LETTERA
Caro Pietro, scusa se mi prendo questa confidenza dandoti del tu, un po’ come la confidenza che si crea fra persone che hanno compiuto lo stesso difficile percorso, anche se ciascuno per conto proprio. A 50 anni nel 2000 ho avuto un infarto bello tosto (anche se fortunatamente senza gravi lesioni, grazie alla prontezza dell’intervento presso il locale pronto soccorso), che mi ha cambiato la vita: da allora son diventato prima vegetariano, poi nel 2004 vegano (e a quel punto ho eliminato ogni farmaco), nel 2007 ho scoperto l’igienismo (e nel 2009 Valdo Vaccaro), nel 2012 ho eliminato ogni cereale diventando crudista al 90% (come te adesso, con frutta e verdura sia cruda che cotta), da tre mesi sono crudista al 100%.
A titolo di curiosità, ti dirò che la mia detox (crisi eliminative) è stata piuttosto severa, dato lo stato gravemente degenerato in cui son ero ridotto nel 2000: dopo l’eliminazione dei cereali, quindi dopo il 2012 (dopo anni di igienismo alla Valdo) mi ci è voluto ancora un anno per rimettere in ordine appena decente il mio intestino. E perfino in questi ultimi mesi di crudismo integrale non son fatto mancare le mie belle crisi: almeno tre raffreddori, brevi (max 1 giorno) e intensi (moltissime scariche di starnuti), oltre a uno sfogo cutaneo sotto l’occhio che mi sfigura il volto ancora oggi dopo quasi due mesi.
Dunque, come vedi, un percorso alimentare molto simile al tuo, tra l’altro anche sulla questione del 10% di grassi concordo pienamente con te (io anzi ho totalmente eliminato sia olio che avocado e semi/noci, salvo un loro uso puramente sporadico). Non so se riuscirò a tener duro con questo regime anche il prossimo inverno, ma non me ne farò certo un problema se tornerò a concedere qualcosa alla verdura cotta, sono ben altri i problemi che un po’ di verdura cotta.
E non è certo questa la ragione per cui ti scrivo, il problema infatti è mia moglie, depressa bipolare praticamente da sempre, da prima che la conoscessi (all’università), anche se le manifestazioni son diventate evidenti e acute poco dopo i trent’anni (già sposati), poi proseguite e aggravatesi sempre di più fino a circa 40 anni, quando è entrata in cura farmacologica con psicofarmaci (sotto il famoso dr. Cassano di Pisa, e poi del suo allievo dr. Savino di Milano).
In tutta franchezza devo dirti che per mia moglie, e pure per me e insomma per la famiglia (non abbiamo figli, grazie a Dio), la cura farmacologica è stata una liberazione: le crisi di mia moglie si erano ormai fatte troppo gravi e pericolose perché la situazione potesse continuare così. La mattina poteva sembrare tranquilla e serena (sto parlando del periodo precedente i farmaci), ma il pomeriggio e la sera piombava nella depressione più nera, molto aggressiva nei miei confronti (al punto che dovetti pure andarmene di casa per qualche mese), e anche nei confronti di se stessa (con qualche tentativo di suicidio anche se non troppo violento), con perdita totale della nozione di sé (perdita della memoria di ciò che aveva fatto il giorno prima), oppure magari si barricava in camera sua per giorni senza far assolutamente nulla.
Senza contare i lunghi periodi di assenza dal lavoro. Insomma una situazione decisamente grave, tanto che si era anche pensato ad un (lungo) ricovero in qualche clinica psichiatrica, senza fortunatamente trovare un posto libero. Infine abbiamo conosciuto il dr. Cassano (mia moglie era già stata in psicoterapia con altri psichiatri, senza tuttavia trarne il minimo beneficio), che ha fatto il “miracolo”, nel senso che mia moglie ha finalmente trovato un certo equilibrio. Con alcune controindicazioni, peraltro non secondarie, ma in definitiva accettabili se paragonate alla situazione precedente, ormai divenuta ingestibile.
Emicranie spaventose, mai provate prima, che la costringevano ad altri pesanti rimedi farmacologici (ricordo in particolare le supposte di difmetre, ma ha provato veramente di tutto), che duravano giorni e giorni (ora da qualche anno queste crisi non ci sono più, l’organismo, intossicato com’è, ha smesso di ribellarsi alzando la sua soglia di tolleranza alle tossine). Ritmi di sonno/veglia completamente sballati. Basso tenore di energia. Per non parlare della sfera sessuale...
Ma insomma tutto questo veniva accettato in famiglia, quindi anche da me, come il male minore, come un destino infausto che ci era capitato ma al quale non ci si poteva ribellare. E ti dirò che io me n’ero fatta una ragione, anch’io dovevo fare la mia parte e starmene buono, perché non era colpa di nessuno né di mia moglie che era piuttosto la vittima di tutto questo, ma solo colpa del destino cinico e crudele.
