Carissimo Pietro, ho letto qualcosa sui tuoi consigli per chi è 'costretto' dagli psicofarmaci ad una vita del cazzo. Mio figlio è uno di questi. Ha 27 anni ed è da 8 anni che per un ridicolo attacco di panico, dovuto ad assunzione di droghe, è entrato nel tunnel degli psicofarmaci... in questo momento assume 6mg di Risperdal e noi vorremmo scalarglielo per dismetterlo definitivamente ma da soli crediamo di non farcela e vorremmo farlo accompagnare da qualche 'gruppo' o comunità finalizzata anche alla riabilitazione... sino a quattro anni fa frequentava il terzo anno di Medicina a Pavia... adesso si accontenta di caffè e sigarette... in sostanza una vita di merda che lui affronta anche con leggerezza, ma noi non ne possiamo più... accettiamo consigli!!!
A.V. da Palermo
RISPOSTA
Ciao Angelo,
e grazie per aver deciso di condividere la tua storia.
La mia solita premessa è che non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo nulla, non faccio diagnosi e ben me ne guardo dal farlo, dato che credo fermamente nel potere autoguaritore del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Partiamo da un concetto base: qualunque sostanza capace di alterare il sistema nervoso è da bocciare, senza se e senza ma, a cominciare dalla più "innocua" cannetta, che tanto innocua non è, considerato anche che il suo principio attivo, il THC, è ora chimicamente potenziato per essere veramente forte (quindi nulla a che vedere con la marijuana del "figli dei fiori"), fino ad arrivare all'altrettanto "innocente" caffè (ma solo alla parvenza), bisogna mettersi nella testa che ogni fisico reagisce in maniera diversa ai nostri comportamenti scellerati.
Questo significa che un ragazzo fa un tiro di canna e poi va a mangiarsi mezzo McDonald's, mentre un altro fa un tiro di canna e va in psicosi o in attacco di panico.
E questo significa quindi servire alla psichiatria moderna la propria vittima sacrificale su di un piatto di argento scintillante.
Un vero psichiatra, davanti a una persona che manifesta disturbi del comportamento direttamente riconducibili all'uso di droghe dovrebbe fare una sola cosa: aspettare che l'effetto sia passato, arrivando a contenere l'interessato, con rispetto e dignità, solo ed esclusivamente se la situazione dovesse sfuggire di mano.
Invece ecco che lo psichiatra traghetta il malcapitato di turno dalle droghe illegali a quelle legali, ben sapendo del doppio lucchetto che si verrà a creare, considerato anche il fatto che chi viene imbottito di psicofarmaci difficilmente smette anche l'ulteriore malsana abitudine di farsi le canne o tirare di coca.
Da operatore di polizia con esperienza ormai ventennale in mezzo alla strada, posso dire che nelle maggior parte delle volte gli assuntori di cannabis risultavano più lucidi e orientati di quelli sotto gli antipsicotici come il Risperdal, trasformati in grassocci tonti e zombizzati che vogliono solo fumare, bere caffè e mangiare chili di pasta, pane e pizza, ingrassando anche dieci-20-30 o addirittura 40 kg.
Non ho alcuna fiducia nella psichiatria moderna, e più coadiuvo ASO e TSO e più mi rendo conto quanto sia una pseudoscienza fallimentare.
Rispedirei tutti gli psichiatri all'università, a imparare cosa significhi il rispetto per un essere umano, soprattutto quando viene innanzi a noi in uno stato di debolezza, prostrazione e bisognevole di aiuto e amore, e non di siringoni intramuscolo.
E nessuno di questi psichiatri racconta alle famiglie e agli interessati quanto sarà demoniacamente dolorosa la dismissione da questi stessi farmaci che vengono da loro somministrati con tanta leggerezza.
Il mondo è vissuto da sempre senza psicofarmaci, e potrebbe viverne senza.
Basterebbe infatti andare alla causa del problema e non stroncare il sintomo.
Se arrivo con un attacco di panico indotto da una canna, è inutile sovraccaricare il corpo di un ulteriore sostanza chimica se questo non sia assolutamente necessario.
Molto meglio fare come si fa con le sbornie: si aspetta che il corpo della persona faccia il suo lavoro, buttando fuori i veleni e ristabilendo esso stesso il suo equilibrio.
Invece no.
Ormai il giuramento di Ippocrate è stato buttato alle ortiche, e l'essere umano non vale più nulla.
I miei consigli:
-eliminare ogni tipo di droga, caffè, sigarette e tutto quello che può alterare il nostro sistema nervoso;
-come scrivo nel mio blog da sempre: la nutrizione ha un ruolo fondamentale, e quindi verso quella strada bisogna sempre e comunque dirigersi;
-informarsi sui propri diritti: non firmare nulla se non si è ben capito quello che si sta facendo, e in caso si sospettino abusi, chiedere immediatamente la presenza di personale delle forze dell'ordine e del proprio legale;
Attenzione alle comunità terapeutiche, che sono quasi sempre luoghi di somministrazione controllata di farmaci, dove giovani uomini e donne come noi sono costretti a ciondolare tutto il giorno inebetiti tra un sigaretta e un caffè, capaci solo di tagliare l'erba di un prato o cucinare un piatto di pasta.
Se amate i vostri figli, e fino a quando non ci saranno strutture in grado di riportare dolcemente alla vita persone rovinate dagli psicofarmaci, fate tutto il possibile per farli stare con voi, e provvedete allo scalaggio dei farmaci accompagnati da uno specialista che capisca e vi segua, senza spaventarvi delle crisi da dismissione, che possono essere molto forti.
Non abbandonate mai neanche per un secondo un vostro familiare o amico che stia scalando i farmaci, essendo gli effetti a volte imprevedibili, con l'insorgenza di crisi di violenza verso se stessi e gli altri a volte incontrollabili.
Attenzione anche all'estrema calma e finto benessere che il vostro congiunto può mostrare: alcune volte è l'anticamera del suicidio, come ben spiegato nel blog.
Alimentazione corretta e amore: nessuna pillola potrà mai sostituire il binomio cibo pulito-pensieri puliti.
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RispondiEliminaLa figlia (unica) di due amici ha avuto degli attacchi di panico. Subito curati con pasticchina a cui la ragazza si è abituata tanto da non poterne fare più a meno....Non so come i genitori non si preoccupino di questo!!
RispondiEliminaMia figlia ebbe degli attacchi di panico e si verificavano prima che andasse a lavorare nel ristorante dove faceva uno stage. Le chiedemmo subito se fosse successo qualcosa dove lavorava, visto che quando non ci andava era tranquillissima. L'abbiamo aiutata con i Fiori di Bach...poi fortunatamente un cuoco che era la causa del malessere andò via dal ristorante e si portò via anche gli attacchi di panico della sventurata figlia mia a cui rimproverava di essere alle prime armi. Mi chiedo se le avessimo dato degli psicofarmaci mia figlia si sarebbe assuefatta a prenderli.