LETTERA
Buongiorno,
Questa sera, appena a casa, farò il bonifico per il libro e ti spedirò il mio indirizzo per la spedizione.
Siccome ritengo che il lavoro che stai facendo e' molto interessante e soprattutto molto costruttivo ci tengo a raccontarti la storia di mia madre che e' la persona della famiglia impantanata negli psicofarmaci.
Ritorniamo agli anni 2000/2001 io avevo circa 17, 18 anni e i ricordi ora sono un po' sbiaditi.
Successe a mia madre che ebbe una crisi di schizofrenia, e fu ricoverata in psichiatria.
Da quel momento cominciò a prendere psicofarmaci come LORAZEPAM e ZYPREXA e mensilmente va a fare la visita.
Dopo un periodo mi pare ebbe una ricaduta e ci furono diversi e spiacevoli accadimenti in casa.
Ricordo in maniera sbiadita che continuava a ritagliare facce dai giornali, era aggressiva (non so se e' corretto dire impossessata da qualcosa? ), scarabocchiava giornali, parlava di malocchio e diavolo, e il suo comportamento era proprio su un binario differente.
Una sera scappo' anche da casa e rimase per due settimane a ***** vivendo in macchina, invece un'altra volta non ritornò più a casa e fortunatamente la ritrovammo sui binari del treno.
A tuo parere queste caratteristiche a che tipo di malattia si riferiscono?
Dopo che cominciò a prendere i due tipi di psicofarmaci, si ridusse quasi a una mummia, e parliamo del 2010.
Nel frattempo si era manifestato DIABETE (arrivando a glicemia glicata 11 e cominciato a prendere insulina giornalmente) e forte aumento di peso e aumento di tutti i valori legati a colesterolo trigliceridi etc...una brutta situazione.
Nel 2011 cominciai ad addentrarmi nel mondo dell'alimentazione vegana e seguendo anche i principi igienisti.
Glieli trasmisi anche a lei ed in parte anche a mio padre e i risultati cominciarono a vedersi, maggiore reattività, maggiore voglia di vivere, maggiori emozioni etc.. etc..
Fino ad arrivare al 2014 , a gennaio quando decise di fare un periodo di 3 settimane mangiando prevalentemente crudo.
Dopo questo periodo di brusco cambio di direzione di alimentazione le uscì un enorme (e quando dico enorme e' dire poco ) sfogo di pus ( crisi eliminativa ) che gestì per 2 settimane fino quasi a non riuscire più a mangiare per via delle troppe tossine che aveva in corpo.
Arrivato al punto che si decise di andare in ospedale per farla operare e far uscire tutto.
Entrò il sabato in uno stato quasi di coma, fece tre operazioni non invasive dalle quali uscirono kili di pus, venne portata in terapia intensiva per 6 ore il giorno dopo cominciò subito a mangiare che stava benissimo.
Il sistema immunitario aveva fatto il suo dovere spazzando fuori le tossine e non intaccando minimamente gli organi vitali.
Dopo circa 2 mesi di ospedale per osservazione, qualche visita e pomate sulla ferita, ora dopo 6 mesi la ferita che era 25 cm x 13 cm di area senza pelle e che ci potevi infilare una mano e un foro di 8 cm che ci passava una mano si sono rimarginate correttamente senza nessun pericolo di infiammazione.
Da quel momento successe che :
- glicemia giornaliera che prima, dopo un pasto semplice arrivava a 300 ora a digiuno e' a 80 mentre dopo pranzo/cena arriva a 160 180 e dopo 4 ore riscende correttamente senza l'uso di farmaci.
- glicemia glicata scesa da 11 a 5.9 ( diabete 6.5 ), esami fatti a giugno
- tutti i valori di trigliceridi, colesterolo etc piu che dimezzati
- passata da circa 95 kg a 79 kg ed una grande energia
- il cervello piu sveglio che mai e una gran voglia di rinnovarsi e di vivere.
Ora veniamo al punto un po' più delicato della situazione, da quando e' tornata a casa a maggio dall'ospedale, a mia e mio padre insaputa, non ha preso più psicofarmaci in quanto ritiene che lei non ne abbia più bisogno.
