FONTE IL SUSSIDIARIO.NET
CHI E' FAUSTO FILIPPONE CHE HA GETTATO LA FIGLIA DAL PONTE/ La sorella: "Sembrava intristito" Fausto Filippone, chi è l'uomo che domenica si è suicidato dopo aver gettato dal ponte sulla A14 la figlia della sua convivente. Morta anche la donna in modo misterioso. 21 MAGGIO 2018 - AGG. 21 MAGGIO 2018, 23.40 EMANUELA LONGO Fausto Filippone (Chi l'ha visto)Fausto Filippone (Chi l'ha visto)
Nonostante venisse descritto come un uomo particolarmente gentile e pacifico, e non ci siano al momento testimonianze riguardo liti in famiglia, per Fausto Filippone il periodo che ha preceduto il probabile duplice omicidio di moglie e figlia e il suo conseguente suicidio nascondeva dei turbamenti nascosti. Almeno così ha riferito la sorella dell'uomo: "Mio fratello era di un’educazione e una grazia incredibili. È vero che dalla morte di nostra madre Lilia, lo scorso 18 agosto, si era intristito, provava un senso di solitudine. Ma non c’erano problemi economici, nessuna crisi di coppia. Venerdì sera Fausto, Marina e Ludovica erano andati insieme nel paese di Caramanico a seguire un concorso canoro." Dunque un quadro compatibile con la "normalissima famiglia italiana" descritta dagli inquirenti che stanno seguendo il caso, ma la morte della madre potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella latente depressione di Fausto Filippone. (agg. di Fabio Belli)
IL GIALLO DEI NOMI SUL FOGLIETTO
Nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Questore di Chieti, Raffaele Palumbo, si è fatta oggi maggiore chiarezza sulla personalità e la figura privata di Fausto Filippone, il manager che ieri si è suicidato lanciandosi da un cavalcavia dell’A14 al termine di una giornata drammatica che l’ha visto lanciare nel vuoto anche la figlia di 10 anni della sua convivente. Se non sono emerse particolari problematiche dal punto di vista psichico che possano giustificare i suoi folli gesti, è anche vero che la Polizia sta continuando a indagare per capire cosa possa aver fatto scattare il raptus omicida e poi portarlo a buttarsi nonostante i tentativi di salvarlo. In particolare, gli inquirenti stanno scavando nella sua vita e concentrano anche l’attenzione su un foglietto che l’uomo avrebbe vergato di suo pugno e che, secondo i dirigenti della Squadra Mobile della città abruzzese, sarebbero stati annotati dei nomi sui quali vige uno stretto riserbo. Il suddetto foglietto era stato lanciato nel vuoto da Filippone prima di suicidarsi e potrebbe, se non chiarire i motivi del gesto, dare un indizio per delle indagini che al momento si trovano di fronte a un vero e proprio mistero. (agg. di R. G. Flore)
LA POLIZIA, "NON AVEVA PROBLEMI PSICHICI"
Mentre non si è ancora esaurita l’eco della tragedia andata in scena nella giornata di ieri e ci si interroga sulle cause che hanno portato a un esito per certi versi shockante nella sua dinamica, si continua a “scavare” nella vita di Fausto Filippone, il manager che si è buttato da un cavalcavia nei pressi di Francavilla al Mare dopo aver lanciato nel vuoto la figlia della convivente (la piccola Ludovica di 10 anni) e a seguito della caduta dal quarto piano di casa della stessa donna. A quanto pare, nonostante nel passato dell’uomo vi siano ancora particolari oscuri e una depressione legata non solo alla morte della madre ma pure al suicidio di un amico, pare che fa fonti della polizia Filippone non risultasse essere “affetto fa patologie in genere e in particolare da disturbi psichici”. Infatti, in base ai primi accertamenti, risulta ancora difficile capire quale sia stato il fattore scatenante della giornata di follia: e la stessa comunità di Spoltore, nei pressi di Chieti Scalo, non riesce a capacitarsi dato che, pur essendo un uomo silenzioso sul lavoro, riservato ma “anche molto impegnato”, il manager non sembrava avesse problemi particolari e quello che sta emergendo è un quadro di serenità familiare che mai avrebbe lasciato presagire un epilogo così drammatico. Lo stesso fratello della compagna Marina Angilli, Francesco, oggi ha tenuto a ribadire che quella formata dalla sorella e da Filippone era “una famiglia sana e di buoni principi”. (agg. di R. G. Flore)
