LETTERA
Ciao Pietro,
mi permetto di darti del tu anche se non ci conosciamo. Stamattina, dopo una
breve ricerca, sono incappata nel tuo blog passando dal sito www.
disinformazione.it. Ero particolarmente interessata agli articoli perchè anche
io ho potuto vedere da vicino la psichiatria moderna. Nell'estate del 2011 in
seguito ad un tentativo di suicidio ho subito un TSO (Trattamento sanitario
obbligatorio), ed è stata l'esperienza più orribile che avessi mai vissuto. Di
tale esperienza, più per motivi terapeutici, ne ho fatto un racconto di circa
20 pagine. Vorrei pubblicarle da qualche parte, finora l'ho inviato a diversi
siti e ad una casa editrice ma non ho avuto riscontri. Il mio bisogno è di
raccontarmi, di far sapere agli altri, di continuare a parlare e di liberarmi
di quanto è accaduto. Perciò ti chiedo se sai a chi potrei inviarle o se magari
mi conviene aprire un blog.
Grazie in anticipo e scusa il disturbo.
Sara
RISPOSTA
Ciao Sara,
grazie a te per la tua mail e per aver deciso di condividere la tua esperienza.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio, per come è attuato, significa solo una cosa: farmaci.
Nessuna ricerca della causa organica, psicologica, ambientale, tossica alla base della sintomatologia psichiatrica in atto.
Una pratica medievale peggiore della galera.
Da operatore di polizia sono stato chiamato a coadiuvare decine di TSO e alcuni di questi sono descritti nel mio libro "LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE", di prossima uscita.
Sto lavorando anche a un ulteriore libro che conterrà storie vere di "malati psichiatrici" e il loro rapporto con la psichiatria.
Sarò lieto, se vorrai, di includere la tua storia.
E colgo l'occasione per invitare i lettori vecchi e nuovi a voler condividere le loro esperienze e partecipare, se vorranno, alla raccolta di storie che sto portando avanti.
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