Settimana scorsa mio padre lo ha scoperto che non prendeva più psicofarmaci vedendo che li nascondeva da qualche parte e mi ha informato sabato scorso.
Da discussione fatta sabato con mia madre mi ha detto che ha il cervello che funziona alla grande e che dopo la depurazione il carattere le sta cambiando necessitando qualche cosa in più anche da mio padre.
Come darle torto in quanto prima era una mummia e ora una donna con le sue necessità (mio padre un po' più elegante, uscire qualche volta al ristorante assieme, più vita innanzitutto, farsi la barba più frequentemente), però mio padre vede queste cose non come una evoluzione caratteriale dovuta al suo risveglio ma ad un possibile ritorno nella situazione di schizofrenia che possa ripresentarsi ancora dopo più di 10 anni.
Mi preoccupa un po' il fatto che durante una discussione fatta con mio padre, io non c'ero, mio padre mi ha riferito che ha tirato in ballo le cose accadute durante la crisi (tipo quando era andata via di casa).
Ed eventuali discussioni fatte in casa le vede come un incremento dell'aggressivita dovuta ad un regresso del suo stato psicologico e non ad avere a che fare con una persona viva e non una semi mummia come in passato.
Inoltre vedo che discute molto animatamente ma senza mai perdere il controllo, però noto che l'astio nei confronti delle persone che hanno accettato di farla rinchiudere in reparto psichiatrico e' un po' aumentato ora che si e' svegliata.
Lei vorrebbe che non venisse detto alla psichiatra quando vanno a fare la visita e che si arrabbierebbe molto se mio padre menzionasse questa situazione.
Dalla parte di mio padre, però ha paura che le crisi possano rappresentarsi ancora.
In questo periodo, ho notato anche ieri sera, che vi e' un po' di attrito con mio padre in quanto lui e' molto filo-medico, filo-religioso (del tipo che durante le crisi 10 anni fa la portò da un esorcista della prov di *****) e ha una paura che i problemi possano ripresentarsi, mi sembra di capire che quasi la voglia tenere in stato di mummia in quanto ha paura dei possibili cambiamenti che possa avere (e stato veramente un brutto periodo)
Adesso, rispetto 10 anni fa, a livello fisico e' nettamente migliorata, 25 kg in meno, una base del fisico con meno scorie e una dieta che non inserisce più grassi vegetali idrogenati o altre porcate del genere, niente zuccheri raffinati, pochissimi alimenti di origine animale e tanta tanta verdura e frutta e soprattutto quasi un regolare transito intestinale giornaliero e in ottimo stato.
Sulla base del suo attuale fisico, mi aspetto che non si possano verificare nuove crisi di depressione o possibili ricadute di schizofrenia ma l'argomento che mi preme piu capire e' quali possono essere eventuali crisi di astinenza dopo 10 anni di psicofarmaci.
Soprattutto, sarei interessato anche a capire quale possa essere la strada corretta da proseguire per uscire dagli psicofarmaci senza rischiare di ricadere (anche se ora il fisico di base e' nettamente migliorato).
Inoltre sapere se esistono psichiatri che possano seguire mia madre durante lo scalaggio dei psicofarmaci e come comportarsi con psichiatri che ogni tot mesi la visitano.
Generalmente queste crisi di astinenza come si manifestano?
Quando togli gli psicofarmaci tutti di un colpo, l'unico rischio che possa accadere sono le crisi di astinenza ( che a tuttora sembrerebbe non essere accaduto ancora nulla dopo 3 mesi ) oppure altri possibili problematiche possono riscontrarsi a livello fisico? Visto che con la depurazione che ha fatto quando ha buttato fuori kili di puss secondo me molto materiale acido degli psicofarmaci lo ha rimosso dal corpo.
Una cosa che mi preme e' di tentare di far parlare in maniera costruttiva mio padre e mia madre, e capire la strada da seguire perché attualmente stanno su due livelli differenti.
Devono proseguire tutti e due con lo stesso scopo e soprattutto essere vicini per aiutarsi durante eventuali crisi di astinenza ed essere a conoscenza delle problematiche che potrebbero accadere e non cadere nella paura che qualche cosa di grave possa accadere perché secondo me più grave di buttarsi in bocca psicofarmaci non ce ne è.