SOTTO CHOC PER UN AMICO CHE SI TOLSE LA VITA
Ha chiesto ripetutamente se la moglie Marina Angrilli fosse ancora viva e nonostante i presenti gli avessero tenuto nascosto il suo decesso, non è bastato a convincere l'uomo a tornare sui suoi passi. All'indomani della terribile tragedia familiare che si è consumata a Francavilla al Mare, si cerca di fare luce sul profilo dell'uomo, stimato manager 49enne, che si è suicidato dopo aver - si presume - lanciato giù da un punte sulla A14 la figlia Ludovica, 10 anni. Nonostante una carriera florida come importante dirigente di una grande azienda di abbigliamento maschile lo avesse portato ad essere circondato dalla stima di colleghi ed amici, Filippone quasi certamente viveva un dramma interiore molto profondo. Oltre alla perdita della madre, avvenuta recentemente e che avrebbe potuto influire sulla sua decisione di farla finita, infatti, l'uomo era rimasto fortemente scosso da altri importanti lutti. Alcuni conoscenti non avevano comunque notato in lui alcun cambiamento, come spiega TgCom24, eppure solo un paio di mesi fa una ex compagna di liceo lo aveva contattato per comunicargli il suicidio di un amico comune. Il cognato di Fausto, il dottore Francesco Angrilli, ha spiegato che la sorella Marina era regolarmente sposata con rito civile con Fausto, mentre Ludovica era la figlia legittima della coppia. "Una famiglia normalissima, sana e di buoni principi", la descrive oggi, senza riuscire a superare lo sconforto per quanto accaduto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DEPRESSO PER LA MORTE DELLA MADRE
La tragedia di Francavilla al mare sta trovando grande spazio nelle ultime ore. Fausto Filippone, 49enne e noto manager di Brioni, si è gettato dal viadotto della A14 dopo aver buttato giù la figlia di dieci anni. Il tutto, dopo la morte della compagna Marina Angrilli, caduta misteriosamente dal secondo piano della loro abitazione in largo Roccaraso a Chieti Scalo. Stimato dirigente dell’azienda di abbigliamento, Fausto Filippone ha vissuto a lungo a Venezia, dove si è laureato a Ca’ Foscari in Economia aziendale. Anni vissuti a Marghera, in via Feltre, con un grande percorso professionale che lo ha fatto conoscere per la sua bravura e il suo spirito di iniziativa. L’ultimo periodo è stato molto difficile per l’uomo: pochi mesi fa Filippone ha perso la madre e stava attraversando un momento complicato. Non tanto però a lasciar presagire la tragedia vissuta ieri, con l’uomo che si è suicidato dopo aver posto fine alla vita della figlia. E bisogna ancora scoprire la vera causa del decesso della moglie… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CHI E' FAUSTO FILIPPONE
Fausto Filippone, dopo sette ore di intense trattative, si è gettato nel vuoto, lasciandosi così morire al termine di una domenica caratterizzata da una immane tragedia familiare. Questo è solo l'epilogo di una storia iniziata con la caduta della moglie Marina Angrilli, 52 anni, precipitata dal terzo piano di un palazzo a Chieti Scalo e deceduta all'ospedale SS. Annunziata a causa delle gravissime lesioni riportate. In contemporanea Fausto Filippone si è recato sul viadotto Alento di Francavilla al Mare, al chilometro 390 dell'autostrada A14 e dopo aver lanciato nel vuoto la figlia della convivente, Ludovica di appena 10 anni, si è suicidato. Ora l'uomo è pesantemente sospettato non solo dell'omicidio della bambina ma anche della sua compagna. Secondo quanto riferisce Askanews, Filippone aveva seguito l'ambulanza con a bordo la moglie fino al Pronto soccorso. Era stato lui stesso a spiegare la caduta della donna dal balcone dell'abitazione in piazza Roccaraso, a Chieti, quindi era poi allontanato dal nosocomio fornendo false generalità e portando con sé la bambina, con la quale si sarebbe poi recato sull'A14 dove entrambi avrebbero incontrato la morte. Per ore ha impedito che i soccorritori potessero avvicinarsi alla bambina, sebbene le speranze di trovarla ancora vive si andavano ad affievolire con il passare dei minuti. Prima del suicidio, avrebbe chiesto perdono a tutti.