Inutile che ti dica che il mio punto di vista è completamente mutato dopo che ho scoperto l’igienismo, e soprattutto dopo l’ultima mia fase crudista (dopo il 2012) quando ho visto il mio organismo rigenerarsi e rifiorire ancora di più. Sono convinto che i miei non piccoli problemi residui (intestinali) fossero dovuti ai cereali, eliminando i quali infatti tutto si è pian piano sistemato.
E sono quasi convinto che tutti i problemi (di disequilibrio psichico) di mia moglie risalgano ai cereali, ai dolci (specie quelli cremosi e cioccolatosi, come le torte varie), alle bibite, ai gelati di cui mia moglie è sempre stata ghiottissima fin da bambina, senza alcuna interruzione fino al febbraio scorso (a 65 anni, io ne ho 64), in cui ha avuto una T.I.A. (attacco ischemico transitorio, insomma un ictus, fortunatamente risoltosi nel giro di 48 ore senza lasciare strascichi di qualche rilievo).
Dopo febbraio molte cose sono migliorate sul piano alimentare, purtroppo sono rimasti i cereali, un po’ olio di troppo, qualche sigaretta, qualche bibita (gazzosa), son rimaste le sue cattive abitudini di vita (insonnia fino alle 4 di mattina, sveglia solo dopo le 10-11), le sue fissazioni e fobie. E naturalmente continua la sua terapia con gli psicofarmaci (litio, zoloft, depakin, ecc ecc).
Quello che intendo dire è che tutto sia dipeso dal suo errato stile di vita (alimentare in particolare) di sempre, non dal destino cinico e baro. Quindi quello che io ho cercato di fare in questi ultimi anni è stato di convincerla a cambiare stile di vita, portando me stesso ad esempio. Purtroppo con scarsissimo seguito, almeno fino a febbraio scorso; con qualche risultato in più dopo di allora, ma ancora insufficiente per quelle che sono le sue vere e reali esigenze.
Mi sono fatto un’idea abbastanza precisa sul percorso che dovrebbe seguire mia moglie per uscire dalla sua situazione (ammesso che sia ancora possibile, dopo decenni di incancrenimento) e mettersi in sicurezza. Io non credo che possa smettere con i suoi farmaci prima di aver cambiato stile di vita (alimentare). E’ vero che ha praticamente eliminato la caseina, ma il glutine (e i cereali in generale) non ancora. Se mia moglie elimina (sia pure gradualmente) i farmaci e mi tiene però i cereali, il mio timore è che ritornino le vecchie crisi depressive (molto gravi e ingestibili), in quanto non è stata eliminata la causa principale (il glutine).
Dunque prima bisogna eliminare le cause, insomma adottare una sana alimentazione vegan crudista (al 90%, ammessa solo la verdura cotta e forse qualche cereale senza glutine); solo dopo si potrà pensare a un piano di scalaggio degli psicofarmaci. Dopo di che, ripeto, nutro comunque grossi dubbi che mia moglie si decida ad ascoltarmi, prima che sia troppo tardi. Su questo mio piano d’intervento (ripeto solo ipotetico visto che mia moglie è recalcitrante) ti chiedo gentilmente il tuo parere.
Ed ora veniamo a te. Come ti ho già detto, mi sento in grande assonanza con te, col tuo percorso, col tuo crudismo al 90% (senza i cereali), col basso regime di grassi, cose per me importantissime, alle quali sono arrivato solo da un paio d’anni (quant’è difficile dismettere certe vecchie radicate abitudini, quella dei cereali e dell’olio si sono rivelate le più difficili da smantellare). Quindi lascia che mi complimenti con te, che a 38 anni hai già capito tutto da un pezzo, dunque sei molto più sveglio di me.
E poi c’è questa tua sensibilità davvero speciale per il mondo della psichiatria, grazie in particolare all’esperienza che ti sei fatto con la tua professione. Una cosa piuttosto insolita, almeno credo, per un esponente dell’Arma, che infatti in genere si limita a gestire e curare le implicazioni che attengono alla sicurezza e all’incolumità materiale dei soggetti coinvolti.
Tu invece ti sei sentito in dovere di fare qualcosa anzi molto di più, anche a costo di lasciarti coinvolgere anche emotivamente, e questo torna a tuo onore. Dio te ne renda merito, e anch’io personalmente. Credo naturalmente di aver capito qual è stata la spinta che ti ha messo su questa strada, e cioè il fatto di credere di poter dire qualcosa di veramente utile, in molti casi, per la soluzione di molti dei problemi di ordine psichiatrico che ti trovi professionalmente ad affrontare: mi riferisco all’importanza dello stile di vita, al concetti di auto guarigione del corpo (noi ne sappiamo qualcosa dopo le nostre esperienze di detox) e alle conseguenze nefaste dei farmaci.
Certo poi fra il dire e il fare ci sta il mare, e tu hai avuto il coraggio di affrontarlo, mettendo la tua imbarcazione a disposizione di chi ne abbia eventualmente bisogno (e pare che siano veramente molti). Quindi di nuovo complimenti per il tuo lavoro, per il tuo bel libro, per la tua disinteressata disponibilità a metterti a (preziosissimo) servizio del prossimo.
