Siracusa, 60enne uccide il marito nel sonno a coltellate e tenta il suicidio
E' successo a Carlentini. La donna, che soffriva di crisi depressive da 6 anni, avrebbe colpito il coniuge 72enne almeno 30 volte
14:09 - Nuova tragedia di famiglia in Sicilia, a Carlentini, in provincia di Siracusa. Una donna di 60 anni, Sebastiana Ippolito, ha ucciso con almeno 30 coltellate il marito 72enne. Alfio Vinci è stato colpito nel sonno, dopodiché la moglie ha provato a suicidarsi colpendosi con lo stesso coltello ma è svenuta. Dal 2008, anno della morte della figlia, malata di tumore, la donna soffriva di crisi depressive.
Poco dopo la mezzanotte la donna avrebbe preso un coltello, di quelli che si usano a tavola, si sarebbe recata nella camera del marito (dormivano in stanze separate) e avrebbe iniziato a pugnalarlo colpendolo nel sonno.
Poi è andata in bagno e si è procurata ferite superficiali sul corpo prima di svenire. Intorno alle 3 si sarebbe risvegliata e avrebbe urlato richiamando l'attenzione dei vicini.
Sono stati loro a chiamare i carabinieri. La 69enne è stata trasferita d'urgenza all'ospedale di Lentini, dove si trova al momento ricoverata con prognosi riservata.
Pm: donna era depressa da tempo - "E' ancora presto per potere dire se la donna abbia tentato il suicidio, ma certamente era depressa da tempo e per questo non è un'ipotesi da escludere, ma neppure certa. Occorrerà del tempo per verificarlo". Così il Procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, sull'uccisione del 72enne.
Fonte TGCOM.IT
COMMENTO
30 coltellate sono l'esempio classico della violenza mostruosa indotta dagli antidepressivi SSRI-SNRI
Chi era Federico Leonelli, il killer dell'EUR
Minacciati e quindi costretti a sparare. Questa la risposta degli agenti di polizia che lo scorso 24 agosto hanno sparato ed ucciso Federico Leonelli, il killer dell'EUR che ha decapitato e ucciso a colpi di mannaia Oksana Martseniuk, colf di origini ucraine che lavorava nella villetta dove è stata trovata morta.
''Abbiamo sparato quando si è lanciato contro di noi, col coltello in pugno. Ci voleva un attimo a raggiungerci. [...] Aveva un coltellaccio in mano, i capelli lunghi, un paio di occhiali protettivi sul viso. Faceva paura, alto quasi due metri, robusto, lordo di sangue. [...] A due metri di distanza, con la paura di essere uccisi e l'adrenalina a mille non si mira: si spara al bersaglio grosso e basta. Per salvarsi o per salvare altre vite''. Questa la nota della Questura di Roma, in risposta allo sfogo di Laura, sorella di Federico Leonelli, che da domenica scorsa non si dà pace e chiede chiarezza sul perchè il fratello sia stato colpito al cuore. "Potevano sparargli altrove, i poliziotti avevano una pistola e lui un coltello".
Una donna sconvolta e incredula, che continua a descrivere suo fratello come "un ragazzo veramente d'oro ed un bravissimo zio", gli stessi agettivi usati anche dagli altri conoscenti e condomini: un bravissimo ragazzo, schivo e silenzioso, ma non pericoloso.
Depresso, sicuramente, almeno così lo descrivono le persone che lo conoscevano. Un disturbo che aveva dal 2012, da quando la sua compagna con la quale stava da 17 anni era morta in seguito ad una malattia. Un tragico evento che lo ha segnato profondamente, portandolo probabilmente ad utilizzare anche tranquillanti e psicofarmaci, così almeno raccontano i suoi vicini di casa.
Ma non tutti lo descrivono come un ragazzo tranquillo: altri intervistati in questi giorni hanno parlato di lui come di un uomo dall'indole violenta. Possedeva e maneggiava coltelli ed armi bianche e questo suo interesse era stato notato e segnalato dalla colf stessa ai padroni della villetta nella quale da qualche settimana era ospite l'uomo. "Quello gioca coi coltelli", aveva scritto Oksana in un sms al suo padrone, la sera prima di morire.
Quale sia stato il movente che ha spinto Federico a indossare la divisa da paramilitare, la maschera filtro e a imbracciare la mannaia contro la donna, ancora non si conosce. Esclusa al momento l'ipotesi dello stupro. Dai tabulati telefonici pare non ci sia stata neppure alcuna relazione tra i due, che porterebbe ad un movente di tipo sentimentale. Raptus omicida, o omicidio calcolato, o reazione spropositata dopo aver ricevuto la telefonata del suo amico Giovanni Cialella, preoccupato dagli aggiornamenti della sua colf. Un movente che con la morte dell'omicida non si saprà mai con certezza, lasciando l'amaro in bocca per questo ennesimo fatto di cronaca nera metropolitana.
