoluto terrore.
Continuate a nascondervi dietro le vostre lauree e dietro la saccienza dei vostri altisonanti termini medici. Chiedetevi il perché ora sono rinato senza le droghe da voi prescritte. Smettetela di coccolarvi dietro i vostri lindi camici bianchi sporcati di dolore e incominciate a scendere fra i comuni mortali e ascoltate sul serio i vostri pazienti invece di annullarli a suon di droghe.
VIVA LA VITA
Firmato "Un ragazzo sardo"
RISPOSTA
Carissimo "Ragazzo Sardo",
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi...
Grazie anche per avere condiviso la sua storia, che rispecchia al 100% la reale situazione psichiatrica italiana.
Non sono qui per generalizzare, ho conosciuto (pochi) psichiatri che tentavano in buona fede di fare qualcosa per fronteggiare comunque un enorme deterioramento della salute mentale, dovuto all'uso di droghe, di cibi scadenti e incompatibili, di alcol, di sigarette e di uno stile di vita assolutamente contronatura; non posso però negare che la maggior parte di quelli che ho avuto modo di incontrare pensano di avere la verità assoluta, non possono essere contraddetti, utilizzano farmaci potentissimi come caramelle, non mostrano un briciolo di umanità e/o empatia e non si rendono conto di avere davanti un essere umano e non un involucro ove buttare dentro senza criterio sostanze chimiche devastanti.
La strada è ancora lunga, mai è stata così forte la lotta fra imposizione e autodeterminazione sanitaria in tutti i campi; segno, questo, che la gente si sta svegliando e ne ha piene le palle di farsi dire come "curarsi".
Ognuno di noi DEVE essere libero; libero di morire se lo vuole e se questa è una scelta consapevole e fondata su inequivocabili situazioni oggettive, libero di non assumere farmaci, libero di cercare alternative, libero di non cercarle, libero anche di imbottirsi di psicofarmaci se questa è considerata la strada giusta...insomma LIBERO.
Avanti così
Pietro Bisanti
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Grazie anche per avere condiviso la sua storia, che rispecchia al 100% la reale situazione psichiatrica italiana.
Non sono qui per generalizzare, ho conosciuto (pochi) psichiatri che tentavano in buona fede di fare qualcosa per fronteggiare comunque un enorme deterioramento della salute mentale, dovuto all'uso di droghe, di cibi scadenti e incompatibili, di alcol, di sigarette e di uno stile di vita assolutamente contronatura; non posso però negare che la maggior parte di quelli che ho avuto modo di incontrare pensano di avere la verità assoluta, non possono essere contraddetti, utilizzano farmaci potentissimi come caramelle, non mostrano un briciolo di umanità e/o empatia e non si rendono conto di avere davanti un essere umano e non un involucro ove buttare dentro senza criterio sostanze chimiche devastanti.
La strada è ancora lunga, mai è stata così forte la lotta fra imposizione e autodeterminazione sanitaria in tutti i campi; segno, questo, che la gente si sta svegliando e ne ha piene le palle di farsi dire come "curarsi".
Ognuno di noi DEVE essere libero; libero di morire se lo vuole e se questa è una scelta consapevole e fondata su inequivocabili situazioni oggettive, libero di non assumere farmaci, libero di cercare alternative, libero di non cercarle, libero anche di imbottirsi di psicofarmaci se questa è considerata la strada giusta...insomma LIBERO.
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Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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