Spero di non essermi allungato troppo nel mio monologo.
Ti chiedo cortesemente se saresti disponibile ad un incontro anche con i miei genitori e discutere / punti di vista su quali possibili strade intraprendere, quali alternative seguire, nominativi di medici che possano realmente aiutare mia madre ad uscire incolume dall'uso di psicofarmaci.
Questo e' un poì il suo stato, sinceramente non so cosa pensare.
Ti chiedo cortesmente qualche consiglio da poter prendere in considerazione per evitare danni sia in famiglia, che possibili riscontri futuri.
Ringrazio in anticipo del tuo aiuto.
Stasera provvedero a farti il bonifico e spedirti la notifica cosi puoi spedirmi il libro.
Grazie
Saluti
M.
RISPOSTA
Buongiorno M.,
grazie anzitutto per aver voluto condividere la tua esperienza nel campo della psichiatria/psicofarmaci.
Che dire?
Ne ho viste nella mia vita di crisi eliminative potenti (anche su me stesso, come leggerai nel libro), ma questa veramente le batte tutte: il corpo è magnifico quando lo si lascia lavorare.
Veniamo a noi.
Come dico sempre, non sono un dottore, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Cosa è successo, a mio parere, a tua mamma?
Non ho molti elementi su cui ragionare, ma è probabile che il suo corpo fisico si sia piano piano intossicato, fino a coinvolgere le capacità mentali: ricordo infatti fino alla nausea quanto intestino ed emozioni siano intimamente collegati.
È entrata quindi in psicosi, e i dottori dell'epoca (e come farebbero gli "scienziati" di oggi) non hanno fatto altro che somministrarle delle bombe chimiche che l'hanno distrutta all'interno, sopprimendo meramente i sintomi senza averne sradicato le cause.
Il diabete è senz'ombra di dubbio diretta conseguenza dell'uso dello Zyprexa, che, è ormai arcinoto, ha effetti altamente nefasti sul metabolismo degli zuccheri (gigantesco è infatti l'aumento di peso che si ha sotto questo demoniaco farmaco).
Tua mamma è stata comunque eccezionale, ed eccezionale è stato il suo corpo, che ha posto in essere una crisi eliminativa pazzesca nonostante il concomitante uso di farmaci: un grande messaggio di speranza per chiunque sia incatenato alla moderna psichiatria, e non solo.
Tu mi fai delle domande precise, e preciso voglio essere nel risponderti.
Dieci e più anni di antipsicotici non si spazzano via così facilmente.
Ora tua mamma ha una "parvenza" di equilibrio (e il suo "risveglio" è assolutamente meraviglioso e positivo), ma non è stato saggio eliminare i farmaci così di botto.
Temo infatti che, nel giro dei prossimi mesi (anche nei prossimi due anni) possano arrivare crisi potenti.
Cosa fare quindi adesso?
Inutile rimetterla sotto farmaci per poi scalare (avendo ella stessa deciso consapevolmente di eliminarli di colpo); procedura, questa, che non farebbe altro che mandare ancor più in confusione il suo sistema immunitario.
Rafforziamo quindi moltissimo il suo corpo affinché le crisi che si presenteranno siano più sopportabili.
Via le proteine animali del tutto.
Via assolutamente, dico assolutamente del tutto, il glutine e tutte le sue probabili contaminazioni, oltre che latte e latticini.
Uso limitatissimo di legumi e cereali senza glutine.
Via zuccheri raffinati, caffè e cibi commerciali.
Non esagerare con il crudismo, per non scatenare una crisi eliminativa troppo forte.
Mi piacerebbe sapere, infine, la situazione della bocca di tua madre (eventuali denti devitalizzati, amalgame al mercurio etc...).
Bisogna quindi andare avanti con cautela, navigando a vista, pronti a contenere con intelligenza qualunque crisi (grande o piccola) possa arrivare, evitando come la peste di tornare in ospedale, ove verrebbe rimessa sotto farmaci da una psichiatria che nulla ha capito e capisce di come funziona il corpo umano.
Sono pronto a venire da voi per parlarvi di persona.
Ora, avanti così.
Pietro Bisanti
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