COMMENTO
Antidepressivi SSRI/SNRI hanno sicuramente portato questo essere umano in uno stato psicotico.
Bimba uccisa ad Ancona: nel sangue del papà killer mix di sostanze stupefacenti
Nel sangue e nelle urine di Luca Giustini, il 34enne che domenica scorsa ha accoltellato a morte sua figlia di 18 mesi, i medici hanno riscontrato la presenza di sostanze stupefacenti
Ha agito sotto effetto di alcol e sostanze stupefacenti, Luca Giustini, il 34enne che domenica scorsa ha inferto due coltellate mortali a sua figlia di 18 mesi, nella sua abitazione di Collemarino, un quartiere a nord di Ancona. A rivelarlo i plurimi esami eseguiti dai medici, nel corso degli ultimi giorni, nel sangue e nelle urine dell’uomo.Luca Giustini omicidio figlia 18 mesi
Con ogni probabilità si tratta di cocaina e anabolizzanti, quelli utilizzati per gonfiare i muscoli in palestra, ed anche steroidi e psicofarmaci. Un cocktail micidiale che avrebbe alterato lo stato psicofisico dell’uomo, annebbiandogli completamente la mente e inducendolo a compiere l’efferato delitto. Giustini era da tempo depresso, lo provano gli strani comportamenti assunti negli ultimi mesi, resi ancora più inquietanti da messaggi deliranti appuntati in dieci fogli di quaderno: “precetto di nostro Signore”, “il disegno di Dio” e “la salvezza degli uomini e del mondo”.
Ora gli inquirenti cercheranno di capire quando Giustini abbia assunto quel mix di sostanze, visto che fino a poche ore prima del delitto aveva lavorato normalmente, prestando servizio sul treno che copriva la tratta Foligno-Ancona. Quel giorno, smontato dal servizio, aveva pranzato con la sua famiglia. Possibile che nessuno si sia accorto del suo stato di alterazione? O forse l’uomo ha assunto quelle sostanze solo dopo essere rimasto solo in casa con sua figlia? A questi ed altri interrogativi dovranno rispondere gli investigatori.
COMMENTO
La mia idea è che l'antidepressivo SSRI/SNRI abbia scatenato la miccia della violenza.
Tutti questi avvenimenti sono accaduti negli ultimi giorni solo in Italia (senza riportare tutti gli altri suicidi archiviati come fatalità).
Vi basta per rendervi conto di come gli psicofarmaci stanno distruggendo il mondo?
NOTA BENE:
Tre anni ininterrotti di impegno e sacrifici hanno portato questo blog a diventare un piccolo faro nella notte per quanto riguarda l'igienismo naturale e l'alimentazione vegana in relazione a tutto quello che concerne il mondo della salute mentale.
Siamo partiti da zero e in tutto questo tempo tante persone hanno finalmente capito come esista un'alternativa ad imbottirsi di sostanze chimiche non meglio identificate, che uccidono il corpo e addormentano l'anima.
Gli psicofarmaci sono e rimangono pillole assassine.
Il libro è finalmente pronto. "ASSASSINI IN PILLOLE: la psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".
Cosa leggerete? Leggerete tutto quello che nessuno psichiatra vi dirà mai.
Cosa sono veramente gli psicofarmaci, la facilità con cui vengono prescritti, il fallimento totale della psichiatria moderna.
E ancora...il lato oscuro degli psicofarmaci, che trasformano persone comuni in stupratori, assassini di se stesse e degli altri.
E ancora...le alternative "non violente", legate allo stile di vita e alimentare, per arrivare a risolvere un problema e non a mascherarlo.
E ancora...lo stretto legame tra ciò che mangiamo e come ci sentiamo, anche a livello mentale.
Tutto questo visto da un operatore di polizia, che da 20 anni osserva con i propri occhi lo sfacelo che la psichiatria moderna ha portato e tuttora porta nella vita delle persone.
Senza dimenticare la dismissione dai farmaci, per molte persone l'inferno sceso in terra, e la psichiatria negli anziani. C'è tanto, tanto da leggere.
Questo blog continuerà la sua opera pienamente gratuita di supporto a tutti quelli che ne avranno bisogno.
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Ringrazio tutte le persone che continuano a scrivermi e a starmi vicino.
Questo è solo l'inizio e vi prego di divulgare il più possibile.
Con l'aiuto di tutti so che arriveremo molto, molto lontano.
Grazie di cuore
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
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