LETTERA
Salve Pietro,
Intanto la ringrazio per essersi messo a disposizione costantemente.
Le scrivo per mio padre. Lui assume da 15 anni circa psicofarmaci: ansiolitici e antidepressivi. Non le sto a scrivere tutti i nomi perché in questi anni ne hai cambiati molti.
Attualmente assume in ordine di quantità: Quetiapina , Pregabalin, Fluvoxamina.
Lui vorrebbe iniziare lo scalaggio. Vengo al punto: i farmaci gli sono stati prescritti in questo modo perché interagiscono l'uno con l'altro. E mantengono una sorta di "equilibrio". È meglio scalarli tutti contemporaneamente di un 10%, o scalare uno alla volta fino a toglierlo?
Glielo chiedo perché da ignorante mi verrebbe da pensare che se togliamo un farmaco, ma lasciando gli altri questa sorta di equilibrio viene a cascare.
Grazie in anticipo
P.s: se le serve sapere i dosaggi specifici me lo faccia sapere.
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Darò una risposta completa alla sua domanda... ma prima voglio portarla a RAGIONARE.
A che diamine serve scalare i farmaci, che per anni sono stati SOLO ed ESCLUSIVAMENTE uno stroncasintomo se non si agisce sulle MOTIVAZIONI per cui si è deciso di assumerli?
Qui ci troviamo davanti a un DOPPIO problema medico-indotto: da un lato, nessuno ha mai sradicato le cause (siano essere alimentari/emozionali/ambientali o tutte e tre) alla base della sintomatologia in atto; dall'altro, il corpo si trova ora PESANTEMENTE intossicato ed assuefatto a delle sostanze che sono PEGGIO delle droghe da strada.
Pensare di scalare i farmaci SENZA cambiare stile di vita, alimentare in primis, è a mio avviso un SUICIDIO.
La mia idea, da NON medico, rimane la stessa: scalaggio del 10% al mese un farmaco alla volta.
Il suo discorso sull'"equilibrio" ha sicuramente un suo senso. Il problema è che scalare più farmaci contemporaneamente mette il corpo veramente a dura prova nel ritrovare un equilibrio.
Questo per dirle che NESSUNO ha la formula magica... quando si comincia questa merda, ognuno reagisce in maniera diversa alla sua dismissione.
Rimango quindi dell'idea che scalare un farmaco per volta sia la soluzione giusta, anche perché la lentezza permette al corpo di adeguarsi alla nuova situazione e di ricominciare a camminare con le "sue gambe".
Questo da quello che ho personalmente visto dalla mia esperienza personale come igienista, poi ognuno DEVE assumersi le proprie responsabilità, smettendo di delegare la propria salute al prossimo per poi finire ridotti così.
Ma, le ricordo ANCORA UNA VOLTA: senza cambiamento di stile di vita, il mio consiglio è di tenersi A VITA i farmaci.
Legga immediatamente il mio libro: "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere" e questo link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html.
Senza dimenticare, per ultimo, il GRANDISSIMO periodo di assunzione. Io "sacrificherei" tre anni della mia vita per uno scalaggio FATTO BENE unito a un PERFETTO stile di vita.
Avanti così
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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