Dopo 2 mesi di cura con samir, liposom, entact. Oggi il mio neurologo mi ha prescritto zoloft. Quanto dovro' attendere x stare benino?
Grazie/alessandra 57 anni
RISPOSTA
Buongiorno sig.ra Alessandra,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
Mi scusi se potrò sembrarle duro, ma ogni cosa che dico, la dico a fin di bene.
Perché anzitutto, chiede a me queste informazioni, invece di interloquire direttamente con il suo psichiatra?
Già questo mi fa capire che qualcosa non va...
Inoltre, dopo due mesi di "cura" con ben tre psicofarmaci di differenti categorie, ecco che le viene propinato l'ennesimo... a seguito della cui assunzione, lei si aspetta di "stare benino".
No, no, e ancora no.
Lei, sig.ra Alessandra, non ha capito nulla di cosa siano gli psicofarmaci, di come funzioni il corpo umano, e di quanto mente e fisico siano intimamente connessi.
E' in cerca di un equilibrio effimero, destinato a crollare nel tempo? Assuma pure gli psicofarmaci prescritti, tenendo bene a mente che queste molecole sono e rimangono sostanze di totale sintesi chimica che vanno a giocare con i delicati equilibri cerebrali, ancora quasi totalmente sconosciuti.
E magari, nel suo caso, potrebbero anche "funzionare".
In pratica, dopo circa due settimane di Zoloft, le comparirebbe in faccia quello che io definisco il "sorriso da lobotomizzato". Lei sarebbe niente di più, niente di meno che una tossicodipendente legalizzata, le cui emozioni rimangono conseguenza di una sostanza chimica.
Vuole questo? Se sì, sappia che l'idillio potrebbe durare meno di quello che pensa, e che gli altri effetti del farmaco non saranno poi così piacevoli.
Inoltre, se e quando proverà a dismetterlo, si accorgerà di cosa significhi passare attraverso un girone infernale.
Ora, cerchiamo invece di ragionare.
La sintomatologia che l'ha portata a chiedere l'aiuto di uno psichiatra è e rimane un sintomo, una spia rossa, un segnale ben preciso che il nostro corpo ci sta mandando.
Il nostro compito è inquadrarlo, capirlo ed eradicarlo alla radice, intervenendo in primis sullo stile di vita, soprattutto alimentare, rimuovendo quindi le possibili cause psicologiche/fisiche/organiche.
Rimanga lucida, legga il blog in lungo e in largo
Io ci sono
Pietro Bisanti
Veniamo a noi.
Mi scusi se potrò sembrarle duro, ma ogni cosa che dico, la dico a fin di bene.
Perché anzitutto, chiede a me queste informazioni, invece di interloquire direttamente con il suo psichiatra?
Già questo mi fa capire che qualcosa non va...
Inoltre, dopo due mesi di "cura" con ben tre psicofarmaci di differenti categorie, ecco che le viene propinato l'ennesimo... a seguito della cui assunzione, lei si aspetta di "stare benino".
No, no, e ancora no.
Lei, sig.ra Alessandra, non ha capito nulla di cosa siano gli psicofarmaci, di come funzioni il corpo umano, e di quanto mente e fisico siano intimamente connessi.
E' in cerca di un equilibrio effimero, destinato a crollare nel tempo? Assuma pure gli psicofarmaci prescritti, tenendo bene a mente che queste molecole sono e rimangono sostanze di totale sintesi chimica che vanno a giocare con i delicati equilibri cerebrali, ancora quasi totalmente sconosciuti.
E magari, nel suo caso, potrebbero anche "funzionare".
In pratica, dopo circa due settimane di Zoloft, le comparirebbe in faccia quello che io definisco il "sorriso da lobotomizzato". Lei sarebbe niente di più, niente di meno che una tossicodipendente legalizzata, le cui emozioni rimangono conseguenza di una sostanza chimica.
Vuole questo? Se sì, sappia che l'idillio potrebbe durare meno di quello che pensa, e che gli altri effetti del farmaco non saranno poi così piacevoli.
Inoltre, se e quando proverà a dismetterlo, si accorgerà di cosa significhi passare attraverso un girone infernale.
Ora, cerchiamo invece di ragionare.
La sintomatologia che l'ha portata a chiedere l'aiuto di uno psichiatra è e rimane un sintomo, una spia rossa, un segnale ben preciso che il nostro corpo ci sta mandando.
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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