Se vorrai darmi il tuo consiglio, te ne sarò grato, dopo di che vediamo come reagisce mia moglie.
Un caloroso saluto, F.
RISPOSTA
Caro F.
mentre ieri stavo prendendo parte a una noiosa tombolata di paese, mentre osservavo la percentuale di bambini obesi o in sovrappeso ingozzarsi di patatine e zucchero filato, ecco che sul telefono mi arriva la tua mail.
Che dire?
Una testimonianza a dir poco stratosferica, che mi ripaga ampiamente delle ore passate chino sul mio Mac dopo aver lavorato tutto il giorno come carabiniere.
Tutto quello che hai scritto dovrebbe essere appeso fuori dai reparti psichiatrici di tutto il mondo.
Veniamo a noi ora.
Non credo ai "miracoli" o ai "luminari": gli psichiatri sono e rimangono dispensatori di pillole.
Quanto è accaduto a tua moglie, come tu ben sai, è stato semplicemente quello di sopprimere la sintomatologia senza sradicarne le cause.
E, sicuramente, avrete avuto finalmente un po' di "pace", ma a che prezzo?
Zero vita sessuale, zero capacità di emozionarsi e gioire in maniera sana e sincera; un corpo in balia del farmaco, e non sappiamo che danni abbiano fatto e stiano facendo fisicamente tutte queste demoniache molecole.
Dalla tua, caro F., hai ormai una cultura e un'apertura mentale che può veramente fare la differenza, riportando tua moglie a una vita vera, che venga vissuta fino in fondo.
Siete ancora giovani, anche se la situazione, non posso negarlo è difficile, e anche molto.
Devo per tutti ripetere che non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo farmaci né faccio diagnosi, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità auutoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Quale sarebbe il piano d'attacco?
Nemico numero uno: il glutine. Tu hai scritto quello che io grido a gran voce da anni, e cioè che ciò che mangiamo è quasi sempre il primo, se non l'unico responsabile dell'epidemia di disturbi psichiatrici.
Va eliminato senza remore, evitando anche qualunque tipo di microscopica contaminazione (evitare, quindi, anche gli stessi prodotti senza glutine commerciali).
Via le sigarette, che hanno una grandissima influenza negativa sul sistema nervoso.
Anche per la caseina, seppur meno "invalidante" del glutine, deve esserci un'eliminazione totale.
Tu F., dici che vorresti prima eliminare le cause e poi intraprendere uno scalaggio...
Non sono d'accordo.
Come abbiamo detto, glutine e caseina devono sparire subito.
Per il resto, lasciale (pochi) cereali senza glutine, e avvicinala a un'alimentazione vegana.
Tutto questo deve essere fatto gradatamente, cominciando al contempo lo scalaggio, che può e deve essere fatto contemporaneamente al già citato graduale cambiamento dello stile di vita.
Via un farmaco per volta, lasciando per ultimo lo stabilizzatore dell'umore (anche se vedo che ne prende due, Depakin e litio).
Scalaggio massimo al 5% su base mensile, quindi con tutti questi farmaci presi per tutto questo tempo, possiamo anche "concederci" un periodo fino a 4 anni anche e soprattutto per evitare detox mostruose.
Questo per tentare di dare a tua moglie la possibilità di vivere finalmente una vita vera.
Sono pronto, se lo vorrai, a raggiungervi e parlarle di persona.
Mai mollare.
NOTA BENE:
Tre anni ininterrotti di impegno e sacrifici hanno portato questo blog a diventare un piccolo faro nella notte per quanto riguarda l'igienismo naturale e l'alimentazione vegana in relazione a tutto quello che concerne il mondo della salute mentale.
Siamo partiti da zero e in tutto questo tempo tante persone hanno finalmente capito come esista un'alternativa ad imbottirsi di sostanze chimiche non meglio identificate, che uccidono il corpo e addormentano l'anima.
Gli psicofarmaci sono e rimangono pillole assassine.
Il libro è finalmente pronto. "ASSASSINI IN PILLOLE: la psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".
Cosa leggerete? Leggerete tutto quello che nessuno psichiatra vi dirà mai.
Cosa sono veramente gli psicofarmaci, la facilità con cui vengono prescritti, il fallimento totale della psichiatria moderna.
E ancora...il lato oscuro degli psicofarmaci, che trasformano persone comuni in stupratori, assassini di se stesse e degli altri.
E ancora...le alternative "non violente", legate allo stile di vita e alimentare, per arrivare a risolvere un problema e non a mascherarlo.
E ancora...lo stretto legame tra ciò che mangiamo e come ci sentiamo, anche a livello mentale.
Tutto questo visto da un operatore di polizia, che da 20 anni osserva con i propri occhi lo sfacelo che la psichiatria moderna ha portato e tuttora porta nella vita delle persone.
Senza dimenticare la dismissione dai farmaci, per molte persone l'inferno sceso in terra, e la psichiatria negli anziani. C'è tanto, tanto da leggere.
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si Francesco, Forza e Coraggio...
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