FAUSTO FILIPPONE, LA NOTA DELLA BRIONI
Fausto Filippone sarà ricordato come l'uomo che gettò dal ponte la figlia della sua convivente dopo essere rimasto appeso alla rete di protezione esterna per oltre sette ore, prima di suicidarsi. Aveva 49 anni ed era un noto dirigente aziendale di Chieti. Lavorava alla Brioni spa di Penne ed era molto stimato nell'ambiente, dove si era affermato sempre di più tanto da aver ricevuto di recente anche una promozione. A confermarlo è ora anche la medesima ditta sotto choc in seguito all'accaduto. La stessa Brioni in una nota ha voluto commentare la tragedia contribuendo anche a delineare il profilo di Fausto Filippone. "Da anni impiegato nell'azienda, Filippone è stato protagonista di un percorso di crescita professionale continuo, conquistando la stima e l'affetto di dirigenti e collaboratori", si legge. L'uomo avrebbe svolto il suo lavoro "sempre con grande professionalità" e proprio questo aveva contribuito a determinare i "recenti positivi sviluppi di carriera". Insieme alla moglie, morta dopo la caduta misteriosa dal balcone, ed alla bambina, Filippone viveva a Pescara.
COMMENTO
In una vicenda tale, ogni mia parola dovrà essere calibrata e improntata, ancor di più, al MASSIMO rispetto.
Sì, MASSIMO rispetto, perché mentre noi eravamo al bar con gli amici, un uomo COME NOI era appeso alla ringhiera di un viadotto autostradale.
Nessuno potrà cancellare quanto accaduto ma è d'obbligo cercare di CAPIRE.
Ormai è comunemente associato il termine depressione ad omicidi, anche plurimi, che nulla avrebbero a che fare con uno stato di sofferenza personale.
Sta passando l'ennesimo ALLUCINANTE messaggio sociale, e cioè che chi è depresso possa arrivare a compiere gesti "degni" del peggior serial killer.
Non ho assolutamente alcun elemento CERTO per poter dire che l'autore di questo gesto fosse sotto l'influenza di psicofarmaci ma come si fa a NON pensare che POTESSE ESSERLO?
Un uomo "normale" con un lavoro "normale", nessun problema economico apparente che "combina" un tale disastro "solo" ed unicamente perché gli è morta la mamma e/o un amico?
Voi avete la benché minima idea della SPINTA MENTALE sotto cui un essere umano debba essere per compiere tutto questo? Qui si tratta di una serie di PENSIERI DI MORTE a cui non è stato possibile opporsi, che hanno preso il SOPRAVVENTO senza concedere neanche un momento di lucidità.
E tutto questo si può pensare come conseguenza di un lutto? Un lutto porta DOLORE, porta voglia di ISOLARSI, di stare un po' da soli per riprendersi. Qui si tratta di una FURIA OMICIDA portata avanti con una forza INNATURALE! Provate voi a stare aggrappati per così tanto tempo ad una ringhiera.
Un corto circuito mentale che avrà provocato un'ansia talmente ingestibile da poter essere placata solo UCCIDENDO e UCCIDENDOSI.
E in quali persone si vede una tale resistenza fisica: IN CHI E' SOTTO STUPEFACENTI!
Ribadendo di NON avere elementi per confermare o smentire che la persona fosse sotto l'effetto di psicofarmaci, mi è balzato un altro elemento all'occhio, e cioè che viene precisato che la figliastra potesse essere stata sedata. Sedare=tranquillanti. Avere tranquillanti significa USARLI. Usarli significa al 99% abbinarli a un ANTIDEPRESSIVO. Antidepressivo "moderno"= SSRI/SNRI, che sono le principali molecole colpevoli di trasformare le persone in ASSASSINI BRUTALI.
Cosa può essere successo?
L'ipotesi che mi viene in mente è che, come sempre, i problemi della vita siano stati affrontati attraverso la chimica e non attraverso le parole, l'AMORE e una PERFETTA ALIMENTAZIONE: tutte e tre sono alla base della nostra pace interiore. Non bisogna MAI dimenticare che quello che mettiamo in bocca ci da la forza o meno di affrontare le problematiche della vita. Non si SOCCOMBE per i problemi, si soccombe in relazione a COME si affrontano i problemi e alla forza mentale che si ha per farlo.
Chimica dicevo. Sì...
Una terapia antidepressiva, in un uomo oltretutto definito "pacato ed educatissimo" che ha scatenato proprio il suo lato opposto.
Ecco che è subentrata l'ACATISIA, e cioè uno stato di alterazione ingestibile che porta le persone a commettere atti lontani ANNI LUCE dalla loro personalità.
Domani tutti riprenderemo a farci i cazzi nostri. Io, nel mio piccolissimo, cercherò semplicemente di capire.
Infine, osservate i giornali di oggi: 11 milioni di italiani sotto antidepressivi.
Il diavolo non è rappresentato dalla bambina de "L'Esorcista" ma dallo scempio del cervello umano che è sotto gli occhi di tutti.
Pietro Eupremio Maria Bisanti