LETTERA
Salve,
gentile signor Bisanti, ho scoperto da poco il suo blog.
Ieri sera sul tardi per un caso fortuito, ho scoperto un suo video intitolato "Come sganciarsi dal centro di salute mentale", sono stato ricoverato a soli 30 anni in un reparto psichiatrico fuori dalla mia città.
Mi hanno dato Alprazolam 10 mg la mattina e Xanax 0,50 mg la sera, ora premessa fatta che io non amo la Psichiatria e che non ho voluto assumere volontariamente l'Alprazolam a causa degli effetti negativi che questo comportava al mio organismo.
Quando ne sono uscito, dopo circa un mese, sono stato affidato da un parente a me vicino al centro di salute mentale della mia città, io vorrei un po' sganciarmi, all'inizio andavo alle visite di controllo perché avevo timore di ritorsioni da parte dello psichiatra, adesso ci vado ancora e vorrei sapere se potesse fornirmi una consulenza legale in merito, perché non conosco tutti i miei diritti.
Ho avuto una vita complicata, di certo non posso dire di essere stato risparmiato dalle bufere della vita, la mia famiglia d'origine è letteralmente andata in pezzi in maniera definitiva circa un anno fa, dopo anni di soprusi io e mia madre abbiamo trovato il coraggio di denunciare mio padre, alla fine lei è finita in un centro anti violenza per donne maltrattate e io in mezzo ad una strada abbandonato da tutti i parenti.
Mi hanno aiutato poche persone, ironia della sorte son dovuto ritornare a casa sotto lo stesso tetto con mio padre perché non sapevo dove altro andare. Ammetto di aver pensato seriamente al suicidio in un momento di disperazione, nessuno sembrava volermi dare veramente ascolto, nessuno sembrava volermi dare veramente aiuto, avevo tutte le porte chiuse in faccia.
Ho cacciato mio padre di casa, il 1° gennaio perché non ne potevo più dei suoi soprusi psicologici e delle sue frecciatine e battutine, così quando ha capito che non avevo intenzione di subire se ne è andato.
Mi sono rivolto ai servizi sociali che han chiamato a mia sorella, anziché suggerirmi comunque un terapeuta mi han suggerito una visita psichiatrica, a cui io non sono andato perché in quel momento avevo bisogno di esternare il mio dolore con un bravo psicologo e di curarlo non di qualcuno che mi riempisse di psicofarmaci fino a stordirmi e a dormire tutto il giorno.
Dopo il ricovero ma anche durante, non provavo più niente, mi sentivo un invalido, tra l'altro soffro di attacchi di panico da anni che vanno e vengono a intermittenza, quindi mi sono sentito frustrato quando nonostante assumessi la terapia farmacologica, io non riuscissi neppure a stare in pubblico con un'amica in mezzo ad altre persone come una panineria, questo mi ha causato momenti di disperazione profonda, tanto da pensare al suicidio.
Credo che imbattermi in lei per caso sia stato un immenso colpo di fortuna o un'opportunità in più per crescere e per cambiare in meglio e magari anche per avere informazioni in più e imparare qualcosa di nuovo.
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Davanti alla Vita si hanno due possibilità: o la si rifugge (in questo caso imbottendosi di farmaci), oppure la si "aggredisce", soffrendo anche come CANI ma arrivando ad ottenere quello che denaro e prestigio non potranno mai ottenere e che sembra al giorno d'oggi una chimera: UN EQUILIBRIO PSICOFISICO.
In entrambi in casi, va giocata immediatamente una carta, e cioè quella del RAFFORZAMENTO ORGANICO.
Intendo il trattare il nostro corpo come una reliquia (a cominciare da quello che si mangia/beve/fuma) in modo da mettere la nostra MENTE nelle condizioni ottimali per affrontare tutte le tempeste che la vita, a chi più a chi meno, ci porta.
La sua esistenza terrena fino a questo momento non è certo stata semplice e chi avrebbe dovuto fornirle un aiuto umano si è limitato a questa strafottutissima chimica che sembra la soluzione per tutto...
Lei è giovane e ha il DIRITTO/DOVERE di stare bene.
La scelta è sua.
A livello giuridico, lei non ha alcun DOVERE di assumere farmaci fuori da un trattamento sanitario obbligatorio né di dover presenziare alle visite del CSM.
Certo, lo sganciamento dallo stesso va effettuato con intelligenza e cautela, in primis per le armi che potrebbero mettere in campo in buona o cattiva fede (ad esempio i provvedimento di accertamento sanitario obbligatorio), e in secundis perché gli psichiatri sentono spesso addosso una responsabilità giuridica che riescono a colmare solo attraverso i farmaci.
Quindi, sono pronto ad assisterla, se lo vorrà, durante i colloqui con il CSM in modo da poter fare uno sganciamento intelligente, anche, magari, attraverso un primo stacco verso uno specialista privato di fiducia.
Questo, legalmente...
Nella pratica, la mia idea è e rimane una: ognuno deve gestire la propria salute in prima persona ma limitarsi ad eliminare i farmaci, seppur scalandoli con intelligenza, non è la soluzione definitiva.
DEVE esserci, di pari passo, un miglioramento lento ma INESORABILE dello stile di vita, soprattutto alimentare, perché non smetterò mai di ripetere quanto sia FONDAMENTALE che il corpo venga nutrito e trattato con rispetto per ottenere una mente pronta a reagire alle difficoltà dell'esistenza.
Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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